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Campagna Vaccinale antinfluenzale 2018-19: la proposta della Fondazione Policlinico Gemelli

Gli infermieri, essendo coinvolti nella cura e gestione del paziente, sono la categoria a maggior rischio di contrarre l’infezione rispetto alla popolazione generale e soprattutto, di trasmetterla

L’iniziativa della Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma per coinvolgere gli operatori sanitari

Siamo nel pieno della stagione influenzale e conosciamo bene l’influenza, come una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità

Non tutti sanno però che è una tra le poche malattie infettive che ogni individuo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza, indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive.

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L’incidenza della malattia a livello globale è rappresentata da circa un miliardo di casi all’anno, con circa 3-5 milioni di casi di malattia grave. Secondo il Centro Europeo per il controllo delle Malattie (ECDC), in Europa si verificano 15.000/70.000 casi di decessi ogni anno per complicanze dall’influenza; il 90% di questi sono soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli con condizioni cliniche croniche di base.

L’influenza rappresenta un severo problema di Sanità Pubblica, poiché spesso non viene riconosciuta la gravità della malattia, e questo comporta rilevanti costi diretti e indiretti dovuti alla gestione dei casi più gravi e alle complicanze della malattia. Tra le persone a maggior rischio di contagio ci sono gli individui fragili, i pazienti immunodepressi, i bambini e gli anziani sopra i 65 anni, e l’unica forma di prevenzione è la vaccinazione antinfluenzale, che offre una protezione specifica nei confronti del virus dell’influenza. Di recente però si sta diffondendo un atteggiamento di esitazione nei confronti delle vaccinazioni, per via della diffusione sempre più frequente di informazioni non corrette.

Una possibile spiegazione a questo può risiedere nel fatto che si va sempre più perdendo la cognizione dell’importanza degli interventi di prevenzione e tutela della salute, come è il vaccino, che rappresenta invece uno degli strumenti più efficaci e sicuri a disposizione per contrastare le malattie infettive.

Ci troviamo infatti di fronte a un problema di grandi proporzioni: anche i medici e gli infermieri spesso rifiutano la vaccinazione. Ciò avviene perché, a livello di opinione pubblica, non c’è la percezione che le malattie per cui oggi ci si vaccina possano rappresentare, in assenza del vaccino, una grave minaccia per la salute pubblica. I dati risalenti alla scorsa stagione influenzale 2017-18 mostrano che, nella popolazione generale italiana, la copertura vaccinale è stata pari al 15,3%, valore nettamente inferiore alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che riportano tra gli obiettivi minimi conseguibili un tasso di copertura del 75%. Considerando invece l’aderenza alla vaccinazione antinfluenzale, si riscontra che coloro che maggiormente la rifiutano sono proprio gli infermieri, che non superano una copertura del 25%. Gli infermieri, essendo coinvolti nella cura e gestione del paziente, sono la categoria a maggior rischio di contrarre l’infezione rispetto alla popolazione generale e soprattutto, di trasmetterla.

I primi ad accogliere una forma così importante di prevenzione dovrebbero essere proprio gli operatori sanitari, la cui mission è sempre rivolta a garantire la salute del paziente e della popolazione, rappresentando così un modello di riferimento per l’intera comunità. Durante la stagione influenzale la possibilità di vaccinazione è garantita dalle numerose iniziative e campagne per la vaccinazione antinfluenzale, che hanno due obiettivi fondamentali: il primo è quello di proteggere le persone più fragili e maggiormente a rischio di complicanze, offrendo gratuitamente la vaccinazione; il secondo è quello di garantire il corretto funzionamento dei servizi essenziali, raccomandando il vaccino a particolari categorie di lavoratori.

La Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS ogni anno sostiene la vaccinazione tra operatori sanitari come valido strumento di prevenzione del contagio, offrendo il vaccino gratuitamente a tutti i dipendenti, in occasione della Campagna vaccinale antinfluenzale annuale. Da alcuni anni, oltre alla vaccinazione offerta dall’ambulatorio di medicina preventiva, è stata introdotta la modalità di vaccinazione on-site, in cui il personale medico del servizio di medicina preventiva offre sedute vaccinali direttamente nei reparti. Questa iniziativa ha comportato un sensibile miglioramento della copertura vaccinale rispetto al passato, passando negli anni da un’adesione dello 0,02% al 18%.

Quest’anno è stato riproposto il medesimo modello di lavoro, prevedendo la partecipazione attiva degli infermieri in formazione magistrale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che hanno offerto il loro contributo a supporto dei medici del servizio, con il fine ultimo di sensibilizzare gli operatori sanitari ad una maggiore adesione alla vaccinazione, soprattutto nel personale infermieristico. Inoltre, in occasione della giornata di lancio della nuova campagna vaccinale 2018/2019, è stata conferita una targa di merito ai reparti ospedalieri con il più alto tasso di adesione alla vaccinazione nel personale, in riferimento all’anno precedente.

Sempre quest’anno è stato introdotto un ulteriore incentivo alla vaccinazione, che prevede la possibilità di usufruire di 1 ora aggiuntiva di permesso per tutti i lavoratori che decidono di vaccinarsi. Per questa campagna si prevedono delle coperture sensibilmente più alte rispetto agli anni precedenti, risultato che, se confermato, mostrerà l’efficacia delle strategie messe in atto dalla Direzione Sanitaria con l’importante supporto della Struttura Complessa di Igiene Ospedaliera e da coloro che si impegnano attivamente nella promozione della vaccinazione.

Tra questi, il direttore dell’Unità Operativa di Igiene ospedaliera, la Prof.ssa Patrizia Laurenti, promotrice attiva nelle Campagne vaccinali del Policlinico, è impegnata ormai da diversi anni, con la sua equipe, nella promozione della cultura della vaccinazione a tutti gli studenti dei Corsi di Laurea in cui insegna e nella divulgazione delle vaccinazioni raccomandate per gli operatori sanitari. Il punto cardine della campagna vaccinale risiede quindi nella sensibilizzazione degli operatori. Essi sono un importante modello di riferimento per la popolazione e, con modifiche al loro comportamento in tema di vaccinazioni, potrebbero contribuire all’aumento del tasso di copertura vaccinale.

Ogni anno, la campagna vaccinale del Policlinico Gemelli, come illustrato dalla locandina di promozione dell’evento, si rivolge specificamente a tutti gli operatori sanitari, e si pone obiettivi sempre più ambiziosi, attuando una strategia di miglioramento continuo dell’offerta vaccinale. Come ci insegna questa importante iniziativa, è necessario fornire l’atto vaccinale come forma di prevenzione primaria, non soltanto per la tutela degli operatori che lavorano in ambito assistenziale, ma anche e soprattutto per la protezione dei pazienti. Se vaccinarsi aiuta a proteggere non solo noi stessi, ma anche i pazienti e tutte le persone a noi “vicine”, allora perché non farlo? Vacciniamoci!

Claudia Mellucci –  Infermiera laureata nel 2015 presso La Sapienza di Roma. Attività lavorativa svolta presso NHS in Inghilterra come infermiera strumentista. Attualmente frequentante il secondo anno del corso di Laurea Magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Redazione Nurse Times

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