Scandalo alla facoltà di Medicina. Registri “gonfiati” per garantire le progressioni di carriera del personale accademico.
Un’autentica bufera si è abbattuta sulla facoltà di Medicina dell’Università di Firenze. Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e i sostituti Antonino Nastasi e Massimo Bonfiglio hanno firmato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, effettute dal nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF nei confronti di alcuni esponenti di spicco del Dipartimento di Chirurgia e medicina traslazionale, che combina discipline, risorse, competenze e tecniche per migliorare prevenzione, diagnosi, terapie.
Sono dodici gli indagati, tra i quali figurano il direttore Marco Santucci e il segretario del Consiglio del Dipartimento, Massimo Innocenti, oltre a dieci professori associati (Gabriella Nesi, Luca Voltolina, Daniela Massi, Domenico Andrea Campanacci, Pasquale Gallina, Stanislao Rizzo, Gianni Virgili, Carlo Paparozzi, Roberto Civinini, Leonardo Politi). L’accusa è di aver confezionato una serie di falsi per “accertare che le attività svolte nell’anno accademico precedente fossero conformi ai compiti attribuiti nella programmazione didattica”. Ciò allo scopo di garantire la validità dei requisiti richiesti per le valutazioni del personale accademico (professori e ricercatori a tempo indeterminato), quindi le progressioni di carriera e il trattamento economico.
Coinvolti altri 17 tra dottori e dottoresse ordinari per il mancato o ritardato deposito del consuntivo dell’attività didattica alla data del 14 febbraio 2018. Dalla notifica dell’avviso di fine indagini gli indagati hanno 20 giorni per presentare eventuali memorie. L’avviso è propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio.
Gli indagati avrebbero messo in piedi un vorticoso giro di ore di attività didattica, integrativa e di servizio agli studenti, da espletare come da Regolamento del 2017. Ore di “didattica frontale” segnate, ma non effettuate, o effettuate in parte. Nel mirino, le “autocertificazioni del personale medico interessato” alla didattica, nonché il mancato o ritardato deposito dei registri degli insegnanti.
A Santucci e Innocenti dovrebbe essere contestata la falsità commessa da un pubblico ufficiale in atti pubblici. Elemento d’accusa, un verbale del Consiglio (3/2018) in cui i due professori avrebbero “attestato falsamente di esaminato le relazioni sull’attività didattica svolta, in base ai registri d’insegnamento depositati”. Registri “largamente incompleti”. I due avrebbero anche omesso “di segnalare le divergenze tra autocertificazioni e registri degli insegnamenti” e i casi di “mancato deposito della relazione annuale, della loro mancata validazione”, essendo “perfettamente a conoscenza” di tali lacune.
Per gli altri dieci indagati l’accusa è invece di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. In riferimento al periodo compreso tra il 1° settembre 2016 e il 31 agosto 2017, avrebbero falsamente attestato nella relazione annuale di aver effettuato svariate ore di didattica frontale in più rispetto a quelle reali. Nello specifico: 80 ore segnate a fronte di 48 effettive per il professor Nesi; 80 segnate a fronte di 10 effettive per Voltolina; 80 segnate a fronte di 35 effettive per Massi; 80 segnate a fronte di 13 effettive per Campanacci; 80 segnate a fronte di 40 effettive per Gallina; 80 segnate a fronte di appenna 3 effettive per Rizzo; 80 segnate a fronte di 16 effettive per Virgili; 80 segnate a fronte di 44 effettive per Paparozzi; 80 segnate a fronte di 27 effettive per Civinini.
Redazione Nurse Times
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