Esami strumentali

La spirometria: cos’è e a cosa serve

La spirometria è il test più comune per valutare la funzione respiratoria che si esegue con l’ausilio di uno strumento chiamato spirometro.

La spirometria è un semplice esame strumentale utilizzato per diagnosticare e monitorare le malattie delle vie respiratorie e per valutare l’efficacia delle cure. Misura la quantità (il volume) d’aria che entra (inspirazione) ed esce (espirazione) dai polmoni e la forza del flusso respiratorio.

Si esegue utilizzando uno strumento chiamato spirometro, una piccola macchina computerizzata collegata tramite un cavo ad un boccaglio inserito tra i denti della persona che si sottopone all’esame.

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La spirometria può essere effettuata da un infermiere o da un medico in ambulatorio, in ospedale o in clinica. Di solito, è prescritta dal medico curante al termine di una visita qualora rilevi dei disturbi di tipo respiratorio come, ad esempio, una tosse persistente; sospetti la presenza di una malattia broncopolmonare oppure ritenga che la persona visitata corra il rischio di sviluppare una malattia del polmone come accade, ad esempio, ai fumatori.

E’ possibile rappresentare la manovra di espirazione forzata con una curva flusso-volume: ad ogni istante si riportano il flusso istantaneo (ordinate) ed il volume espirato (ascisse).
Il test è indolore e richiede generalmente meno di 10 min.

L’indagine è molto semplice, per nulla fastidiosa e richiede solo una semplice collaborazione da parte del paziente che deve eseguire delle manovre respiratorie mentre è collegato con la bocca allo spirometro.

Verrà chiesto al paziente di soffiare minimo tre volte nello spirometro. Il risultato dell’indagine mostra una serie di valori che indicano oltre alla capacità del polmone anche il grado di pervietà (apertura) dei bronchi.
Se la quantità d’aria espirata nel primo secondo è bassa, può esserci un ostruzione delle vie aeree, dovuta ad asma o BPCO, nel caso in cui si sia in terapia per queste patologie la spirometria può servire a valutare l’efficacia della terapia.
Nel caso l’esame risulti alterato il medico può far inalare un farmaco, un broncodilatatatore, per verificare se l’alterazione polmonare sia reversibile o meno, aspettare tra i 10 e 15 min e poi eseguire una rivalutazione dell’esame. In caso di asma i miglioramenti sono maggiori rispetto alla BPCO.

INDICAZIONI ALLA SPIROMETRIA

  • Eseguire una valutazione del rischio pre-operatorio prima dell’esecuzione dell’anestesia
  • Misurare la riposta bronchiale in soggetti con sospetto d’asma
  • Diagnosi e trattamento dell’asma
  • Identificazione di malattie respiratorie in pazienti con difficoltà respiratoria
  • Diagnosi differenziale in malattie polmonari di tipo restrittivo
  • Valutare la risposta ad un determinato trattamento

CONTROINDICAZIONI ALLA SPIROMETRIA

  • precedenti episodi cerebrovascolari
  • infezioni polmonari
  • recente sottoposizione ad interventi chirurgici toracici, addominali o oculari
  • infarto miocardico negli ultimi sei mesi, o angina pectoris instabile
  • aneurismi
  • grave ipertensione arteriosa
  • presenza di sintomi che potrebbero interferire con la spirometria (nausea, vomito)

L’esame può essere eseguito solo da adulti o bambini con età minima di 6 anni, che riescano a collaborare durante l’esame. La collaborazione del paziente è fondamentale, per questo motivo questo esame non può essere eseguito su pazienti sedati, in ventilazione assistita o privi di coscienza.

Il Test

La spirometria è un esame semplice e veloce da eseguire che permette di misurare la quantità di aria viene inspirata ed espirata (cioè si fa una bel respiro e poi si espelle bene l’aria). La buona riuscita dell’esame richiede la collaborazione attiva e il massimo impegno da parte della persona che vi si sottopone.

Per questo è opportuno che la persona sia bene informata sullo svolgimento dell’esame e sui comportamenti da seguire:

  • evitare di effettuare sforzi intensi nei 30 minuti precedenti la prova
  • evitare di fumare almeno 24 ore prima dell’esame
  • evitare di consumare un pasto abbondante almeno 2 ore prima di sottoporsi al test
  • evitare di bere alcolici nelle 4 ore precedenti l’esecuzione della prova
  • indossare abiti larghi e comodi che non intralcino la respirazione
  • evitare l’assunzione di farmaci broncodilatatori

In genere, il test è eseguito da seduti e in alcuni casi è applicato sul naso uno stringinaso morbido per evitare la fuoriuscita di aria attraverso le narici. Quando l’esame inizia è chiesto di eseguire le seguenti manovre:

  • inalare profondamente, in modo che i polmoni siano completamente pieni d’aria
  • stringere con forza il boccaglio tra le labbra per evitare perdite di aria
  • espirare con tutta la forza e il più velocemente possibile nel boccaglio collegato allo spirometro, fino al completo svuotamento dei polmoni (per ottenere un completo svuotamento dei polmoni l’espirazione deve durare almeno 6 secondi)

Per garantire un risultato affidabile è chiesto, di solito, di ripetere la prova per tre volte. Se non si riesce ad eseguire correttamente il test con tre prove, si può proseguire con i tentativi fino ad un massimo di otto.
In alcuni casi, se il medico lo ritiene opportuno, potrebbe essere necessario ripetere la prova dopo 15 minuti dall’assunzione di un farmaco broncodilatatore per via inalatoria. Ciò serve a capire se sia possibile un miglioramento della malattia riscontrata tramite l’impiego di tali medicinali.

La spirometria è un test sicuro e non invasivo. Alcune persone, però, alla fine dell’esame potrebbero sentire un senso di vertigine, debolezza, instabilità, stanchezza dovuti all’eccessivo sforzo durante l’espirazione. Altre, particolarmente sensibili, potrebbero avvertire un aumento di pressione alla testa, un leggero dolore al torace, allo stomaco o agli occhi, a causa della espirazione forzata. Le persone che soffrono di ipertensione non tenuta sotto controllo medico (farmacologico), che sono state colpite recentemente da un’angina instabile o da un infarto, che hanno subito un intervento chirurgico alla testa, al torace, allo stomaco o agli occhi, non dovrebbero sottoporsi alla spirometria finché non siano guarite o le loro condizioni siano stabili.

La durata del test nel suo insieme, generalmente, non supera i 30-90 minuti. Subito dopo è possibile tornare a casa e riprendere le normali attività.

Risultati

Il risultato della spirometria è fortemente dipendente dalla collaborazione del paziente, spesso per ovviare a questo problema si decide di ripetere l’esame più volte fino a 3 volte.

La spirometria misura la quantità di aria inspirata in un secondo e il volume totale di aria espirata in un’unica volta.
Lo spirometro, quindi, rileva:

  • il flusso dell’aria espirata (espresso in litri/secondo)
  • il volume totale dell’aria espirata (espresso in litri)
  • il tempo totale in cui si compie l’espirazione (espresso in secondi)

I risultati ottenuti sono rappresentati graficamente attraverso due curve (spirogramma): la curva volume/tempo e la curva flusso/volume che permettono di valutare diversi fattori:

  • CVF (Capacità Vitale Forzata): il volume massimo di aria che può essere espulsa in un’espirazione forzata partendo da un’ispirazione completa
  • VEMS (Volume Espiratorio Massimo nel 1° secondo) o FEV1: il volume d’aria espulsa nel primo secondo di un’espirazione forzata, partendo da una inspirazione completa; permette di misurare la velocità di svuotamento dei polmoni. È uno dei valori più importanti in una spirometria. I valori medi di FEV1 nelle persone sane dipendono principalmente dall’età, dal sesso, dall’altezza, dalla massa corporea e dall’etnia. In generale, in un soggetto sano (e anche nella stragrande maggioranza di coloro che sono malati di asma) si considera normale rispetto al valore teorico una percentuale che si attesta attorno al 70-80% (calcolata secondo i parametri CECA 1983); nei soggetti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e in coloro che hanno subito un peggioramento dell’asma bronchiale, tale percentuale può risultare notevolmente ridotta
  • VEMS/CVF: il rapporto tra il massimo volume d’aria espulsa nel 1°secondo di una espirazione forzata e il volume totale di aria espulsa dopo una inspirazione profonda. È utilizzato per valutare se sia presente una malattia di tipo “ostruttivo” o “restrittivo”, o una combinazione dei due. Si ha una malattia ostruttiva delle vie aeree quando la capacità di respirare in modo rapido è influenzata dal restringimento delle vie aeree, ma la quantità di aria che si può tenere nei polmoni è normale come, ad esempio, nei casi di asma o BPCO. Si ha una malattia polmonare restrittiva quando la quantità di aria che si inspira è ridotta perché i polmoni non sono in grado di espandersi pienamente come, ad esempio, nella fibrosi polmonare. I risultati sono confrontati con i valori normali di una persona della stessa età, altezza, peso e sesso. Il rapporto VEMS/CVF in individui adulti normali oscilla tra il 70% e l’80%; un valore inferiore al 70% indica un deficit ostruttivo e alta probabilità di BPCO.

I risultati dovranno successivamente essere analizzati da uno specialista o discussi con il medico di famiglia. Comunque, non devono mai essere giudicati isolatamente, ma contestualizzati e valutati dal medico insieme ai dati ottenuti dalla visita, alla storia personale della persona sottoposta all’esame e ad altre eventuali indagini.

Ida Baiano

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