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Dispositivi Protesici Stomali: dall’attuale taglio di spesa sanitaria allo sviluppo di un agire infermieristico responsabile ed eticamente giustificato

Gestione integrata del paziente stomizzato tra reparto di degenza e centro stomie: Creazione di un opuscolo di supporto nello "stomacare" applicato in urologia
Comments (2)
  1. Dario ha detto:

    Gent.mo sig, Maurizio, condivido molti degli aspetti da lei esposti e credo di aver agito sempre con un unica luce: assegnare al paziente tutto ciò che adeguato gli occorre nel rispetto della normativa vigente. Ma ci sono altre considerazioni che occorre fare a mio avviso per uno sviluppo responsabile ed etico dell’infermiere. Nei punti erogativi di ausili protesici di cui mi occupo troppo spesso assisto a prescrizioni che di default contengono il massimo dei presidi ministeriali, l’aumento del 50% per i primi sei mesi, tutti gli accessori possibili: pasta protettiva, salviettine det. prot. e talvolta anche la polvere; ora mi chiedo, ma se hai iniziato un percorso riabilitativo con il paziente sei proprio sicuro di questa prescrizione che prevede questi quantitativi ogni mese per 1 anno? Mi chiedo come mai non assisto mai salvo rare eccezioni legate ad uno stomaterapista che segue realmente i pazienti, a variazioni del piano terapeutico durante l’iter riabilitativo? Sono spesso gli stessi utenti a segnalarmi il non utilizzo di alcuni accessori o l’ inappropriatezza, o restituiscono montagne di materiale al termine della fornitura. E ancora, gli ambulatori che funzionano solo con la campionatura delle ditte che ovviamente forniscono i presidi new entri forzando questa spinta commerciale al rinnovo dei loro listini, siamo proprio sicuri noi stomaterapisti che avvenga solo ed esclusivamente a tutela dei pazienti?
    Penso siano argomentazioni altrettanto valide e meritevoli di attenzione, soprattutto in tempi dove le pubbliche amministrazioni si devono inventare di tutto perché incessantemente colpite da tagli o da obiettivi di rientro della spesa riferita all’anno precedente. Il cittadino che necessariamente deve accedere a questo tipo di assistenza non deve certo farsi carico di queste problematiche ma i prescrittori credo possano essere sensibilizzati anche su questi aspetti per essere lungimiranti non crede?

    1. Maurizio Limitone ha detto:

      mi fa molto piacere vedere questa sua puntualizzazione al mio articolo e ringrazio per il fatto che condivida i miei contenuti espressi…
      il massimo dei quantitativi concessi e l’incremento del 50% nei primi 6 mesi (diritto tutelato del neostomizzato) devo dire che spesso avviene per espressa richiesta del paziente, vuoi per paura di non farcela fino a fine mese, vuoi per scarsa abilità iniziale nella gestione, vuoi per emissioni frequenti nei primi periodi post intervento. talvolta è il prescrittore che compilando il MOD03 non conosce il reale bisogno del paziente, quando invece è lo stomaterapista che compie la vera e propria opera riabilitativa dello stomizzato e quindi conosce le esigenze… ma lo dico con estremo rispetto professionale, ma non vorrei toccare un capitolo enorme inerente…
      generalmente si dovrebbe osservare un primo periodo di testaggio di diversi presidi (1 mese circa) e solo dopo definire una prescrizione precisa e puntuale, dando la possibilità di scelta al paziente. i cambi di piano terapeutico andrebbero fatti e sarebbero leciti se effettivamente necessari, ma può immaginare cosa significa per il paziente ritornare a visita specialistica con tempi apocalittici di attesa? lei lo farebbe?
      l’innovazione tecnologica comporta miglioramenti nei prodotti, crede che il paziente, vero responsabile della scelta non se ne accorga? e poi perché dovrei precludere la scelta più innovativa al paziente? sarebbe etico? poi se qualcuno agisce su spinta di aziende non posso dirlo certo io e inoltre andrebbero denunciate in sedi opportune.
      credo di aver dato risposte alle sue domande e spero di essere stato esaustivo. rimango comunque a disposizione. Maurizio Limitone

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