Corruzione: l’allarme dell’Authority sulle “tangenti creative”

Raffaele Cantone ha spiegato come il denaro sia stato in gran parte sostituito da favori di varia natura. Anche in sanità.

Dimenticatevi la ventiquattrore piena di banconote, dimenticatevi la bustarella rigonfia di contanti e dimenticatevi pure i pacchetti di sigarette riempiti di soldi e passati di mano in mano sotto il tavolino. Già che ci siete, scordatevi anche delle cifre a tanti zeri che giravano durante Tangentopoli. Oggi siamo, per dirla con le parole del Garante anticorruzione, Raffaele Cantone (foto), nell’era della «smaterializzazione della tangente». I corrotti non cercano soldi: troppo difficili da nascondere e da riciclare; e se proprio devono accettarli, allora meglio gli importi bassi, da 2-3mila euro. C’è stato un caso in cui un dirigente si è preso 50 euro, una micro-mazzetta. Preferiscono piuttosto un posto di lavoro, l’assunzione dell’amante, i buoni per la benzina, la ristrutturazione del terrazzo, un trasloco pagato, la tinteggiatura della casa, il pagamento della tassa sui rifiuti. Talvolta, ma questa non è esattamente una novità, prestazioni sessuali. Nel suo ultimo giorno all’Authority (tra una settimana tornerà nell’ufficio del Massimario della Cassazione), Cantone presenta alla stampa estera un report che vuole essere la radiografia della tangente: «Il quadro attuale è preoccupante, ma non devastante. Non è paragonabile a Tangentopoli. Il tema corruzione è scomparso dai riflettori, e questo mi preoccupa. Così come temo l’abbassamento di una serie di regole di cautela nel sistema di legge sugli appalti. C’è una diversa sensibilità politica? Non lo so…». Insieme al gruppo di finanzieri dell’Anac, Cantone ha analizzato le 117 ordinanze di custodia cautelare per corruzione emesse negli ultimi tre anni. Ne ha ricavato statistiche allarmanti sulla densità del fenomeno: in Italia si fanno arresti per corruzione ogni 10 giorni; la magistratura emette un provvedimento a settimana; col 18,4 percento degli episodi la Sicilia da sola ne ha quanti tutte le regioni del Nord; il 74 percento dei casi riguarda l’assegnazione degli appalti pubblici; il 26 percento coinvolge le procedure concorsuali, i procedimenti amministrativi, le concessioni edilizie. E ancora: 207 i pubblici ufficiali indagati; 47 i politici sotto inchiesta, di cui 43 arrestati. Il settore più esposto al rischio (40 percento dei casi) è quello dei lavori pubblici, cioè edilizia, strade, messa in sicurezza del territorio, seguito dal comparto del ciclo dei rifiuti e dalla sanit
à. Dietro questi numeri, un sorprendente campionario della “mazzetta alternativa”. L’ex sindaco di San Felice a Cancello, per esempio, in cambio della proroga di un contratto di servizio per la differenziata a un’azienda priva dei requisiti, ha preteso la fondazione di due circoli politici a Casal di Principe. Per dire. Un deputato dell’Assemblea regionale siciliana ha voluto da una compagnia di navigazione: l’utilizzo dell’automobile della società; l’assunzione part-time di un parente; i biglietti gratis dei traghetti; i biglietti delle partite in casa del Trapani Calcio. Un magistrato dell’ufficio gip di Ischia ha fatto passare il concorso in magistratura alla figlia di un amico al prezzo di uno sconto di 4mila euro per una vacanza in Colombia. A La Spezia un dirigente della Asl 5 ha turbato cinque gare in cambio di un viaggio in Cina per sé e la compagna, e la promessa che gli avrebbero pagato il bollettino da 1.276 euro per l’imposta sulla spazzatura. Certo, poi ci sono anche i 470mila euro alla “dama nera” dell’Anas, Antonella Accroglianò, ma cifre così sono sempre più rare. «Il Paese sta reagendo – chiosa Cantone –. L’Italia ha scalato 16 posizioni nella classifica di Transparency International (che valuta la lotta alla corruzione, ndr). Tre anni fa eravamo all’ultimo posto. Questo è di certo un buon segnale». Redazione Nurse Times Fonte: la Repubblica  
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