Cancro al fegato e alla prostata: bere caffè riduce il rischio

È quanto emerge da due distinte ricerche, condotte rispettivamente nel Regno Unito e in Italia.

Noi italiani non sappiamo proprio rinunciare alla tazzina di caffè quotidiana, che oltre ad essere un’abitudine sociale consolidata e per la gran parte insostituibile, porterebbe anche a effetti benefici sulla nostra salute, secondo una ricerca presentata a novembre in una conferenza del National Cancer Research Institute. Un gruppo di studio del Regno Unito ha esaminato le abitudini di bere caffè da 471.779 partecipanti alla British Biobank, uno dei più grandi archivi di informazioni genetiche per un gruppo di persone di mezza età nel mondo. I risultati complessivi del gruppo di ricerca hanno mostrato che i bevitori di caffè hanno meno probabilità di sviluppare il carcinoma epatocellulare (HCC), la forma più comune di cancro al fegato, rispetto alle persone che non hanno bevuto il caffè. Il 50% di possibilità in meno, per l’esattezza, rispetto a coloro che non bevono caffè. Questo perché il caffè contiene antiossidanti e caffeina, che possono proteggere dal cancro. “Tuttavia, solo bere caffè non protegge dal cancro al fegato quanto smettere di fumare, ridurre il consumo di alcol o perdere peso”, ha detto l’autore Kim Tu Tran. I risultati del cancro al fegato sono coerenti con il rapporto del World Cancer Research Fund, che ha concluso che esistono prove “probabili” che bere caffè riduce il rischio di cancro al fegato. Un’ulteriore conferma arriva da una ricerca del dipartimento di epidemiologia e prevenzione presso l’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, con sede nella provincia di Isernia. Lo studio ha riguardato i dati clinici rivenienti da ben 7mila uomini in Molise, il cui livello di salute è stato monitorato per 5 anni dal 2005 al 2010. Dai risultati, ottenuti a seguito dell’analisi di vari estratti di caffè e della loro azione sulle cellule del tumore, i ricercatori hanno scoperto una riduzione pari al 53% del carcinoma della prostata
negli uomini che ne bevevano almeno tre tazzine al giorno. «L’analisi delle cellule cancerogene sui 7mila partecipanti allo studio ci consente di affermare che il caffè ha un effetto benefico sul tumore, un fatto molto probabilmente dovuto alla caffeina, piuttosto che alle altre sostanze contenute nel caffè», ha spiegato la dottoressa Maria Benedetta Donati, a capo del laboratorio di Medicina traslazionale dell’Istituto. La ricercatrice ha tuttavia precisato che non tutti i tipi di caffè sono stati analizzati né vengono ritenuti benefici in questo senso: solo l’espresso fatto nella maniera tradizionale italiana (alta pressione, acqua bollente, senza filtri) ha offerto risultati positivi per la ricerca. «Questo metodo di preparazione è diverso da vari altri metodi impiegati in differenti zone del mondo. Il nostro espresso, fatto in quella maniera, contiene una maggiore concentrazione di sostanze bioattive – ha continuato l’esperta –. Sarebbe davvero interessante esplorare più a fondo questo aspetto. Il caffè è parte integrante dello stile di vita di noi italiani, che – è bene ricordare – non è dato solo dal tipo di cibo e bevande che consumiamo, ma anche dai metodi di preparazione». Redazione Nurse Times Fonte: Sportello dei Diritti  
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