Infermieri

Fnopi: “Bene il via libera della Camera al Ddl contro la violenza sugli operatori sanitari”

La soddisfazione della presidente Mangiacavalli, che auspica tempi rapidi per l’approvazione definitiva al Senato.

“È una bella notizia che il disegno di legge contro la violenza sugli operatori sanitari abbia fatto un ulteriore passo avanti e sia stato approvato dalla Camera”. Così Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), commenbta il via libera a Montecitorio del Ddl, con alcune modifiche che ora lo fanno tornare di nuovo al Senato. Ogni anno circa 5mila infermieri subiscono violenze fisiche o verbali: circa 13-14 al giorno. L’89,6% degli infermieri è stato vittima, secondo una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma, di violenza fisica/verbale/telefonica o di molestie sessuali da parte dell’utenza sui luoghi di lavoro. In base ai dati rilevati si può dire che circa 240mila infermieri su 270mila dipendenti, durante la loro vita lavorativa, abbiano subito una qualche forma di violenza, sia pure solo una aggressione verbale. Di tutte le aggressioni, secondo l’Inail, il 46% sono rivolte a infermieri e il 6% a medici (gli infermieri sono i primi a intercettare i malati al triage, a domicilio, ecc., e quindi quelli più soggetti). “La Fnopi – dice Mangiacavalli – ha da sempre richiesto tolleranza zero verso la violenza e un inasprimento delle pene, ma non solo. Per la nostra Federazione è estremamente positivo, ad esempio, che si sia voluto mettere ancora di più in rilievo il ruolo dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Una richiesta specifica, fatta a suo tempo dalla Fnopi e che, oltre a essere istituito presso il ministero della Salute, nostro ministero vigilante, dovrà essere costituito, per la sua metà, da rappresentanti donne. Tra gli infermieri il 78% circa è donna e abbiamo sempre sottolineato la duplice rilevanza che il Ddl contro la violenza riveste sia per i suoi contenuti in sé, sia per il fatto che la violenza è indirizzata quasi sempre in modo maggiore proprio verso le donne”
. Prosegue la presidente Fnopi: “Bene anche l’aggravio delle pene per lesioni gravi o gravissime, che ora vale non più solo per le aggressioni a danno del personale sanitario o socio-sanitario, ma anche a danno di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso. Un aspetto per noi molto importante è poi l’istituzione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che ha lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza a una cultura che condanni ogni forma di violenza”. Infine: “È essenziale la maggiore informazione e formazione, perché siano denunciate da tutti e in modo chiaro le azioni di ricatto e le persecuzioni nell’ambiente di lavoro rispetto alla posizione e ai compiti svolti, ed è una delle richieste da noi portate avanti. Altrettanto fondamentale è far sapere alle persone cosa significa la violenza sugli operatori sanitari. Il cittadino non ha chiaro chi si prende cura di lui: deve capire che a farlo è l’equipe. Anche rispetto all’assistenza domiciliare, altro terreno di rischio per la violenza sugli operatori, spesso modelli organizzativi sono decisi da pochi, mentre il sistema di rischio clinico deve avere modalità diffuse, interconnesse e condivise da tutti”. Redazione Nurse Times  
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