Studenti

Testimonianza di uno studente distrutto: il giro letti mi ha fatto odiare la professione

Aumentano i contagi tra gli infermieri ingabbiati tra turni massacranti anche di 12 ore
Comments (17)
  1. Giuliano ha detto:

    Questo articolo mette in luce che non sempre i tirocini si svolgono nel modo previsto.
    Mi dispiace molto per lo studente, che sembra molto amareggiato e deluso dalle esperienze che ha fatto.
    Nel testo è presente uno stralcio del vissuto di questo studente ed è anche giusto rendere pubblico queste esperienze. Ciononostante mi chiedo dove sta svolgendo il corso di laurea questo studente? se i tutor presenti in università si sono resi disponibili per aiutare lo studente? o se ad esempio questo studente non ha avuto l’iniziativa di parlarne con gli organizzatori del tirocinio? si sta parlando di tutti i tirocini o di un tirocinio in particolare? etc…

    1. Angela Frasi ha detto:

      Buongiorno.. ..credo che il tirocinio gli abbia fatto vedere quella che farà una volta laureato…ne più ne meno….stipendio da manovale e pochissima considerazione della figura professionale che si ricopre….firmato: un infermiera con 30 anni di esperienza

  2. Fabio ha detto:

    Sicuramente la cultura socio-sanitaria in Italia ci vede ancora come portacarte del medico e lavaculo dei pazienti. In tanti si stupiscono quando poi ci vedono in azione, sopratutto durante emergenze-urgenze. Il fatto è che i primi a permettere tutto ciò siamo proprio noi infermieri, e su questo non ci piove, e questo è dovuto principalmente a due cose: la prima è che la maggior parte degli infermieri occupati al momento sono quelli della generazione diploma/mansionario e non laurea. Secondo perché questi danno “cattivo esempio” ai tirocinanti, in buona fede, aggiungo. Anche io sono ben conscio del problema, non siamo per niente valorizzati (anche se comunque le cose cambiano da luogo a luogo), in ogni caso io l’ho presa come una sfida, dove lavoro sto cercando di affermare il ruolo effettivo dell’infermiere, ma non tanto verso utenti e parenti, ma verso alcuni colleghi e con tanti medici (quante discussioni!). Non perderti d’animo e laureati, che il giro letti non sempre andrà fatto (vedi SO e PS). Però comincia anche te ad affermarti come professionista e non seguire la massa, altrimenti è tutto inutile

  3. Maurizia Urtis ha detto:

    Sembra che non sia cambiato nulla…. sono passati quasi 40 anni da quando dopo la maturita scelsi di fare il corso per infermiere professionale, il giro letti era ovviamente doveroso in quegli anni nei quali il sindacato aveva a gran voce conquistato la figura unica, e con le riqualificazioni fantasma tutti erano infermieri professionali.
    A noi non veniva chiesto solo il giro letti, ma la pulizia dei comodini e dei letti, e qualche “cara collega” sfaceva i letti già fatti per farci pulire le reti. Ricordo la frustazione che provavo, avevo rinunciato all’università, e mi ritrovavo a fare il manovale. Senza parlare delle suore che esigevano la lucidatura delle foglie delle loro amate piante.
    Non potevo starci, mi ribellai, mi ribellai ad essere usata come sostituzione ferie , mi ribellai allo sfruttamento . Cercai e decisi un trasferimento, ma prima all’esame di passaggio al secondo anno, fui massacrata , fortuna mia che amavo quel lavoro e studiavo, studiavo tanto. Mi dovettero promuovere con buoni voti e me ne andai. Certo non trovai il paradiso, ma mi sembro tale , quel piccolo ospedale dove gli allievi erano rispettati e coccolati.
    Caro collega bisogna lottare , anche se la tua esperienza è negativa, ama questa professione per quello che dovrebbe essere e lotta affinche la divenga .
    Puoi, e sei importante per il futuro della professione che in questo paese cammina a rilento , ma qualche passo avanti e stato fatto. Vogliono che quelli come te e come ero io mollino , non diano fastidio. Ma è questo che vuoi? Dargliela vinta ?

  4. Laura ha detto:

    Vorrei scrivere un sacco di cose poetiche…ma l amara verità è che a noi infermieri e io faccio parte di quelli laureati non frega nulla…. e finché ci saranno persone che si battono per fare il giro letti perché è compito degli infermieri nulla cambierà….
    Io faccio parte dei primi Laureati e sto aspettando e pregando che le nuove leve arrivino in fretta…Cambiare si può ma bisogna essere un’unica voce.
    E purtroppo (io lavoro in un pronto soccorso…e in medicina d’urgenza facciamo il giro letti…fino ad un minuto prima sono li che spiego al paziente la terapia faccio la “figa” davanti ai monitor ad assicurarmi che non ci siano eventi aritmici e dopo due minuti vado a cambiargli il pannolone . ………..)finché non capiremo che abbiamo delle figure di supporto che si chiamano OSS e non ci rendiamo conto della forza che avremmo….quello che ci rimarrà sarà il giro letti uno stipendio da schifo e una reputazione scarsa da parte sia del medico che dei nostri colleghi sanitari.

  5. fabrizio ha detto:

    Secondo il ragazzo non è portato per fare questo lavoro io ne ho fatti tanti e non mi sono mai lamentato
    non tutti siamo nati per essere infermieri, poi cìè un dato pratico che io ho notato chi sa fare bene i letti sa fare anche le urgenze, questa è una cosa che ho notato io a livello pratico

  6. betti29 ha detto:

    Sono infermiera da 36 anni , ho lavorato in quasi tutti i reparti e ambulatori, senza per questo sentirmi un operaia, il servizio che si svolge è verso l’utente, non verso la malattia. La tua parola con gli altri professionisti inizia a valere dopo un po’ di anni di esperienza, non certo quando sei uno studente. Per il giro letti adesso ci sono le oss che lo fanno, raramente qui da noi lo fanno gli studenti, ma ti dirò anche che il giro letti era anche un’occasione per poter parlare con i pazienti, cosa che si fa sempre meno. Per ultimo dopo 36 anni fare l’infermiera è ancora bello

  7. Giulia ha detto:

    Sono un Oss, ho lavorato con infermieri che spesso ci aiutavano nel giro letti e nell’igiene delle persone senza per questo sentirsi degli operai. La mia professione come quella dell’infermiere è fatta di umiltà e umanità, capita anche a noi di fare cose che non ci piacciono ma questo non ci fa odiare il nostro lavoro, e cmq non pensare che il tuo lavoro sia piu importante del nostro, noi passiamo molto tempo con i pazienti e questa è una bellissima cosa. L’infermiere come l’oss non si specializza per lavorare in un reparto, va dove c’è bisogno….. d’altronde mica siamo medici…… per quanto riguarda la paga, tu ti lamenti, ma gli operai prendono molto meno anche di noi oss in certi casi e le responsabilità non ce le impone nessuno, siamo noi che le accettiamo quando scegliamo queste professioni, e cmq tutti i lavori hanno delle responsabiltà, anche l’operaio che tu denigri tanto. Dato che dopo 3 anni hai scoperto che questo lavoro non ti piace non dovresti nemmeno farlo per arrotondare, questo è un lavoro che fai se hai amore per la professione non perche vuoi fare soldi…….perché le persone non sono sacchi di patate. Forse ti farebbe bene andare in fabbrica….. anche se capisco che fare ‘l’infermiere faccia figo.

  8. Duglas ha detto:

    Sono perfettamente d’accordo con Giulia. Sono un’infermiere di 50 anni, altra generazione, forse non mi sono adeguato al cambiamento, qualcuno mi giudicherà in errore, ma non mi vergogno di lavare i culi, quando parlo degli OSS li chiamo colleghi e quando mi confronto con gli studenti gli dico sempre di fornire ai pazienti, il trattamento che, immaginandosi di essere al loro posto, vorrebbero ricevere in quel momento. Anche lavando un culo.
    Riconosco , che la professione in Italia è indietro anni luce rispetto ad altre nazioni, ma non dimentico mai che il paziente non ci può rimettere per un sistema che non funziona. Tra i tanti studenti che ho conosciuto, ho trovato infermieri/e già pronti/e al secondo anno e fannulloni arroganti da pedate nel culo al terzo anno . E’ così. O ci sei o non ci sei.E tu ragazzo ,mi pare proprio che non ci sei. Ah dimenticavo, lavoro con alcuni MEDICI che non si vergognano , se di bisogno, di infilare una padella o di aiutarmi a tirare su un malato. E’ questione di umanità non di categoria.

  9. Dario ha detto:

    Caro collega in erba, chi ti parla è infermiere da quasi 10 anni, laureato nel 2006…
    Quanti anni hai per non poter più tornare indietro??? 54?
    Non ti piace quello che fai? Cambia lavoro e amici come prima, stai sicuro che mai nessuno ti fucilerà per questo e soprattutto devi darti un’altra possibilità se lo credi…
    Ti sei reso conto che la nostra è una professione addosso alla quale tutti buttano merda?
    Lascia perdere quello che è successo e che non puoi più cambiare e pensa a quale futuro puoi creare TU, è questa la vera sfida, il vero carburante che ti fa andare avanti anche in mezzo ai pannoloni e alla merda…
    Una piccola ultima riflessione… scrivi che al massimo farai qualche PUNTURA (sic!) qua e là per non buttare al cesso il tuo percorso universitario… sei sicuro di aver capito DAVVERO cosa sia la professione infermieristica?
    Fidati, puoi fare molto e molto altro ancora per portare avanti te stesso e la professione… prendi esempio ed insegnamento anche dalle esperienze negative affinché non si ripetano e vedrai che il cambiamento pian piano arriverà… perdona la mia retorica ma forse dopo qualche anno il mio fuoco sacro ancora non si è spento…
    Ciao in bocca al lupo per tutto

  10. Stefania ha detto:

    A me ha insegnato più il giro letti che i libri. E al di là di tutte le considerazioni sulla professione, sullo stipendio, ecc. ecc. ecc. mi dispiace dire che, secondo me, è meglio per tutti che questa persona cambi lavoro!

  11. D'Agostini Vittoria ha detto:

    L’unica cosa che si evidenzia è la mancanza di umiltà: il LAUREATO non può fare i letti!!! Andasse a lavorare ad un pronto soccorso con personale ridotto, poi che fa di fronte ad una bimba che vomita sangue va cercando il ruolo??? E la passione??? Dopo di che può lamentarsi!!!!! E finiamola con questa caxxo di LAUREA!!!!! Ho assistito ad una scenata raccapricciante: un cardiologo in stato di codice rosso si è rifiutato di mettere gli elettrodi perché non era il suo ruolo e….. sono LAUREATO!!!!!

  12. marco di stefano ha detto:

    Ha pienamente ragione questo ragazzo, ma che laurea e lauretta, questo è un lavoro di merda. Sfruttati, non considerati, sottopagati. Tant’è che all’estero, ad esempio in Germania questo lavoro lo fanno gli immigrati perchè un tedesco mai si sognerebbe di iniziare questa professione. Poi, “professione” diciamo “mestiere” che è meglio e sicuramente più appropriato.
    Una Laurea per pulire i culi e rifare i letti, accidenti che si sono inventati, la più grande truffa del secolo.
    Per finire, lasciamo stare chi dice che questa è una missione e per questo è giustificata la parte alberghiera di questo “mestiere”.
    Cazzate.
    Questo cari ragazzi è un mestiere di merda. L’università per gli infermieri è nata perchè qualche furfante ha pensato bene di rubare un pò di soldi in più con le Iscrizioni e le tasse universitarie.
    I collegi Professionali idem.

  13. silvia ha detto:

    “E poi il giro letti…
    L’ho odiato dal primo giorno e lo odio tuttora.
    Un professionista con LAUREA, non dovrebbe mettersi a rifare i letti.”
    Io nnon so che idea abbia spinto questo ragazzo ad intraprendere la vita lavorativa infermieristica.
    Non è un percorso facile, perchè prevede che bisogna dedicarsi ai bisogni che ogni singolo paziente manifesta, prevede la capacità di confrontarsi con colleghi e medici e soprattutto ha un suo Profilo che nessuno può violare.

    Sentire un ragazzo che pensa che la LAUREA gli permetta di non fare il giro letti……bè caro mio il giro letti è un momento con il quale tu approfondisci la conoscenza di chi richiede la tua assistenza, ti permette di sviluppare un occhio clinico sul paziente, ti dà l’opportunità di approfondire le conoscenze sulle varie situazioni di salute che ti si presentano.

    Ho avuto un allievo che mi disse: ” io non sono come voi. Io ho una LAUREA!”
    Ebbene gli è andata male…..perchè la sottoscritta ha frequentato il primo corso di Laurea in Lombardia e ha cercato di insegnare che la professione infermieristica, oltre alle competenze, conoscenze, deve asspolutamente avere come criterio, per esserlo a tutti gli effetti, essere capaci di essere UMILI, DISPONIBILI e umani.

    Ho visto che è esperto di educazione sanitaria….mi vengono i brividi.

  14. Cece ha detto:

    Sono un infermiere da quasi 20 anni, primo corso di laurea, ho avuto la fortuna di lavorare anche all’estero (Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda).
    Mai nessun infermiere serio ha messo in dubbio la sua professionalità o posizione solo perché doveva fare il giro letti anzi, TUTTI la considerano un momento fondamentale per approfondire la conoscenza del paziente e dei suoi veri bisogni.
    E’ quando metti letteralmente a nudo una persona che ti accorgi ti tante cose, odori e colori compresi che forse è bene poter rilevare personalmente che non farseli riferire da terze persone….
    E’ anche in quei momenti che condividi paure, e timori del paziente che nessun questionario precompilato prevede.
    E’ lavorando insieme ad altre figure che ci si confronta, si impara reciprocamente e si va nella stessa direzione cioè la salute del paziente.
    Forse ti hanno ingannato con tante parole all’inizio, forse non hai voluto ascoltare convinto che stessi facendo ben altro….
    Forse (anzi sicuramente) non è il tuo lavoro, non sai neanche tu che cosa vuoi fare da grande….
    Altrimenti termine a gli studi e trasferisciti all’estero no?
    Questo è un lavoro difficile perché hai deciso di fare assistenza……il che vuol dire sostituirsi in parte o completamente al paziente nel soddisfacimento dei suoi bisogni. Questo non vuol dire inginocchiarsi e perdere la propria identità e dignità personale e professionale. Anzi!
    È anche in questo che si vede chi può fare la differenza.
    Se mai deciderai di continuare con gli studi raccogli un po’ di umiltà e portatela sempre in tasca.

  15. Massimo ha detto:

    Mi trovo perfettamente d’accordo con lo studente.
    Non ci vuole una laurea per fare il giro letti, non ci vuole una laurea per fare il “cameriere ospedaliero”.
    Basta, basta, basta!!!!
    Ci riempiono la testa di un mucchio di cretinate poi, la realtà dei fatti, è piena di …
    Per pulire le chiappette di qualcuno non occorre una laurea.
    È assurdo che un infermiere di un reparto x possa essere spostato, per far fronte alla carenza di personale, in un reparto y.
    Non esiste!!! non è professionale!
    Avete mai visto un medico che viene spostato dal reparto di urologia, ad esempio, a quello di otorino? Certo che no! Loro sono trattati come dei professionisti noi no!
    A chi ha intenzione di iscriversi all’università per fare l’infermiere occorrerebbe mostrargli queste assurdità del sistema.
    Occorrerebbe spiegargli che la realtà è fatta di tantissima … e con quella ci deve fare i conti.
    Ora come ora, molti che iniziano questo percorso credono, fino a che non ci sbattono il muso, alle panzanate che il corso stesso gli rifila.

  16. Simona Di Paolo ha detto:

    Quando leggo certe cose mi sale il sangue alla testa…
    Il ragazzo in questione non ha capito che proprio chi ha spinto a livello universitario per accaparrarsi la nostra formazione ha da una parte inculcato mere fantasie di essere “similmedici” e dall’altra ha completamente diseducato i futuri infermieri alla professione.
    In questo paese a nessuno interessa se sei un infermiere laureato, con diploma universitario, con diploma regionale o generico riqualificato (ve ne sono ancora): ci considerano tutti uguali e prendiamo e prenderemo sempre un quarto degli stipendi dei medici.
    Riguardo il giro letti è parte fondante della conoscenza dell’assisitito: su cosa basi le tue cure se non vedi con i tuoi occhi la situazione, non tocchi la sua pelle, non senti come respira, che odore ha il suo alito, il suo sudore o come sono urine e feci? Tutti ad immaginarsi eroi al pronto soccorso ma l’assistenza è ben altro: se non tocchi con mano il corpo delle persone non sei in grado di individuare problemi che loro stesse non sanno di avere, non sanno spiegare o situazioni in evoluzione che solo il tuo occhio sa cogliere, perchè TU sei un infermiere mentre i colleghi oss (pur preziosi) hanno una formazione differente.
    Il ragazzo che tanto denigra la professione quante ore ha passato in ospedale in questi anni? Io so che per 3 anni di formazione regionale sono stata in reparto 6 giorni a settimana dalle 7 di mattina alle 14, con vacanza solo i giorni festivi da calendario e 15 giorni in estate ed a questo si aggiungevano le notti del 3° anno… Alle 15 poi si cominciava la scuola e si terminava alle 19 sempre 6 giorni a settimana come sopra e gli stessi che ti insegnavano a scuola te li ritrovavi in reparto, in sala operatoria, in pronto soccorso, ecc… e la scuola continuava così: infinite spiegazioni e interrogazioni durante il tirocinio. La sera poi non si andava a ballare o a cena con il fidanzato, ma facevamo assistenze private (cosa che il ragazzo schiferebbe perchè le fanno le badanti). La laurea è meglio? Non credo prorpio… ho lavorato in ambiente universitario e solo noi “vecchi” tenevamo testa ai professori riguardo la competenza professionale quando si trattava di discutere di pazienti, perchè l’esperienza fatta in questa immensa formazione e nei giri letti ci ha creato una base che nessun neolaureato ha ed avrà mai con questi presupposti.
    Concludo quindi dicendo che gli raccomando vivamente di cambiare lavoro e di lasciar perdere le “punture” a domicilio (che chi ha una formazione culturale superiore dovrebbe sapere che si chiamano iniezioni) perchè senza l’esperienza di una pratica professionale continua rischia solo di fare danni e non saperli riconoscere.

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