In Puglia due proposte di legge per dire sì al parto in casa: ecco cosa ne pensano le madri

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato delle donne di Rinascere al Naturale Onlus.

In questi giorni le donne pugliesi impegnate nella tutela dei diritti alla nascita hanno appreso con grande meraviglia che, dal 6 dicembre, la nostra Regione ha ben due proposte di legge che riconoscono il diritto della donna alla libera scelta del luogo del parto. In altre parole, con entrambe queste proposte, si intende regolamentare il diritto delle madri pugliesi, al pari di quelle di altre regioni italiane, a partorire in ambiente extra-ospedaliero, garantendo a questo fine un adeguato sostegno economico.

Noi donne di Rinascere al Naturale Onlus ci facciamo portavoce del sentire delle madri pugliesi sensibili alla tematica nell’esprimere una grande gioia per questa nuova attenzione da parte della classe politica regionale, ma allo stesso tempo non possiamo negare qualche perplessità sulla compresenza di due proposte di legge. Come si tradurrà nel futuro prossimo questa attenzione? Avremo presto la possibilità di partorire in casa con il sostegno della Regione? O piuttosto un possibile antagonismo di partito e la volontà di scegliere la proposta migliore a scapito dell’altra ci allontanerà ancora di più dall’obiettivo? Purtroppo è quanto già avvenuto in altre regioni italiane, attualmente ancora sprovviste di una legge concreta sul parto. A meno che non ci sia la volontà di superare la divergenza. E noi, in questa volontà, riponiamo grande fiducia.

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Da lungo tempo le madri attiviste pugliesi cercano di sensibilizzare la classe politica e la cittadinanza sull’importanza di operare un cambiamento nel percorso nascita in Puglia, in una duplice forma: da una parte promuovendo il parto in casa, dall’altra migliorando l’assistenza al parto ospedaliero. La necessità di agevolare e promuovere la scelta del parto in casa nasce non da un’idea romantica del parto o dalla nostalgia di tempi passati, ma dalle indicazioni che vengono dai più recenti studi e dalle raccomandazioni di autorevoli enti internazionali, che mettono in evidenza quella che ormai è una verità scientificamente riconosciuta: il parto assistito in modo de-medicalizzato e in ambiente extra-ospedaliero (domicilio o casa maternità) permette di avere migliori esiti in termini di salute per mamma e bambino.

In altre parole, il parto in casa è sicuro quanto il parto in ospedale, o forse di più. Per questo, negli ultimi anni, molte decine di donne pugliesi lo hanno scelto, spesso a seguito di un’esperienza in ospedale non del tutto soddisfacente. Tuttavia, sebbene queste donne siano cittadine e contribuenti del Servizio Sanitario, hanno dovuto sostenere personalmente le spese di assistenza al parto, poiché la regione Puglia, sino ad oggi, non prevede tale servizio. Risulta dunque evidente come una scelta di salute diventi, a queste condizioni, una scelta d’élite ed è per questo che si rende necessario far diventare il parto a domicilio un servizio pubblico, accessibile anche a coloro che hanno minori possibilità economiche.

Del resto la grandissima maggioranza delle donne, in Italia e in Puglia, sceglie ancora di partorire in ospedale, pertanto è necessario intervenire contemporaneamente anche per migliorare i percorsi nascita ospedalieri. È noto infatti che in numerosi punti nascita vi siano importanti carenze da colmare: dalla mancanza del roaming-in (per consentire il costante contatto tra mamma e bambino, come raccomandato dalle evidenze scientifiche) alla possibilità di avere un parto attivo, con una o due persone di fiducia, solo per fare qualche esempio.

Allarmante è poi il tasso di cesarei, che vede da anni la Puglia al terzo posto nella classifica nazionale. Nonostante una leggera riduzione degli ultimi anni, la percentuale si aggira ancora intorno al 41% (dati ISTAT del 2013). Particolarmente grave poi è il ricorso al cesareo dopo precedente cesareo come se fosse la regola, mentre scarso sostegno e pessima informazione vengono offerti alle donne circa la possibilità di partorire naturalmente se i precedenti figli sono nati da taglio cesareo, come è raccomandato ormai da molti anni a livello nazionale e internazionale.

Per far fronte a queste urgenze (parto extra-ospedaliero, percorsi assistenziali appropriati in ospedale e promozione del parto dopo cesareo), nel 2012 un gruppo di madri e padri, poi riunitisi nell’Associazione Rinascere al Naturale Onlus, ha promosso una petizione e ha tentato, negli anni, di trovare ascolto presso le istituzioni pugliesi, spesso con scarsi esiti. Solo nel 2014 l’ex consigliere regionale Anna Rita Lemma si è fatta portavoce di queste istanze, depositando una proposta di legge il cui iter si è però presto interrotto.

Finalmente l’8 marzo 2017, durante il Convegno “Accogliere la Vita: i diritti della partoriente e del neonato“, organizzato dal Centro anti-violenza di Andria “RiscoprirSi”, noi di Rinascere al Naturale abbiamo potuto consegnare, in rappresentanza delle donne pugliesi, le 1.865 firme in formato cartaceo (a cui si aggiungevano altre 1.223 in formato digitale) al consigliere Grazia Di Bari, che ha da subito dimostrato sensibilità verso la tematica e, lo scorso settembre, ha depositato la proposta di legge “Norme per il parto nelle strutture ospedaliere e a domicilio”, il cui iter è ancora in corso.

Ora abbiamo appreso che il 6 dicembre è stata depositata una nuova proposta di legge dal titolo “Norme per la promozione del parto a domicilio e nelle Case del Parto”, a firma di Vincenzo Colonna, Cosimo Borraccino, Sebastiano LeoDomenico SantorsolaSabino Zinni e Ruggiero Mennea, segnale di un nuovo interesse da parte delle istituzioni verso i diritti delle donne nel parto. Segnale che non può che riempirci di gioia!

A questo comune interesse, che vede uniti i nostri rappresentanti al di là del colore politico, noi donne pugliesi ci appelliamo affinché si uniscano le forze per rendere la proposta di legge una legge effettiva, superando il dualismo rappresentato dalla compresenza di un doppio testo ed eventualmente integrando il testo già depositato da Grazia Di Bari con apporti che possano migliorarlo, coinvolgendo attivamente in questa fase le stesse utenti, agevolandone l’iter e permettendone la sua tempestiva approvazione.

Un’unica proposta di legge coofirmata da tutti e, se un “cappello” deve essere messo, che sia quello delle madri, delle donne consapevoli che vogliono poter scegliere cosa è meglio per se stesse e per i propri figli, sostenute dagli operatori della nascita e dai nostri rappresentanti politici. Un’utopia? Noi preferiamo parlare di sogno: il sogno di una Puglia capace di diventare un modello virtuoso.

Le donne di Rinascere al Naturale Onlus

Redazione Nurse Times

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