Si chiama Francesco, ha 49 anni ed è affetto da disabilità fisica e psichica. È stato picchiato e violentato, si legge nel referto dell’ospedale Loreto Mare di Napoli, e si sospetta che questo episodio odioso sia accaduto nel centro per disabili di Secondigliano, che l’uomo frequenta. Del caso si stanno occupando i carabinieri della stazione Borgo Loreto: nelle prossime ore invieranno un’informativa al procuratore aggiunto Raffaello Falcone, che coordina le indagini sui casi di violenza sessuale.
In ospedale, Francesco è arrivato lunedì pomeriggio, accompagnato dalla madre e dai carabinieri, ai quali la donna si era rivolta per chiedere aiuto. Lamentava forti dolori a uno zigomo e alle ultime costole del lato destro. Probabilmente, ritengono i medici, è stato picchiato, addirittura preso a calci. Lo hanno sottoposto a Tac e radiografia per capire se avesse qualcosa di rotto. Inoltre sul suo corpo sono stati trovati i segni tipici di chi è sottoposto a violenza sessuale: ecchimosi, abrasioni, escoriazioni.
Sono stati brutali con lui, che si muove con difficoltà e non è in grado di difendersi. Il caso ha suscitato indignazione tra i medici e gli infermieri che in quel momento erano in servizio al Pronto soccorso. La prognosi è di cinque giorni, salvo complicazioni. I camici bianchi del Loreto Mare hanno poi eseguito il protocollo previsto per i casi di violenza sessuale, disponendo gli esami del sangue per verificare se il paziente abbia contratto l’Aids o altre malattie infettive, ed eseguito l’esame del Dna su frammenti di tessuto (tra cui la cute sotto le unghie) per cercare tracce dell’aggressore o degli aggressori. Francesco, infatti, potrebbe aver cercato di difendersi, graffiando chi gli ha fatto del male.
Le indagini sono subito scattate. La madre del disabile ha riferito i suoi sospetti: la violenza potrebbe essere avvenuta nel centro dove l’uomo trascorre molte ore della giornata. Un centro in cui dovrebbe essere seguito con attenzione e premura. La donna, tuttavia, non sa con precisione a quando risalgano le percosse e la violenza. Potrebbe essere accaduto quattro o cinque giorni fa. Francesco, probabilmente per la paura, non si è confidato subito con i famigliari. I lividi e i graffi sul corpo sono stati scoperti per caso dalla madre, che ha chiesto aiuto ai carabinieri.
Difficilmente le indagini potranno avvalersi del contributo del disabile, che si esprime con difficoltà e non sempre è attendibile. I militari, dunque, dovranno interrogare tutti i possibili testimoni per risalire al responsabile o ai responsabili. Un lavoro complesso, a meno che dal test del Dna non arrivino indicazioni precise, che consentano di procedere alla comparazione. Dopo essere stato dimesso, nella serata di lunedì, Francesco è tornato a casa. A chi lo ha visitato è parso impaurito e particolarmente fragile. Da allora, in attesa che si faccia un po’ di chiarezza, la madre ha deciso di non fargli frequentare più il centro su cui nutre sospetti.
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
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