Proseguono ininterrotte le proteste e gli scioperi degli infermieri francesi riuniti in quello che la carta stampata nazionale definisce un "Movimento Infermieristico senza precedenti" finalizzato a mantenere alta l'attenzione sullo stato della professione
Il personale sanitario si è più volte riunito negli ultimi mesi per organizzare marce di protesta per manifestare la rabbia derivante dai continui tagli in sanità.
Le manifestazioni si sono sempre concluse a Parigi, presso la sede del Ministero della Salute. Altri professionisti sanitari si sono uniti agli Infermieri per protestare.
Varie “delegazioni” sono state in grado di parlare direttamente con Marisol Touraine, ministro della salute francese. La politica ha avuto non poche difficoltà a calmierare gli animi poiché la rabbia dei manifestanti era derivante da numerosi fattori:
Nel mese di settembre 2016 è esploso il malcontento degli infermieri, al termine di un’ondata di suicidi derivanti dallo stress lavorativo.
Gli operatori sono sempre più malati in seguito all’esaurimento fisico derivante da molti anni di carriera e dal fatto che chi sia andato in pensione non sia mai stato rimpiazzato.
Per sopperire le carenze di personale, ad alcuni infermieri specialisti in un settore, è stato chiesto di trasferirsi in un’area non di loro competenza, nella quale non hanno alcuna esperienza.
“Sei stato un infermiere chirurgico per 15 anni e una mattina ti trovi catapultato in cardiologia“, racconta Nathalie Depoire, presidente dell’associazione infermieristica nazionale CNI.
Prosegue affermando che questa rivoluzione ha lasciato ad infermieri esperti la sensazione di “sentirsi stupidi” perché essi “erano incapaci di rispondere alle domande dei pazienti“.
Alcuni infermieri hanno raccontato al giornale “Le Monde” di aver dovuto assistere quasi il doppio di pazienti al giorno rispetto a 5 anni fa.
“Sempre più frequentemente trascorro interi turni lavorativi nei quali non ho neanche il tempo di bere, di mangiare o di andare al gabinetto. Portare a termine le mie attività è una vera e propria corsa contro il tempo”.
I sindacati hanno richiesto al governo di trovare una soluzione entro la fine del 2017 ai tagli di €3.5 miliardi di euro effettuati.
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