Tiziano Manzoni info@fototm.com
Il presidente Cartabellotta: “Crescita costante dei pazienti ospedalizzati con sintomi e di quelli in terapia intensiva”.
La Fondazione Gimbe, attraverso i dati del monitoraggio fra il 30 settembre e il 6 ottobre, segnala un’impennata nei contagi da coronavirus: nuovi casi saliti del 42,4%, aumento dei pazienti ricoverati con sintomi (+18,9%) e in terapia intensiva (+17,7%), oltre dei decessi (+13,1%). In sette regioni la percentuale dei casi ospedalizzati è superiore alla media nazionale del 6,6%: Sicilia (11,5%), Liguria (10,4%), Lazio (9,9%), Puglia (8,9%), Piemonte (8,6%), Abruzzo (8,2%), Basilicata (7,9%).
«Nell’ultima settimana – commenta Nino Cartabellotta (foto), presidente Gimbe – la curva dei contagi si è impennata per il netto incremento del rapporto positivi/casi testati. Si conferma inoltre la crescita costante dei pazienti ospedalizzati con sintomi e di quelli in terapia intensiva».
Da metà luglio i nuovi casi settimanali sono più che decuplicati (da poco oltre 1.400 a più di 17.000), con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 4%. Dinamica che ha fatto quintuplicare i casi attualmente positivi, passati da 12.482 di fine luglio a 60.134. Sul fronte dei ricoveri di pazienti con sintomi, da fine luglio sono saliti da 732 a 6325, e quelli in terapia intensiva da 49 a 319.
«Anche se non c’è un sovraccarico dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti – prosegue Cartabellotta –. Dal 6 ottobre ben otto Regioni hanno tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 6,5: Lazio (13,9), Liguria (13), Campania (9,2), Sardegna (8,8), Sicilia (7,9), Piemonte (7,1), Abruzzo e Puglia (6,6). Il progressivo incremento dei casi attualmente positivi, iniziato a fine luglio, dopo un mese ha innescato l’incremento di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva, e dopo due mesi inizia a riflettersi anche sui decessi».
Bene dunque le mascherine, anche all’aperto, conclude Cartabellotta, «visto che non conosciamo ancora il reale impatto della riapertura delle scuole e dell’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari conseguente alla stagione influenzale». Tuttavia, «per contenere la seconda ondata, in particolare nelle regioni del Centro-Sud, bisogna potenziare e uniformare gli standard dell’assistenza sanitaria territoriale e ospedaliera e ridurre l’elevato rischio di contagio sui mezzi pubblici».
Redazione Nurse Times
Prosegue la diatriba tra il governatore del Veneto ed i professionisti della salute. Dopo la…
Fioccano le prime sanzioni per gli haters di medici e infermieri. A riportare la notizia…
Approvata dalla giunta lombarda la delibera per la cooperazione con le università lombarde per la…
E’ una storia incredibile e dolorosa quella del professore associato di infermieristica all’Università di Firenze…
“Stiamo dicendo da mesi che per fare iniezioni non serve una laurea, anche il dibattito…
Un secco no alla proposta del governatore del Veneto Zaia giunge dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche…
Leave a Comment