«L’ho fatto d’istinto. Per me era naturale farlo». La prima a soccorrere la donna rimasta ferita sotto il treno è stata lei, un’infermiera di Firenze che si trova per caso in zona e viaggiava sullo stesso convoglio coinvolto nell’incidente (su cui indaga la polizia ferroviaria). «Ne succedono ogni giorno, tutti dovrebbero essere pronti a intervenire nel modo giusto», si schermisce, mentre con una salvietta umidificante si disinfetta alla buona le piccole abrasioni sulla spalla e sul braccio.
L’infermiera viaggiava proprio sul vagone sotto cui è rimasta incastrata la donna. Appena il treno – che doveva effettuare una fermata – si è arrestato alla stazione di Casorate Sempione (Varese), è scesa e si è infilata tra la banchina e i carrelli della carrozza
per verificare subito le condizioni e tenere il contatto con la donna ferita. «Era cosciente, ma faceva caldissimo», racconta. In effetti, tra la temperatura esterna e il calore che si accumula sulle rotaie e sulle parti meccaniche del carrello (assi e freni: il treno era un locale ed effettua diverse fermate), il calore doveva essere davvero elevato.I soccorritori sono arrivati nel giro di pochi minuti. La donna ferita è stata poi estratta dal lato opposto, senza l’intralcio del marciapiede della banchina. L’infermiera toscana non ha voluto dire il proprio nome: non cerca certo pubblicità. Ma il suo comportamento esemplare merita di essere sottolineato, perché non è comune intervenire in un contesto del genere e senza farsi condizionare dall’emotività di fronte a un fatto drammatico.
Fonte: www.varesenews.it
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