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Neonato morto agli Spedali Civili di Brescia per un batterio: procura e regione indagano

Un neonato è morto agli Spedali Civili di Brescia a causa del batterio "serratia marcescens". Dall'ospedale confermano un focolaio in T.I.N., i primi casi risalgono al 20 luglio

Un neonato è morto agli Spedali Civili di Brescia a causa del batterio “serratia marcescens”. Dall’ospedale confermano un focolaio in T.I.N., i primi casi risalgono al 20 luglio

Il bimbo, nato prematuro, era ricoverato agli Spedali Civili con il gemellino che ha contratto a sua volta l’infezione. L’evenienza di un’infezione di questo tipo non è rara, in soggetti con un sistema immunitario ancora non maturo, anche se si tratta del primo caso specifico al Civile.

“In letteratura sono riportati più di 200 casi di epidemia di Serratia marcescens in terapia intensiva neonatale”, si legge in una nota dell’ospedale bresciano. Già in passato si erano registrati casi di infezione da Serratia marcescens in due ospedali lombardi: a Como nel 2014 e a Mantova nel 2012.

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Ma non sono gli unici due casi: “Presso il reparto di terapia intensiva neonatale degli Spedali Civili di Brescia – conferma la direzione dell’ospedale – si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione/colonizzazione da Serratia marcescens, caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un’infezione delle vie urinarie e sei casi di colonizzazione”.

La procura di Brescia ha aperto un’inchiesta contro ignoti e ha disposto l’autopsia sul corpo del piccolo paziente per cercare di individuare cause ed eventuali responsabilità sulla gestione del caso. Al momento non risultano indagati. Anche la Regione Lombardia sta seguendo la situazione. L’assessore alla Sanità Gallera ha dato mandato all’Ats di Brescia di avviare una commissione di inchiesta.

Lo scopo dell’indagine è verificare se, dal punto di vista sanitario, siano state messe in opera tutte le misure di sorveglianza e di contenimento del batterio. L’indagine è partita lunedì, cioé il giorno precedente al decesso che, scrive Bresciaoggi, è avvenuto nella giornata di martedì.

“Il 20 luglio

– spiegano ancora i vertici dell’ospedale bresciano – è stata identificata una condizione di malattia in due neonati, con isolamento del germe da emocolture (del 18 e 19 luglio) e a un terzo neonato sono stati riscontrati segni clinici di congiuntivite, con isolamento del microrganismo da tampone oculare (effettuato il 19 luglio). I primi due casi diagnosticati sono andati progressivamente migliorando e attualmente sono in via di risoluzione, purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico e un quadro clinico che è progressivamente peggiorato e, nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate ha cessato di vivere”.

Diagnosticati altri casi: “Attualmente dei dieci neonati positivi per Serratia, sei sono ancora degenti. E dei restanti 27 degenti risultati negativi allo screening 10 sono stati dimessi e 17 sono ancora ricoverati”.

“Il 24 luglio – prosegue la nota del Civile – è stata messa in opera la bonifica ambientale di una stanza di degenza, riservandola ai nuovi ingressi e programmate le bonifiche successive. E’ stata poi disposta la chiusura dell’accettazione di nuovi pazienti in Terapia Intensiva Neonatale. Nelle prossime settimane la situazione continuerà ad essere mantenuta sotto stretta osservazione e l’accettazione del reparto continuerà a rimanere chiusa, così da poter progressivamente liberare gli ambienti di degenza e procedere ad una loro ulteriore radicale bonifica”.

Una volta accertata la presenza di Serratia Marcescens, ed avviata la bonifica ambientale, si esclude il rischio di futuri contagi. Una tragedia che purtroppo resta e  che ha stroncato poco dopo la nascita la vita di una creatura. Il dolore di una famiglia che ora non può che aggrapparsi alla speranza per il gemellino sopravvissuto.

Redazione NurseTimes

Marianna Di Benedetto

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Marianna Di Benedetto

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