Confronto Grillo-Regioni sulla sanità: le questioni più urgenti in 13 punti

I nodi fondamentali sono sintetizzati in un documento “guida” di quattro pagine.

Un documento sintetico di quattro pagine ha fatto da guida al confronto della Conferenza delle Regioni, presieduta da Stefano Bonaccini, con il ministro della Salute, Giulia Grillo. Quattro pagine per fare il punto sulle principali problematiche che investono il Servizio sanitario all’indomani del varo da parte del Governo del disegno di legge Bilancio 2019.

I nodi fondamentali che Sergio Venturi (coordinatore vicario della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e assessore alla Salute dell’Emilia Romagna) ha illustrato al ministro riguardano i temi con una ricaduta economico-finanziaria “e che debbono necessariamente essere affrontati sin dalla legge di bilancio 2019”, si legge in una nota.

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Le Regioni precisano che “il Documento programmatico di bilancio 2019 non riflette quanto delineato per la sanità dalla Nota di aggiornamento al Def, dove si sottolineavano alcune esigenze: sostegno alle politiche del personale e rimozione degli obsoleti vincoli di spesa specifici, garanzia dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, innovazione e investimenti nel patrimonio edilizio”.

Nel documento le Regioni sottolineato che “il rapporto tra spesa sanitaria e Pil presenta costantemente da anni un profilo decrescente, confermato anche per i prossimi anni”. Questo nonostante la “reiterata richiesta delle Regioni di ancorare la dinamica di crescita del finanziamento della sanità al Pil”.

“Il fabbisogno sanitario è determinato, dalle precedenti leggi di bilancio, in 114 miliardi per il 2018 e in 115 miliardi per il 2019” e uno dei problemi segnalati è che “il finanziamento ha subito una decurtazione di 604 milioni in relazione ai mancati tagli nei confronti delle Regioni a statuto speciale”. A seguito della sentenza Corte Costituzionale n. 103/2018, “le Regioni chiedono di riattivare il percorso Governo-Regioni a Statuto Speciale”, reintegrando nel frattempo “il pieno finanziamento stabilito dalla legge 232/2016”.

In 13 punti sono enunciate le questioni più urgenti da affrontare, cominciando dalla definizione di un quadro pluriennale stabile entro gli ultimi mesi del 2018 sul finanziamento del Fondo sanitario. A partire dal 2019 va ripristinata una programmazione almeno triennale che privilegi un incremento di risorse indistinte. E va garantita l’autonomia programmatoria e organizzativa delle Regioni nella realizzazione dell’obiettivo dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, eliminando i vincoli di destinazione e gli obiettivi di piano.

Parallelamente vanno rinforzati gli strumenti e gli indicatori di verifica e di valutazione dei risultati raggiunti. Occorre un piano di investimenti in edilizia sanitaria, tenendo conto degli adeguamenti antisismici e delle norme antincendio. Occorre inoltre procedere al rifinanziamento dell’art. 20 legge 67/88: rinnovo e copertura del contratto del personale sanità. Deve essere garantito un incremento delle risorse che tenga conto della necessità di finanziare i rinnovi contrattuali anche per la sanità, oltre che per il comparto statale: 1 miliardo ulteriore è la stima per garantire il contratto a regime per gli operatori della sanità.

Occorre poi risolvere la problematica relativa al vincolo della spesa di personale in sanità, fermo all’indice dato dalla spesa dell’anno 2004 (meno l’1,4%). Bisogna definire il fabbisogno formativo: impellente un incremento dei contratti di formazione specialistica per almeno 3mila borse di studio; l’accesso alla medicina generale non può essere stravolto, prevedendo percorsi facilitati al limite della sanatoria; serve una revisione della governance farmaceutica; si è preso atto dell’impegno che il ministro ha assunto all’atto della costituzione dello specifico Tavolo.

È necessario arrivare, come convenuto, al confronto con le aziende del settore, con una posizione politica unitaria forte Regioni-Governo, al fine di definire in tempi utili per la manovra la semplificazione del percorso di ripiano dello sfondamento del tetto della farmaceutica ad acquisto diretto, fermo dal 2017. Payback farmaceutico pregresso 2013-2015 e 2016.

È urgente avviare una proposta normativa che prescriva l’efficacia delle transazioni 2013-2015, chiarendo il quadro complessivo delle risorse derivanti dalle transazioni e sbloccando conseguentemente anche il ripiano dello
sfondamento 2016. Serve sostegno alla spesa per i farmaci innovativi, vaccinali e oncologici, che è aumentata in questi anni. Sospesa la piena applicazione dei Livelli essenziali di assistenza a seguito dell’approvazione del Dpcm di aggiornamento il 7 settembre 2016, occorre definire in maniera chiara l’impatto finanziario della garanzia dei nuovi Lea.

E poi l’abolizione superticket. È necessario prevedere un adeguato finanziamento in legge di Bilancio, al fine di superare la quota fissa per ricetta, e piani di rientro dal disavanzo sanitario. Le Regioni chiedono che sia mantenuta la possibilità di far coincidere le figure di presidente della Regione e commissario ad acta. Questo al fine di salvaguardare il massimo raccordo tra la programmazione della Regione e l’azione amministrativa. Infine chiedono il finanziamento strutturale degli indennizzi emotrasfusi.

Redazione Nurse Times

Fonte: Italpress

 

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