Incaviglia (AADI) replica a Binello: “Pulire vomito è indice di umanità? Possibile che valga solo per gli infermieri?”

Incaviglia (AADI): “Oltre a garantire mansioni vietate perché demansionanti e quindi umilianti, l’infermiere deve pure risponderne disciplinarmente se gliene scappa una?”

Un caso, quello di Monza (VEDI), che sta facendo discutere molto la comunità infermieristica: in breve, per chi non ha letto i nostri articoli sulla questione: l’ospedale San Gerardo ha richiamato un infermiere per non aver pulito il vomito di un paziente dal letto e dal pavimento, con tanto di scuse nei confronti della famiglia pubblicate sul giornale e di strigliata per l’infermiere “negligente”.

L’AADI è subito intervenuta, invitando il collega coinvolto a contattare l’associazione per essere assistito gratuitamente “perché quanto è avvenuto lede l’immagine e la dignità di tutta la categoria infermieristica stanca di sopperire a carenze ormai divenute strategiche e quindi dolose”. Carenze di personale di supporto, ovviamente. La Direzione ASST di Monza ha risposto, smentendo che il professionista sia stato interessato da un procedimento disciplinare (VEDI) e minacciando di querelare l’AADI (VEDI

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Anche l’OPI di Milano – Lodi – Monza e Brianza si è fatto sentire (VEDI), inviando a Il Giornale di Monza una richiesta di rettifica dell’articolo incriminato (pubblicato in data 3 agosto) perché “risulta diffamatorio verso tutta la categoria infermieristica, nonché dannoso ai fini dell’immagine e dei valori che la figura del l’infermiere rappresenta”.

E tra i tanti commenti illustri, più o meno pubblicabili, che hanno provato a condannare o a giustificare ciò che è accaduto a Monza, c’è stato anche il lungo post social della collega Laura Binello (VEDI), oggetto di aspre critiche, ma anche di memorabili attestati di stima.

La parte del post che fa più discutere è senz’altro questa: “…Sono altresì certa che tutti i miei colleghi infermieri in servizio presso la mia SOC, professionisti intellettuali, avrebbero senza problemi pulito un pavimento improvvisamente ed inaspettatamente raggiunto da qualsivoglia liquido organico di provenienza umana (il paziente), esattamente come facciamo quotidianamente con unghie, escare, sangue, pus.”

Matteo Incaviglia, infermiere legale e segratario AADI Sicilia, ha voluto così rispondere alla collega:

“Carissima Laura Pandarei Binello, tutto questo post per dire cosa? Che gli altri sarebbero tutti senza buon senso, mentre l’autrice è di buon cuore?

Il suo post è fuorviante perché non descrive la realtà dei fatti, che è quella di un sistema finalizzato allo sfruttamento esclusivo di una professionalità… Quella dell’infermiere.

Il suo scritto è fuorviante perché la questione non tratta un episodio occasionale scaturito da una condizione particolare per cui l’infermiere si sarebbe comportato senza umanità, ma si tratta di una condizione strutturata e ben congeniata dove, nonostante la legge e tutta la giurisprudenza sulle mansioni postulino la presenza di tutte le figure professionali in servizio, le aziende se ne strafregano.

È fuorviante perché non si considera che durante il servizio, senza alcun ausiliario (come descritto nel post), nessun’altra figura professionale si attiva per svolgere le mansioni che competono agli ausiliari come fanno sistematicamente gli Infermieri, o meglio come sono costretti a fare. Pare che questa umanità sia appannaggio solo degli Infermieri…

Non solo: oltre a garantire mansioni vietate perché demansionanti e quindi umilianti, l’infermiere deve pure risponderne disciplinarmente se gliene scappa una?

È vergognoso e pure doppiamente umiliante. Solo dagli infermieri si pretende una condotta vietata e si viene puniti addirittura per un favore eccezionalmente non concesso!

Ottenere i likes parlando di umanità è semplice e forse troppo facile, ma è completamente fuorviante rispetto alla diffida dell’ AADI.”

Alessio Biondino

Redazione Nurse Times

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