Un esercito di 540mila lavoratori impegnati nel Ssn
Sono tantissimi i lettori che ci pongono il quesito all’indomani del rinnovo contrattuale della dirigenza medica
Comparto che mette nel calderone un pò tutti: dagli infermieri agli operatori socio sanitari, dal logopedista agli amministrativi. Insomma un esercito di 540mila lavoratori impegnati nel Ssn.
Con 22 professioni diverse ricomprese nei corsi di laurea delle professioni sanitarie. Eccoli tutti, suddivisi per classe di laurea:
1. Le professioni Infermieristiche e ostetriche
In questa classe sono raccolti tutti i corsi di laurea del ramo infermieristico e ostetrico: Infermieristica; Infermieristica pediatrica; Ostetricia.
2. Le professioni sanitarie della riabilitazione
In questa classe sono invece raccolti tutti i corsi di laurea che si rivolgono al mondo della riabilitazione:
3. Le professioni tecniche
La terza classe di laurea racchiude tutte le professioni sanitarie tecniche:
4. Le professioni della prevenzione
Infine, la classe di laurea di professioni sanitarie della prevenzione coinvolge tutte quelle a orientamento preventivo:
I servizi ospedalieri assorbono il 44,4% degli addetti. Questo settore è il più numeroso e al suo interno operano diverse professionalità. Quelle prevalenti sono le professioni infermieristiche (40%), mentre un 18,1% del personale è addetto a mansioni non afferenti le professioni sanitarie. Il dato fa intuire il livello di burocratizzazione della macchina sanitaria, vista la quota elevata del personale non propriamente sanitario e principalmente amministrativo che viene assorbita per il suo funzionamento
.Negli anni il numero di chi lavora per il Servizio sanitario nazionale è drasticamente calato. Dal 2009 si sono perse 12.031 unità infermieristiche, mentre fra i medici sono diventati 7.731 in meno. Le perdite in entrambi le professioni hanno paradossalmente mantenuto costante il rapporto fra medici e infermieri (1:2,5), troppo poco visto che le convenzioni internazionali stabiliscono che dovrebbe essere di 1:3.
Il contratto del comparto sanità, valido per il biennio 2016-2018 firmato in data 23/02/2018 dopo una maratona non-stop durata più quasi 30 ore è già scaduto. Contratto che ha portato un incremento medio di 85 euro al mese.
Indennità ferme da oltre 20 anni e infermieri alle prese con condizioni di lavoro sempre più critiche viste le carenze di personale e delle figure di supporto con relativo demansionamento (VEDI sentenza).
Il personale del comparto tutto non può aspettare ancora. Servono risposte certe che puntino a valorizzare professionalità e restituire dignità lavorativa.
Il Governo è ora chiamato a trovare le risorse economiche per colmare le richieste dei lavoratori.
Redazione NurseTimes
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