La notizia delle minaccia di dimissioni di massa da parte degli infermieri del Centro Permanente per il rimpatrio dei migranti di Marcomer giunge come capitolo conclusivo di quella che sembra ormai essere una situazione insostenibile.
Il personale sanitario del Centro Permanente per il Rimpatrio dei migranti di Bonu Trau avrebbe intenzione di abbandonare il servizio a causa delle ripetute aggressioni fisiche e verbali subite quitidianamente dai pazienti che devono assistere.
Il numero attuale di ospiti è fermo a 50, ma sembra destinato a crescere entro pochi giorni. Una volta terminati i lavori presso un’ala dell’ex carcere si prevede che il numero delle persone trattenute arrivi intorno ai cento.
Assistere il doppio dei migranti potrebbe significare un aumento esponenziale dei pericoli per gli operatori e delle tensioni. Nei CPR di molte regioni di Italia si registrano aggressioni e rivolte frequenti: l’ultima è avvenuta a Torino dieci giorni fa, è quella di Torino, dove i migranti hanno lanciato mattoni contro le forze dell’ordine, ferendo tredici agenti.
Vengono inoltre segnalati numerosi episodi di autolesionismo e risse tra ospiti del centro per i quali è costretto spesso ad intervenire il 118.
Non sembrano placarsi le polemiche e le tensioni nei cittadini, a meno di un mese dalla apertura del centro, realizzato in seguito alla ristrutturazione dell’ex carcere di Marghine riconvertito per accogliere immigrati. Non sarebbe gradita dagli abitanti neanche la militarizzazione del centro urbano, necessaria a garantire la sicurezza.
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