Dopo l’articolo di Repubblica (VEDI), un nuovo attacco mediatico arriva dall’editorialista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, il quale firma un articolo dal titolo “La gara tra infermieri a chi usa aghi grossi? Punito medico che denunciò”
Detta così “…Punito il medico che denuncio” si vuol passare come vittima colui che ha denunciato mentre impuniti coloro che hanno commesso il fatto.
La vicenda nata lo scorso aprile, dalla denuncia del dott. Riboni su una “fantomatica” gara di aghi da parte dei sanitari del Pronto soccorso dell’Ospedale San Bartolo di Vicenza, accusando 6 infermieri e due medici che avrebbero gareggiato con lo scopo di infliggere maggior dolore ai propri pazienti durante il posizionamento di un accesso venoso con tanto di tabellone dei punti
Peccato che la gara non sia mai esistita e peccato che il dott. Riboni che denunciò questo episodio, affermò il falso, così come ha accertato la commissione interna della Asl (servizio Affari Legali dell’U.S.L. 6) che dopo mesi di inchieste interne ha comminato dieci giorni di sospensione dal lavoro al primario Vincenzio Maria Riboni, archiviando invece la posizione dei sei infermieri e due medici (due richiami per uso improprio del telefono aziendale) (VEDI)
.Il giornalista del Corriere della Sera probabilmente poco informato sui fatti…la domanda sorge spontanea, perché il giornalista sostiene il Dott. Riboni? Veramente è convinto della sua innocenza e veramente crede che la direzione aziendale abbia punito un Primario (politicamente all’interno della struttura molto più forte di qualsiasi altro operatore) in quanto denunciò e non “gli infermieri che commisero il presunto fatto”?
Forse la risposta possiamo trovarla in questa foto?
Il più alto sulla sinistra è il giornalista Stella, a destra il Dott. Riboni, immortalati ridendo e abbracciandosi, probabilmente condividono un’amicizia profonda?
Quanto possono essere veritiere le parole di una persona no super partes ma legata da una profonda amicizia? Probabilmente il giornalista Stella si è sentito in dovere, come spesso succede in Italia, di prendere una posizione nei confronti di un amico, pur sapendo che la storia non era veritiera?
Riportiamo pedissequamente uno stralcio dell’articolo del Corriere “…Affidereste la vostra vita a un medico vicentino che da decenni si dedica come volontario all’Africa o a un sindacato di infermieri buontemponi che si sfidano in una chat su chi infila gli aghi e le cannule più grossi nelle vene dei ricoverati? «Era solo un gioco», dicono gli sventurati. E così, alla fine, l’unico a pagare è il primario che denunciò lo «scherzo». Sospeso.Vincenzo Riboni, da venerdì scorso, è a casa”.
Forse quanto scritto dal dott. Stella in quel modo su un quotidiano così blasonato (VEDI), grazie alla sua grande portata mediatica, non ha fatto altro che gettare fango nei confronti di un’intera categoria.
Basta andare a leggere i commenti sull’articolo pubblicato nella pagina Facebook del Corriere della Sera per osservare quanto danno abbia fatto con questa sua testimonianza.
Ci auguriamo che il giornalista Stella riveda il suo articolo, rispetti i fatti finora accertati dalla Asl in primis…in attesa della pronuncia della procura che dovrà stabilire come sono andate esattamente le cose, prima di emettere “sentenze” sommarie!
Redazione NurseTimes
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