In allegato il NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE
Come la professione sia a fianco di chi soffre e ha bisogno di assistenza e sia divisa dalla politica.
E dopo dieci anni dalla versione del 2009, si rinnova integrato con tutto ciò che riguarda leggi, regolamenti, situazioni che si sono succedute negli anni.
E soprattutto, nuove responsabilità nel passaggio da Collegi a Ordini, ora enti sussidiari dello Stato con la modifica di ruoli, responsabilità e capacità di intervento.
“Il nuovo Codice – ha detto Barbara Mangiacavalli -, approvato dai 102 presidenti nel Consiglio nazionale, rappresenta per l’infermiere uno strumento per esprimere la propria competenza e la propria umanità, il saper curare e il saper prendersi cura.
L’infermiere deve dimostrare di saper utilizzare strumenti innovativi per una gestione efficace dei percorsi assistenziali.
L’applicazione dei principi deontologici completano le competenze e permettono all’infermiere di soddisfare non solo il bisogno di ogni singolo paziente; ma anche quello del professionista di trovare senso e soddisfazione nella propria attività.
Ed è una guida e una regola per garantire la dignità della professione e per questo va rispettato e seguito da tutti. Il Codice è per gli infermieri e degli infermieri. Li rappresenta e li tutela e mette nero su bianco la loro promessa di prendersi cura fatta da sempre ai cittadini”.
L’infermiere “partecipa al governo clinico, promuove le migliori condizioni di sicurezza della persona assistita, fa propri i percorsi di prevenzione e gestione del rischio e aderisce alle procedure operative, alle metodologie di analisi degli eventi accaduti e alle modalità di informazione alle persone coinvolte”.
Inoltre, se l’organizzazione chiedesse o pianificasse attività assistenziali, gestionali o formative in contrasto con i propri principi e valori e/o con le norme della professione; l’infermiere proporrà soluzioni alternative e se necessario si avvarrà della clausola di coscienza.
Il nuovo Codice inquadra la crescita professionale e prevede che l’infermiere agisce sulla base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all’intervento e/o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti, presta consulenza ponendo le sue conoscenze e abilità a disposizione della propria, delle altre comunità professionali e delle istituzioni. Ma riconosce anche che l’interazione e l’integrazione intra e interprofessionale sono fondamentali per rispondere alle richieste della persona.
E l’infermiere inoltre ha anche l’obbligo di concorrere alla valutazione del contesto organizzativo, gestionale e logistico in cui si trova la persona assistita; formalizza e comunica il risultato delle sue valutazioni.
Successivamente sono cominciate le consultazioni con giuristi, eticisti, bioeticisti, associazioni dei malati (praticamente tutte, riunite in gruppi per esaminare i vari articoli e fare proposte visto che il Codice serve sì ai professionisti, ma soprattutto alla tutela dei pazienti), rappresentanti ufficiali delle religioni (cattolica, ebraica, islamica, buddista, shintoista ecc.).
Infine, un altro passaggio di messa a punto con la Commissione incaricata della stesura del Codice e la presentazione al ministro della Salute; in quanto vigilante e organo di tutela della professione, ma anche dei pazienti. Ha chiuso il ciclo l’analisi e il voto finale dei presidenti dei 102 Ordini provinciali.
Diviso in otto Capi, ognuno su un argomento che riguarda professione e/o assistenza.
Il nuovo Codice chiarisce il dovere dell’infermiere di curare e prendersi cura della persona assistita; nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere; senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento di sessualità, etnica, religiosa e culturale. E in questo di astenersi da ogni discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di chi incontra nel suo operare.
Il Codice mette in chiaro anche che l’Infermiere agisce in base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, alla consulenza e l’intervento di infermieri esperti o specialisti. Nella sua consulenza mette a disposizione i suoi saperi e abilità di comunità professionali e istituzioni.
Partecipa al percorso di cura e si adopera perché la persona assistita disponga delle informazioni condivise con l’equipe; necessarie ai suoi bisogni di vita e alla scelta consapevole dei percorsi di cura proposti e si impegna a sostenere la cooperazione con i professionisti coinvolti nel percorso di cura, adottando comportamenti leali e collaborativi con i colleghi e gli altri operatori.
Riconosce e valorizza il loro specifico apporto nel processo assistenziale.
Tra i compiti, il Codice prevede l’educazione sanitaria per i cittadini e la promozione per loro di stili di vita sani, la ricerca e la sperimentazione.
Ma anche, per gli infermieri, gli obblighi di formazione e di educazione continua; argomento questo che per la prima volta entra a pieno titolo in un Codice deontologico.
L’infermiere è garante che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono.
Se rileva privazioni o maltrattamenti li segnala all’autorità competente e si attiva perché ci sia un rapido intervento.
E dal punto di vista professionale denuncia e segnala assieme all’Ordine, l’abusivismo e le attività di cura e assistenza prive di basi e riscontri scientifici e/o di risultati validati.
Non manca il riferimento alla comunicazione: l’Infermiere, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutela la riservatezza delle persone e degli assistiti ponendo particolare attenzione nel pubblicare dati e immagini che possano ledere i singoli, le istituzioni, il decoro e l’immagine della professione.
Stabilite anche le regole deontologiche della libera professione.
Ad esempio, il “contratto di cura” in cui si prevede che l’Infermiere, con trasparenza, correttezza e nel rispetto delle norme vigenti; stipula con la persona assistita apposito contratto di cura che evidenzi l’adeguata e appropriata presa in carico dei bisogni assistenziali, quanto espresso dalla persona in termini di assenso/dissenso informato rispetto a quanto proposto, gli elementi espliciti di tutela dei dati personali e gli elementi economici.
In questo senso fa anche un altro passaggio per superare l’ostacolo che ha creato e crea problemi per altre professioni e che gli infermieri invece hanno chiarito e risolto: l’infermiere che ricopra incarichi politico-istituzionali persegue interessi pubblici generali, della collettività tutta e non di parte, che siano individuali associativi o corporativi.
Quindi su di lui niente interventi dell’Ordine al di fuori di ragioni strettamente e realmente professionali.
Redazione NurseTimes
Testo definitivo del Codice Deontologico degli Ordini delle professioni infermieristiche 2019
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