Caso Venturi, nuovo capitolo: Pizza denuncia i magistrati

Il presidente dell’Ordine dei medici di Bologna va contro il procuratore Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini: secondo lui, avrebbero debordato dalle loro funzioni. L’amarezza di Filippo Anelli (Fnomceo).

Uno scontro istituzionale di questa portata, sotto le Due Torri, non s’era mai visto. Non con questa virulenza, almeno. La denuncia depositata dal presidente dell’Ordine dei medici di Bologna, Giancarlo Pizza (foto), nei confronti del procuratore Giuseppe Amato e del pm Flavio Lazzarini travalica la seppur aspra contrapposizione registrata intorno al caso delle ambulanze senza medici a bordo e con infermieri specializzati. Una vicenda che tiene banco da più di tre anni e segna un punto di non ritorno nei rapporti tra quei camici bianchi e la magistratura.

La mossa di Pizza, clamorosa e con pochi precedenti, arriva dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di nove componenti della commissione che aveva votato a favore della radiazione dell’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, per la delibera del 2016 che diede il via libera alla rimodulazione del servizio d’emergenza. Amato e Lazzarini ipotizzano a loro carico l’abuso d’ufficio in concorso, cioè l’aver assunto una decisione illegittima, che censura un atto politico assunto da Venturi in quella veste e non in qualità di medico, provocando all’assessore un danno ingiusto.

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Ora, con l’atto attraverso il quale l’Ordine chiede ai pm di Ancona (competenti a giudicare i colleghi emiliani) di valutare la legittimità dell’operato di Amato e del suo ufficio, Pizza muove la stessa accusa alla Procura: l’aver esorbitato dai propri poteri e adottato un provvedimento illegittimo. Nell’atto, anticipato dal presidente Pizza in una nota, si individuano tre criticità. L’architrave della denuncia è l’articolo 53 del Dpr 221 del 1950, che prevede la facoltà del procuratore della Repubblica di impugnare la sanzione davanti alla Cceps (Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie). Secondo la denuncia, era quello il campo in cui avrebbe dovuto muoversi la Procura qualora avesse ritenuto la radiazione illegittima o viziata, non certo l’esercizio dell’azione penale.

Una costruzione per lo meno ardita, che chiama in causa l’autonomia della magistratura e adesso interroga la Procura di Ancona. Nella nota si parla di addebiti inimmaginabili e traspare il fastidio per un fascicolo conoscitivo divenuto atto d’accusa: “L’Ordine dei Medici, pur avendo prestato la più ampia e incondizionata disponibilità rispetto alle richieste della Procura, ben oltre ogni dovere di collaborazione istituzionale, constata con rammarico che le indagini, dichiaratamente esplorative, siano confluite nella formulazione di ipotesi di reato, quali l’abuso di ufficio, inimmaginabili e certo non attribuibili a membri della Commissione disciplinare per il doveroso esercizio delle proprie funzioni”.

Pizza, spiegando di essersi mosso a salvaguardia dell’Ordine, individua nell’azione della Procura un altro vulnus, cioè la pressione che verrebbe esercitata sulla commissione centrale chiamata a giudicare il ricorso di Venturi contro la radiazione: “È stato adottato un provvedimento che pone un problema di condizionamento oggettivo circa l’instaurazione di un ‘naturale’ contraddittorio, sia a livello partecipativo che decisorio, con una formulata ipotesi di reato pendente quale ineludibile convitato di pietra”.

La posizione dei medici indagati l’ha espressa per tutti Salvatore Lumia, presidente della commissione, nell’interrogatorio del pm, sottolineando come «la norma deontologica si applichi, come prevede il Codice, a tutti i medici, anche al di fuori dell’esercizio delle funzioni», e dunque pure al politico Venturi, «nell’ottica di evitare che il provvedimento causasse una minor tutela del diritto alla salute dei cittadini». II cuore della denuncia lo sintetizza l’avvocato Giovanni Francesco Di Buono, che ha assistito Pizza nella stesura dell’atto: «Si chiede ai magistrati di Ancona di fare chiarezza sull’operato della Procura perché non si è trattato di un atto dovuto, ma inseguito e voluto. Che mina l’autonomia di un organo della pubblica amministrazione». Ora, mentre l’inchiesta sulla commissione si avvia alla conclusione, la palla passa ai pm di Ancona.

Sulla schermaglia legale va registrato anche il parere di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale ordini dei medici, espresso nel corso di una breve intervista rilasciata al quotidiano La Stampa: «Esprimo amarezza perché due istituzioni che dovrebbero collaborare insieme per un bene pubblico si trovano a confliggere. Mettendosi a un tavolo e provando a riannodare i fili di un dialogo che si è sfilacciato, si può trovare la soluzione a una situazione poco esemplare».

E quanto ai motivi della radiazione di Venturi: «Sulle ambulanze devono essere presenti sia gli infermieri che i medici, perché è giusto che i pazienti abbiano l’assistenza migliore. Ora sarà la magistratura a valutare se la decisione dell’Ordine sia giusta, e noi non vogliamo interferire. A vicenda conclusa, saremo pronti a interpretare la norma sul rispetto del decoro della professione medica, anche se non la si esercita».

Redazione Nurse Times

Fonti: Corriere di Bologna – La Stampa

 

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