Disturbo bipolare: conosciamolo meglio

Il disturbo bipolare, conosciuto anche come disturbo maniaco-depressivo è una condizione psichiatrica che colpisce 1 individuo su 100

E’ caratterizzata da gravi alterazioni dell’umore alternate da fasi di depressione: si verifica infatti il passaggio da uno stato di estrema euforia ed eccitazione (episodi maniacali o ipomaniacali) ai cosiddetti episodi depressivi.

Le persone maggiormente colpite sono quelle che si trovano nella fascia di età compresa tra i 15 e i 44 anni e il 40% dei pazienti trattati accusa una ricaduta nei due anni successivi alla cura. Secondo quanto riportato sul portale del Ministero della Salute il primo episodio del disturbo si sviluppa nella tarda adolescenza o nella prima età adulta (19-29 anni), per poi presentarsi più o meno frequentemente nel corso dell’intero arco di vita.

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Approssimativamente il 10-15% degli adolescenti che presentano episodi ricorrenti di depressione maggiore sviluppano un disturbo bipolare di tipo I.

Chi soffre di disturbi bipolari può presentare nell’arco della vita solo episodi maniacali (Bipolare di tipo I) oppure episodi ipomaniacali, misti e depressivi (Bipolare di tipo II) o ancora episodi maniacali, depressivi e misti.

Fasi

1. Ipomaniacale e maniacale 

Durante le fasi maniacali (di eccitamento) il soggetto può presentare disinibizione eccessiva e generalmente tende ad avere comportamenti socialmente inappropriati.

È particolarmente euforico e sente di avere enormi potenzialità: tutto gli appare possibile e fattibile tanto che spesso commette azioni impulsive e pericolose per sé stesso o per gli altri, non riuscendo mai a portare a termine alcun progetto poiché il suo comportamento diventa disorganizzato e inconcludente.

La sensazione di avere enormi potenzialità personali può aggravarsi fino a sfociare in delirio di onnipotenza. Anche la corrente di pensiero viene alterata: aumenta la velocità di pensiero ma in modo sconnesso e anche il linguaggio ne subisce le conseguenze.

Nel soggetto in fase maniacale può aumentare il desiderio sessuale  diventando quasi impellente, con comportamenti impulsivi ed inoltre tende a fare abuso di droghe ed alcool. A volte l’esperienza soggettiva delle fasi di eccitamento può essere vista dal soggetto come piacevole ed è quindi ricercata, aspetto da non sottovalutare. In altri casi, invece, la fase maniacale è caratterizzata prevalentemente da umore disforico, con la presenza di grande irritabilità, aggressività e intolleranza verso ciò che lo circonda. In questa fase può comparire la sensazione di essere perseguitato e controllato che può diventare vero e proprio delirio.

2. Depressiva

La fase depressiva segue spesso quella maniacale e ipomaniacale; vien da sé dedurre che ne rappresenta l’opposto.

Il tono dell’umore è molto basso, il soggetto appare disinteressato a qualsiasi cosa, apatico, astenico, tendenzialmente addolorato. Il soggetto perde il significato della sua esistenza, si sente smarrito ma allo stesso tempo accetta passivamente questa condizione.

Quest’ultima solitamente dura di più della fase maniacale ed è anche più frequente nell’arco della vita. A volte da una fase si passa immediatamente all’altra, altre volte intercorre un periodo di umore misto tra l’una e l’altra. Può talvolta essere così grave da portare ad atti autolesionistici ed in casi estremi, al suicidio.

3. Mista

Questa fase, spesso di passaggio tra la fase depressiva e quella di eccitamento, è caratterizzata dalla presenza contemporanea di sintomi depressivi e ipomaniacali. Frequentemente la persona in questa fase soffre di una pervasiva ansia e irritabilità.

Cause

Non esiste un’unica causa del disturbo bipolare. Come per altri disturbi psichiatrici le cause sono spiegabili con modelli bio-psico-sociali.

Nel disturbo bipolare il ruolo del fattore genetico è dimostrato scientificamente ed influisce sulla probabilità di sviluppare il disturbo. I soggetti maggiormente a rischio sono coloro che sono stati a stretto contatto con casi di questo disturbo (famigliari) e hanno di per sé un temperamento ipertimico, collerico e ciclotimico.

Ovviamente è solo una probabilità, non è detto che chi abbia le suddette caratteristiche vada incontro al disturbo. Altri fattori che svolgono un ruolo importante possono essere gli eventi di vita stressanti, il consumo eccessivo di caffè, alcol, droga o altri stimolanti, le gravi irregolarità del sonno, una bassa qualità di vita e alcuni farmaci psicotropi.

Obiettivi del trattamento

Gli obiettivi del trattamento del disturbo bipolare sono principalmente la stabilizzazione dell’umore, riducendo la frequenza e la gravità degli episodi maniacali e depressivi, e la prevenzione delle ricadute future.

Per raggiungere questi obiettivi è solitamente necessaria un’adeguata cura farmacologica con stabilizzatori dell’umore e antidepressivi, sotto attento e continuativo controllo di uno specialista.

Le ricerche scientifiche dimostrano che quando il trattamento farmacologico è associato alla psicoterapia cognitivo-comportamentale si ha una maggiore stabilizzazione dell’umore e una più significativa riduzione delle ricadute. Il soggetto tende ad aderire maggiormente al trattamento.

Il soggetto deve essere innanzitutto portato a riconoscere, comprendere ed accettare il disturbo in modo che quest’ultimo collabori al suo processo di cura.

Chi è a contatto con persone che soffrono di disturbo bipolare, dal professionista sanitario alla famiglia stessa dovrebbe essere in grado di aiutare il soggetto a mantenere un regolare ritmo sonno-veglia, ridurre il più possibile, o ancor meglio eliminare, il consumo di sostanze eccitanti come caffè, tè, coca cola o altre bevande contenenti caffeina, evitare l’uso anche occasionale di droghe, evitare qualunque stimolo provochi uno stato prolungato di eccessiva emotività, programmare gli impegni al fine di evitare ritmi di vita troppo intensi o stressanti, mantenere uno stile di vita il più possibile sano, lontano ritmi frenetici e il può possibile regolare.

Massimo Randolfi

Massimo Randolfi

INFERMIERE: Nato a Bari, fondatore di Nurse Times e amministratore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", la sua passione per l'infermieristica, l'informazione e per l'informatica lo porta ad essere l'anima tecnica del progetto www.nursetimes.org

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