Girano in questi giorni su tutti i social un articolo apparso sul sito del Co.A.S.
Una piccola sigla sindacale medica, il Co.A.S. (coordinamento di azione sindacale), in una nota apparsa sul proprio sito (VEDI) afferma l’impossibilità di parificazione tra infermieri e medici con la trasformazione da Collegi in Ordini.
Affermazioni gravi, prive di ogni fondamento giuridico, per carità, che mettono sotto attacco l’intera comunità professionale.
Ancor più grave è strumentalizzare la nota di un sindacato medico che conterà qualche centinaio di iscritti, puntando il dito contro la Federazione Ipasvi, che ha sempre privilegiato la via del dialogo all’attacco frontale con la parte rappresentativa medica.
“Affermazione tanto farneticanti, quanto irrilevanti a cui la Federazione aveva deciso di non dare – come non lo hanno nella realtà – alcun peso”, così nella nota della Federazione Ipasvi (VEDI)
.Alcuni buontemponi del web, hanno invece cavalcato l’onda del populismo, concedendo la ribalta mediatica a chi non avrebbe mai sperato di ottenerla! Un successo senza precedenti, una visibilità nazionale insperata!
Scopriamo infatti che il suddetto sindacato non compare neanche nelle tabelle di rappresentatività dell’Aran (VEDI).
Analizzando la stessa, scopriamo persino che non compare nemmeno tra i sindacati a rappresentatività 0% con una sola delega riconosciuta!
Dal sito ufficiale si capisce bene che stiamo parlando di un piccolo sindacato medico presente (e comunque non rappresentativo) in sole nove Regioni.
Corre l’obbligo puntualizzare due aspetti:
Un altro merito il Co.A.S. l’ha avuto: quello di distoglierci da vicende molto più importanti che meritano le nostre riflessioni come demansionamento, rinnovo dei contratti, riconoscimento delle competenze avanzate, ecc.!
Quindi bene ha fatto la Federazione Ipasvi a precisare con una nota, visto il tranello mediatico in cui si rischiava di scivolare.
Noi siamo pronti ad ottenere i giusti riconoscimenti; il dialogo l’unica via maestra per arrivarci!
Giuseppe Papagni
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