Assemblea Mondiale della Salute, l’Italia presenta una risoluzione sui farmaci a prezzi accessibili

L’obiettivo è rendere noti i dati su studi clinici, vincoli brevettuali, costi di ricerca e produzione delle case farmaceutiche.

Si è aperta lunedì a Ginevra la 72esima Assemblea Mondiale della Salute, il principale organo decisionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che riunirà al Palazzo delle Nazioni Unite, fino al prossimo 28 maggio, le delegazioni dei 194 Stati membri dell’organizzazione. L’appuntamento è organizzato da Medici senza frontiere (Msf), che chiede un impegno concreto per lo sviluppo di politiche sostenibili di ricerca e lo sviluppo nel settore farmaceutico. Il fine, secondo di Msf, è quello di “garantire l’accesso ai farmaci essenziali a prezzi equi in Europa e nel resto del mondo”.

L’Italia si è fatta promotrice di una proposta di risoluzione dell’Assemblea Mondiale della Salute sulla trasparenza delle contrattazioni dei medicinali, dei vaccini e delle altre tecnologie della salute e, su tale tema, co-organizza un side-event con la Repubblica di Corea.  “Miglioramento della trasparenza dei prezzi di farmaci, vaccini e altre tecnologie sanitarie” è il nome del documento proposto a febbraio, che ha trovato l’appoggio di dodici Paesi (Italia, Grecia, Malesia, Portogallo, Serbia, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Turchia, Uganda, Egitto, Tunisia).

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Un ulteriore side-event, intitolato “Nutrition4Health” e co-organizzato con il Bangladesh, affronterà il legame tra nutrizione, salute e malattie non trasmissibili, sottolineando l’importanza delle diete tradizionali, salutari e sostenibili, come la dieta mediterranea.

L’Assemblea Mondiale della Salute costituisce un forum unico e privilegiato di confronto, a livello internazionale, sui principali temi relativi alla salute globale. L’agenda include temi di assoluta attualità: oltre alle questioni inerenti al bilancio dell’OMS e alla riforma della sua governance, legati al 13° Programma generale di lavoro promosso dal direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, le delegazioni nazionali saranno chiamate a discutere, tra l’altro, di accesso ai medicinali, dei programmi sanitari di emergenza (come quello volto a fronteggiare l’epidemia di ebola), di malattie non trasmissibili e dei preparativi per l’evento di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla copertura sanitaria universale.

Gli obiettivi della risoluzione sono quelli di rendere noti i dati sugli studi clinici, i vincoli brevettuali, i costi di ricerca e produzione dei prodotti farmaceutici, consentendo così un negoziato più equo tra le autorità pubbliche e le aziende. Per Medici senza frontiere, “se approvata, la risoluzione sarebbe un sostanziale passo avanti verso una concreta riduzione dei costi dei farmaci e un maggiore accesso alle terapie essenziali a livello globale”.

“Il mancato accesso ai farmaci essenziali a causa dei loro prezzi proibitivi equivale a una sentenza di morte per milioni di pazienti in tutto il mondo e mina la tenuta dei budget sanitari pubblici”, afferma Silvia Mancini, epidemiologa di Msf, presente a Ginevra. “I farmaci – aggiunge – non devono essere un bene di lusso, e i governi devono proteggere la salute delle persone e non privilegiare gli enormi profitti dell’industria farmaceutica. La risoluzione sulla trasparenza potrebbe portare a risultati importanti in questo senso”. Negli anni Novanta i farmaci antiretrovirali erano venduti al prezzo di 10mila dollari a paziente ogni anno. “Nell’ambito della Campagna per l’accesso ai farmaci di Msf, avviata vent’anni fa – sottolinea Silvia Mancini –, abbiamo visto come la concorrenza generica abbia contribuito a ridurre il prezzo di questi farmaci al prezzo attuale di meno di 100 dollari a paziente. Questo ha permesso di fornire trattamenti per l’Hiv a oltre 22 milioni di persone in tutto il mondo”.

L’accesso ai farmaci è un problema che tocca decine di Paesi nel mondo e negli ultimi anni è in crescita anche in Europa. Il Sofosbuvir, farmaco fondamentale per il trattamento dell’epatite C, e alcune terapie antitumorali, sono stati razionati o riservati a casi specifici, mentre altri medicinali, come l’Orkambi per la fibrosi cistica, in alcuni Paesi non sono accessibili ai pazienti a causa dei prezzi sempre più elevati. Il costo di questi farmaci aumenta la pressione economica sui budget dell’assistenza sanitaria pubblica, causando un razionamento di farmaci salvavita e riducendo il diritto e l’accesso alla salute.

La concessione di brevetti e di altre forme di esclusività dei dati sarebbe necessaria, secondo le aziende farmaceutiche, per promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi strumenti medici. Ma lo sviluppo di farmaci basato su un sistema di monopolio favorisce prezzi elevati con un forte impatto sociale sul sistema sanitario pubblico e non stimola una vera innovazione, perché l’industria farmaceutica non investe sui farmaci ritenuti meno redditizi, come la resistenza agli antibiotici, le malattie infettive o le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Medici senza frontiere ha avviato la Campagna per l’accesso ai farmaci essenziali nel novembre del 1999, dopo aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace, per rendere accessibili i farmaci essenziali alle popolazioni più vulnerabili e garantire le cure anche a chi non può permettersi di pagarle. Il lavoro della Campagna e la collaborazione con la Drugs for Neglected Diseases initiative (DNDi) hanno contribuito a far abbassare il prezzo delle cure per l’Hiv/Aids, stimolando la ricerca e lo sviluppo di farmaci per la cura della malaria, della tubercolosi multiresistente e di malattie dimenticate, quali la malattia del sonno e la kala azar.

Redazione Nurse Times

Fonti:
www.salute.gov.it
www.vaticannews.it

 

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