Categorie: Prevenzione

Lombardia: Carcinoma della mammella…12 punti per ridurre il rischio di cancro

Il Carcinoma della Mammella colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% dei tumori che colpiscono le donne. È la prima causa di morte per tumore nella donna, con un tasso di mortalità del 17% di tutti i decessi per causa oncologica nel sesso femminile. (Fonte: AIRC 2015)

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Essenziale nella terapia è la diagnosi precoce, attraverso l’esame fisico, la mammografia e l’autopalpazione del seno. Una massa non dolente e un ingrossamento sono i sintomi più frequenti. Nell’uomo effettivamente risulta una eccezionalità ma è anche vero che è molto più pericoloso.

Il trattamento chirurgico e il tipo di terapia medica eventuale associata, vengono selezionati sulla base degli obiettivi prefissati in funzione degli strumenti a disposizione e le caratteristiche della persona.

L’infermiere rappresenta una figura assistenziale di fondamentale importanza nella fase di sorveglianza postoperatoria delle complicanze (emorragia,infezioni della ferita chirurgica, gestione del dolore, individuazione di criticità a carattere psicologico …). Inoltre l’infermiere professionista avrà un ruolo riabilitativo per il recupero della qualità della vita: stimolando precocemente la mobilizzazione attiva e passiva, consigliando l’uso di reggiseno contenitivo per il mantenimento della protesi nella giusta sede, incoraggiando la mobilizzazione dell’arto del lato operato favorendo il linfodrenaggio ed evitando la pseudoartrosi da immobilizzazione. Non meno importante sarà l’azione preventiva dell’infermiere nel consigliare stili di vita corretti.

Le ripercussioni psicosociali ed economiche derivanti dal carcinoma della mammella, non sono trascurabili e in tal senso molti interventi a livello nazionale ed internazionale sono stati fatti. Nonostante tutto molto è in previsione di essere fatto e scoperto, la strada della ricerca è ancora aperta a nuove prospettive.

In Italia recentemente si stanno attivando numerosi poli di supporto e di sostegno per la ricerca e la Lombardia, che da tempo è sempre stata sensibile ed intenzionata a dare un contributo reale per la lotta contro il carcinoma della mammella, ha ultimamente promosso due grandi iniziative. Una attraverso l’Istituto Nazionale Tumori (INT), con il Progetto Dianaweb, e un’altra attraverso una delibera per l’esenzione del ticket per le donne portatrici di mutazioni genetiche BRCA.

La Fondazione IRCCS dell’INT di Milano, attraverso il coordinamento della S.C. di Epidemiologia Prevenzione, propone un progetto di ricerca interamente ONLINE, utilizzando la piattaforma www.dianaweb.org .

Il progetto chiamato Dianaweb consiste in uno studio rivolto a donne che hanno avuto diagnosi di tumore al seno. Lo studio non impone parametri limitativi né per età, né per stato di salute, né per tempo trascorso dalla diagnosi; i ricercatori ritengono che il corretto stile di vita e una corretta alimentazione possono influenzare la prognosi.

L’accesso allo studio, in forma volontaria da parte delle donne interessate, potrà essere fatto con accesso al sito www.dianaweb.org , nel quale sito si trovano descrizioni dettagliate, dando la possibilità di registrarsi e ricevere assistenza attraverso la propria mail.

Dopo la compilazione di schede riguardanti lo stile di vita, alimentazione, peso corporeo, attività fisica e altri parametri, le partecipanti potranno ricevere ricette, consigli per l’attività fisica, le news della ricerca in campo di patologie cronico degenerative. Potranno inoltre inviare domande, seguire videoconferenze, partecipare ad incontri sul territorio attraverso la consultazione di un’agenda presente nell’area riservata del sito. L’ammirevole ed interessante finalità dello studio, è di costruire una coorte di donne che, inviando i loro dati, permetteranno di mettere in relazione la dieta mediterranea, limitata nei grassi, carboidrati raffinati e proteine animali, con lo stile di vita e l’attività fisica. I ricercatori si chiedono: “ Quanto i fattori di rischio favoriscono lo sviluppo del tumore e le loro recidive?”

Ultimamente, ma non di recente la scoperta di alcune mutazioni genetiche responsabili del 5-10% dei casi di carcinoma della mammella, quali BRCA1 e BRCA2, hanno reso rilevante l’indagine di screening per donne portatrici e se “…nel resto d’Italia le donne continuano a pagare di tasca propria se non vogliono correre il rischio di scoprire il cancro quando è già avanzato” (T.MORICONI in d.repubblica.it) in alcune regioni non è così!

Analogamente all’Emilia Romagna, è stata deliberata l’esenzione della compartecipazione alla spesa sanitaria rivolta alle donne residenti nella Regione Lombardia, positive alle mutazioni genetiche BRCA1 e BRCA2, che risultano quindi ad alto rischio di sviluppo di carcinoma della mammella e dell’ovaio, con un codice di esenzione D99. (Delibera 3933 del 4/8/15)

In pratica una donna con storia familiare oncologica viene indirizzata ad un servizio di genetica, e se positiva alla mutazione BRCA, accederà ad un percorso gratuito di prevenzione. L’esenzione D99 prevede per le donne sane con mutazione:

  • Visita senologica ed ecografia mammaria (annualmente) dai 18 anni
  • Visita senologica ed ecografia mammaria (semestralmente) e RMN mammaria (annualmente) dai 25 anni
  • Visita senologica ed ecografia mammaria (semestralmente) e RMN mammaria (annualmente) + mammografia (annualmente) + visita ginecologica ed ecotransvaginale con dosaggio del Ca125 (semestralmente) dai 30 anni

Si è quindi creato un importante precedente nell’attività di prevenzione sanitaria con il contributo collaborativo di associazioni di pazienti. (Fonte: FAVO 2015) Il Direttore Generale delle Asl di Varese ha affermato: “Eseguire il test genetico ha un costo relativamente alto per il sistema sanitario, ma creare dei programmi di screening dedicati e facilmente accessibili per queste donne è un modo intelligente di sfruttare l’informazione che ne ricaviamo”.

È bene ricordare quello che risulta essere il Codice Europeo contro il Cancro promosso nel 2014, che consta di 12 punti per ridurre il proprio rischio contro il cancro (anche per il carcinoma della mammella):

  1. Non fumare e non usare alcun tipo di tabacco
  2. Non consentire il fumo nelle proprie abitazioni e suoi luoghi di lavoro
  3. Mantenere un peso corporeo sano
  4. Esercizio fisico quotidiano con limitazione del tempo trascorso seduti
  5. Mantenere una dieta sana: consumo abbondante di cereali integrali, legumi, verdura e frutta; limitare i cibi calorici; evitare bevande zuccherate; evitare carni conservate e carni rosse
  6. Limitare il consumo di bevande alcoliche
  7. Evitare l’esposizione prolungata al sole
  8. Nei luoghi di lavoro proteggersi da sostanze cancerogene
  9. Controllare se nella propria abitazione c’è un’alta concentrazione di radon
  10. Per le donne allattare al seno riduce il rischio di cancro; la terapia ormonale sostitutiva aumenta il rischio di alcuni tipi di tumore
  11. Far partecipare i bambini ai programmi di vaccinazione (epatite B e HPV)
  12. Partecipare ai programmi organizzati di diagnosi precoce

(Fonte: https://cancer-code-europe.iarc.fr)

La lotta ai tumori è una battaglia ancora aperta… (Nursetimes vi ricorda) il futuro è anche nelle nostre mani!

Maurizio Limitone

Redazione Nurse Times

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