Quanto accaduto ad un infermiere della Marina Militare pare avere dell'incredibile. Un Maresciallo è passato in poco tempo da Paladino del personale imbarcato sulle navi militari ad indagato per il reato militare di rivelazione di comunicazioni
Per garantire la potabilità dell’acqua bevuta dai colleghi è stato accusato di aver fatto la spia al segretario del Partito dei diritti dei militari Luca Comellini, evidenziando i limiti della analisi effettuate sui campioni prelevati.
La storia risale al 2011 quando l’infermiere era imbarcato sulla nave Duilio. L’acqua bevuta dal personale veniva autoprodotta mediante l’utilizzo di dissalatori. Attualmente non è più cosi grazie ai dubbi sollevati dall’indagato riguardanti i limiti degli accertamenti effettuati dai laboratori militari.
Il comandante della nave segnalò la vicenda all’Arpal. La presenza di trialometani e idrocarburi, sostanze cancerogene volatili mai ricercate in precedenza dal laboratorio militare, rendeva estremamente pericoloso l’utilizzo di tale acqua.
Vennero pertanto distribuite bottiglie di acqua minerale a tutto il personale. Questa incredibile scoperta diede origine ad un’interrogazione parlamentare alla quale rispose il sottosegretario dalla Difesa Filippo Milone confermando che tali sostanze fossero state rinvenute specifico che i controlli eseguiti presso i laboratori analisi militari certificati diedero in passato risultati “sostanzialmente
” conformi alla normativa.Le rassicurazioni vennero smentite dalla successiva affermazione del ministro Roberta Pinotti che, nel 2016, in seguito ad un allarme legionella su nave Magnaghi rispose:
“Riguardo a quanto avvenuto presso la base della Spezia, si osserva, in linea generale, che presso le strutture sanitarie della Marina vengono effettuati solo i controlli batteriologici, mentre quelli chimico-fisici sono affidati a laboratori convenzionati che dispongono delle strumentazioni idonee”.
Luca Comellini, segretario del Partito dei diritti dei Militari e delle Forze di Polizia (Pdm) ha evidenziato tale incongruenza in data 30 maggio 2016, pubblicando su Tiscali un articolo che ha sollevato seri dubbi sull’effettiva corretta esecuzione dei test sui campioni di acqua e del rispetto dei protocolli sanitari previsti. Anche le certificazioni ed i titoli in possesso del personale dei laboratori di analisi delle forze armate venne messo in discussione.
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