Un’invenzione israeliana permetterà di rilevare le immagini iperspettrali e le cellule tumorali grazie all’analisi delle informazioni ottenute a diverse lunghezze d’onda sullo spettro elettromagnetico
Una telecamera iperspettrale è in grado di acquisire un’immagine e, per ciascun pixel, lo spettro relativo simultaneamente, generando quello che comunemente viene chiamato “cubo di dati”, combinando dunque Imaging e Spettroscopia.
Il “cubo di dati” è costituito da una serie di fotogrammi, ognuno dei quali è una linea immagine che viene dispersa in lunghezza d’onda e acquisita dal sensore. Sono dunque le informazioni spettrali linea per linea che vengono acquisite dal sensore, mentre le informazioni spaziali verranno ricostruite via software a partire da quelle spettrali.
Benché utilizzino sensori matriciali, le telecamere iperspettrali sono a tutti gli effetti dei Linescan e necessitano dunque della scansione per acquisire un’intera scena.
Le immagini ottenute trovano applicazione in un’ampia gamma di settori tra i quali:
I ricercatori dell’Università di Ben Gurion hanno cercato di sfruttare al massimo la crescente tecnologia iperspettrale, miniaturizzandola ed inserendola in uno strumento che può essere adattato ad una fotocamera standard, senza un particolare esborso economico.
Non viene pertanto richiesta alcuna nuova tecnologia ed il dispositivo in questione può essere realizzato utilizzando materiali comunemente disponibili quali il cristallo liquido
. Tale elemento avrebbe la peculiarità di generare immagini e video ad alta qualità, ad un prezzo inferiore se paragonato alle telecamere iperspettrali attualmente in commercio.
Il componente aggiuntivo della BGU può rilevare immagini piccole come le cellule tumorali o misurare i virus che contaminano l’acqua con una precisione pari a quasi il 100%.
Il Prof. Adrian Stern, responsabile dell’unità di ingegneria elettro-ottica dell’Università, ha illustrato come, grazie al “campionamento compressivo”, un software sia in grado di minimizzare la raccolta di dati ridondanti durante la cattura delle immagini.
Anche il Prof. Dan Blumberg si è espresso in merito:
“Invece di usare un prisma grande e pesante all’interno della fotocamera, abbiamo sviluppato un filtro e un sensore molto piccoli che vengono attivati dalla corrente elettrica. Ogni volta che cambia la corrente, una foto viene catturata.”
Il Prof. Stanley Rotman del dipartimento di ingegneria elettrica e informatica e Yitzhak August, ex dottorando all’Università di Ingegneria Elettro-Ottica, completano il team di sviluppo.
Fonte: siliconwadi
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