Coronavirus, Zaia: “A fine turno gli infermieri veneti potranno lavorare nelle case di riposo”

Le Ulss apriranno una gara d’interesse. I professionisti selezionati percepiranno un compenso di 35 euro all’ora.

«I dati stanno continuando a crescere in Veneto perché la gente non rispetta le regole e il distanziamento sociale. Abbiamo quasi 3mila persone in ospedale, è come se avessimo chiuso sei grandi ospedali. Nelle ultime ore mi stanno continuando ad arrivare segnalazioni di assembramenti per il Black Friday: così non va». Così il governatore veneto Luca Zaia nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri.

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«La grande novità di oggi, però, è che tutti gli infermieri del Veneto potranno prestare servizio nelle case di riposo alla fine dei loro turni in ospedale – ha aggiunto –. La nuova norma non sarà valida per gli operatori socio-sanitari, che non potranno lavorare extra nelle rsa per una questione di contratti. Gli infermieri saranno pagati 35 euro all’ora, ma la considero una forma di volontariato, visto che le rsa del Veneto stanno vivendo una situazione di grandissima difficoltà. A chi conosce infermieri l’invito è dunque quello di dire loro che, dai prossimi giorni, avranno questa nuova possibilità per dare un aiuto davvero importante. Le Ulss apriranno una gara d’interesse. Gli infermieri interessati si potranno registrare nell’apposita lista delle Ulss, che sarà poi inviata alle singole case di riposo»

Zaia ha fatto anche snocciolato i numeri dell’emergenza sanitaria alla data di ieri: «Il 21 febbraio il Veneto aveva 494 letti in terapia intensiva. Sono state portati a 825 in un primo momento, e oggi siamo arrivati a 877 numero target di posti letto da garantire per legge. Per sicurezza il Veneto li ha voluti portare a mille, 123 posti in più. Sono 4mila, invece, le persone in attesa della presa in carico ospedaliera»

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Capitolo scuola: «Penso non abbia senso aprire prima delle vacanze di Natale. Concentriamoci su un’apertura più solida dopo l’Epifania. Non passi però l’idea che le scuole sono chiuse per colpa dei trasporti. Il motivo è il rischio di infenzione in classe, dove chi si contagia porta il virus a casa tra i contatti stretti».

Sulle piste da sci: «Non sappiamo ancora nulla dal Governo. E’ una questione davvero complicata. La chiusura delle piste sarebbe la fine della montagna. Spero che, se dovranno restare chiuse, non aprano quelle all’estero».

Oggi sono previste nuove decisioni sui colori delle regioni«La situazione è sotto controllo. Attendiamo il verdetto del Governo. Nelle ultime tre settimane siamo rimasti zona gialla. Zona arancione vorrebbe dire non poter più uscire dai confini comunali: un colpo ancor più duro per le attività commerciali».

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