Atto d'accusa del presidente del Collegio Carbonia-Iglesias, Graziano Lebiu, (VEDI) nei confronti della numero due della Federazione:
La polemica, per certi aspetti, è esplosa a scoppio ritardato. Perché la questione, finita in una comunicazione ufficiale del 14 dicembre scorso, a firma del presidente del Collegio Ipasvi di Carbonia-Iglesias, Graziano Lebiu, è vecchia di almeno venti giorni.
Tanti quanti ne sono trascorsi dall’evento organizzato dall’Ipasvi di Pisa relativo alla presentazione della bozza di Codice deontologico (VEDI) messa a punto dal gruppo di lavoro promosso dal Collegio della città toscana.
Evento che, per pura casualità, è stato consumato pochi giorni dopo la presentazione della bozza del Collegio deontologico redatto dalla Federazione nazionale. Eppure l’appuntamento pisano diventa, alla vigilia del Consiglio nazionale in programma sabato a Roma, occasione per sollevare un polverone che rischia di trasformarsi in nebbia, svanita la quale non resta nulla.
Tutto nasce dalla presenza della vice presidente del Comitato centrale, Maria Adele Schirru, alla presentazione del Codice pisano: gesto di cortesia istituzionale anche perché, come spiega la stessa Schirru nella risposta inviata al presidente del Collegio di Carbonia-Iglesias (VEDI) “la Federazione, in quanto tale, rappresenta tutti i Collegi e partecipa alle iniziative di questi anche quando esse possano creare problematicità o sono in contrasto con le regole di un confronto trasparente”.
Parole chiare che rafforzano un concetto che la Schirru aveva espresso, proprio a Pisa, in un’intervista (VEDI) al nostro giornale: “E’ un’iniziativa irrituale” aveva dichiarato a proposito della presentazione di quella bozza di Codice deontologico.
La vice presidente, suo malgrado, è finita nel mirino del presidente del Collegio di Carbonia-Iglesias, per aver presenziato a quell’evento, al quale erano presenti oltre al padrone di casa, Emiliano Carlotti
, presidente dell’Ipasvi di Pisa, anche il professor Ivan Cavicchi, docente all’Università Tor Vergata e tra i componenti del gruppo di lavoro che ha redatto il Codice pisano.La Schirru, a leggere la comunicazione di Lebiu, si sarebbe macchiata di una colpa grave: quella di essere stata al tavolo dei relatori al fianco di chi, secondo il presidente del Collegio di Carbonia-Igleasias, avrebbe espresso “pesanti considerazioni nei confronti dell’intera rappresentanza professionale e dei contenuti del Codice deontologico (quello della Federazione n.d.r.), ancorché irrituali per la caratura del personaggio”.
A chi faccia riferimento Lebiu non lo dice chiaramente ma riporta, nella sua comunicazione, dichiarazioni testuali che sarebbero state espresse dal personaggio in questione.
In un passaggio sempre il solito personaggio avrebbe dichiarato, a proposito del Codice deontologico della Federazione: “La mia impressione è che chi ha scritto quella roba consideri gli infermieri come una massa di imbecilli ai quali si può impunemente dire che Cristo è morto di freddo”.
Insomma quelle parole non sono state dette in quel dibattito ma, probabilmente (il condizionale è d’obbligo) in un altro contesto. Così si scopre che Lebiu attacca la Schirru per un fatto mai accaduto in quel consesso al quale la vice presidente del Comitato centrale è stata presente.
E la stessa Schirru, nella sua risposta al presidente del Collegio di Carbonia-Iglesias, ha ribadito quanto affermato nell’intervista rilasciata a NurseTimes.
Caso chiuso, anche se resta la sgradevole sensazione di una polemica costruita ad arte alla vigilia del Consiglio nazionale e posticcia nei contenuti, perché prende spunto da un evento vecchio venti giorni.
Salvatore Petrarolo
Foto: web
Allegati
Nota del presidente ipasvi di Carbonia Iglesias Graziano Lebiu
Nota della vice presidente della Federazione nazionale collegi Ipasvi Maria Adele Schirru
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