Lo ha stabilito uno studio britannico pubblicato dall’Office Office for National Statistics.
Ormai tutti conosciamo i sintomi tipici del coronavirus: mal di testa, spossatezza, mal di gola, febbre, dolori muscolari, perdita di gusto e olfatto, problemi respiratori. E sappiamo che ne può comparire più di uno, oppure nessuno (pazienti asintomatici).
Ma ci sono differenze tra i sintomi del ceppo originale e quelli della cosiddetta variante inglese? Alla domanda ha risposto uno studio, pubblicato dall’Office Office for National Statistics, che copre un periodo di tempo compreso tra il 15 novembre 2020 e il 16 gennaio 2021.
Analizzando i dati di migliaia di pazienti britannici positivi al Covid-19 e sintomatici, gli scienziati hanno stilato una tabella che evidenzia, in termini percentuali, le differenze di sintomi tra i casi di positività “classica” e quelli relativi alla variante inglese. Tali differenze sono davvero minime, tant’è vero che solo l’analisi genomica può offrire la certezza del ceppo virale contratto.
Redazione Nurse Times
Le reti tempo-dipendenti all'interno degli ospedali, vale a dire le strutture che devono occuparsi dei…
Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, plaude all'iniziativa del Governo: "Un primo tassello che traccia…
Nel cuore del sistema sanitario italiano gli infermieri combattono una battaglia quotidiana per il riconoscimento…
Roberto Laudini, coordinatore regionale di Si Cobas Calabria, ha inviato una nota a Simona Carbone…
"La maggior parte dei professionisti di origine straniera nei paesi del Golfo e in Europa,…
"Il Rapporto Censis-Aiop ci dà l'opportunità di conoscere il punto di vista dell'utente. Dall'indagine emergono…
Leave a Comment