I pazienti anziani che manifestano delirium dopo un intervento chirurgico hanno un rischio triplicato di manifestare demenza senile
Questo è il risultato emerso dal report pubblicato sul British Journal of Anaesthesia, che ha analizzato gli effetti del delirium postoperatorio (POD) nei pazienti con più di 65 anni che, prima dell’intervento, non manifestavano alcuna alterazione cognitiva. Su 1.152 pazienti, il 9,5% ha manifestato demenza o deficit cognitivi nei 9 mesi successivi.
L’incidenza di demenza o altri deficit cognitivi nei pazienti che hanno subito un intervento chirurgico è risultata essere del 33,3%. Tale dato è notevolmente superiore al 9% riscontrato tra i soggetti non sottoposti ad operazione.
Mentre alcuni precedenti studi già avevavno dimostrato correlazione tra POD e demenza, questo è stato il primo ad analizzare soggetti che non hanno mai manifestato declino cognitivo pre-operatorio, spiega David Warner, anestesista della Mayo Clinic di Rochester, autore dello studio.
Per delirium si intende una sindrome clinica caratterizzata da transitoria ed in genere reversibile confusione mentale che si associa ad un importante disorientamento spaziale e temporale, inattenzione e pensiero disorganizzato.
Particolarmente soggetti sono stati gli anziani con basso livello di istruzione e quelli sottoposti ad interventi di chirurgia vascolare.
Saranno necessari ulteriori studi per determinare se il delirium possa realmente contribuire ad un declino cognitivo nell’anziano o se sia un indicatore di qualche fattore sottostante che avrebbe reso i soggetti più propensi a manifestare demenza senile.
“Qualora esistesse correlazione tra sviluppo di delirium ed aumento di rischio di demenza senile, occorrerebbe fare qualcosa per ridurne l’incidenza nel postoperatorio“, spiega Warner.
Questo potrebbe includere l’utilizzo di tecniche anestesiologiche differenti o procedure di gestione del dolore postoperatorio alternative.
“La maggior parte dei pazienti inclusi nello studio sono stati sottoposti ad anestesia generale. Nonostante non fossero presenti particolari fattori di rischio, potrebbe essere opportuno analizzare se l’utilizzo di tecniche di anestesia spinale o epidruale possa ridurre l’incidenza di delirium“, prosegue Warner.
Le tecniche per la gestione del dolore post operatorio potrebbero essere migliorate: “Abbiamo esclusivamente utilizzato oppiodi per la gestione del dolore postoperatorio. Ora stiamo valutando principi attivi differenti.”
Precedenti ricerche raccomandano di utilizzare orologi a parete, calendari o altri oggetti che possano aiutare il paziente a riacquistare l’orientamento dopo l’operazione.
La presenza dei famigliari, la continuità assistenziale garantita sempre dallo stesso operatore e la riduzione delle interruzioni del sonno durante la notte potrebbero dare beneficio. Anche i supporti visivi ed acustici possono migliorare la situazione.
Il paziente anziano non è l’unico a poter manifestare deterioramento cognitivo dopo un intervento chirurgico.
“Anche i neonati sottoposti ad anestesia generale potrebbero avere uno sviluppo cognitivo problematico” sostiene il ricercatore, anche se non esistono ancora certezze in merito.
Fonte: British Journal of Anaesthesia
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