Istituzione dell’infermiere di famiglia e comunità per sopperire, almeno in parte, ai disagi sanitari e all’isolamento causati a Genova dal crollo del ponte Morandi. Questa la proposta presentata in consiglio regionale da Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria, attraverso una mozione del capogruppo Gianni Pastorino e dal consigliere Francesco Battistini. Proposta accolta favorevolmente dalla Giunta.
“L’infermiere di comunità – hanno dichiarato i due – può essere un valido strumento per attenuare le difficoltà incontrate soprattutto da anziani e soggetti fragili. Pensiamo a un sistema di cooperazione con i medici di famiglia, le farmacie di zona e i care giver. Attraverso i nostri sopralluoghi in Valpolcevera, abbiamo ben compreso che adesso i maggiori ospedali cittadini sono irraggiungibili. Villa Scassi, la struttura sanitaria di riferimento, ora è lontanissima e gli altri presidi di vallata non possono coprire tutte le necessità. Occorre quindi sopperire con un servizio di prossimità”
.Pastorino e Battistini, inoltre, hanno puntualizzato: “È necessario procedere speditamente verso la deospedalizzazione in una zona dove si registra la più alta concentrazione di over 65 e malati cronici, molti dei quali vivono soli. Oggi più che mai l’ospedale non può essere l’unica soluzione. Gli infermieri di comunità garantirebbero assistenza capillare e diffusa, monitoraggio sulla continuità e appropriatezza terapeutica: un contatto diretto con i bisogni della parte più fragile della popolazione. Sappiamo, peraltro, che la Asl3 aveva già intenzione di avviare una progettazione in tal senso. Adesso diventa ancora più importante attuarla. Per la prima volta nel nostro territorio può realizzarsi, su nostra proposta, un modello di organizzazione sanitaria che in altre nazioni e regioni ha dato ottimi risultati”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.lavocedigenova.it
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