Il neonato prematuro e la dimissione dalla terapia intensiva neonatale

Dagli ultimi dati epidemiologici riportati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità si stima che ogni anno circa 15 milioni di bambini nascono prematuri

Dagli ultimi dati epidemiologici riportati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità si stima che ogni anno circa 15 milioni di bambini nascono prematuri.

Ciò vuol dire che più di 1 bambino su 10 è prematuro e questo numero è in aumento: la maggior parte di queste nascite avviene tra la 32a e la 37a settimana gestazionale mentre solo poco più del 10% di queste nascite avvengono al di sotto della 32a settimana.

Le nascite pretermine in totale rappresentano l’ 11,1% delle nascite vive nel mondo di cui il 60% avviene nei Paesi più poveri come l’Asia meridionale e l’Africa Sub-Sahariana.

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Il neonato prematuro è un bambino nato vivo prima della 37a settimana di gestazione e il suo sviluppo non è ancora completo, quindi per completarlo ha bisogno di un ambiente ”artificiale” che soltanto la terapia intensiva neonatale può offrirgli.

La nascita prematura di un bambino è la prima causa di decessi neonatali ed è la seconda causa di morte nei bambini al di sotto dei 5 anni; i bambini prematuri, infatti, sono considerati ad alto rischio di invalidità e mortalità che aumentano se la prematurità è associata al basso peso alla nascita o alla piccolezza per l’età gestazionale.

L’assistenza al neonato prematuro è complessa e può essere fornita soltanto all’interno della terapia intensiva neonatale.
La fisiologia del prematuro è molto alterata a causa della sua immaturità e in particolare quella dei suoi organi, per questo presenta dei problemi che gli altri neonati non hanno e le principali problematiche su cui si interviene sono:

  • La respirazione irregolare e le apnee frequenti sulle quali si andrà ad agire con un costante monitoraggio cardiopolmonare e con la somministrazione di un’eventuale ossigenoterapia o di surfactante o teofillina;
  • L’alimentazione orale inefficace in quanto il neonato non è ancora in grado di alimentarsi in maniera adeguata e per questo si andrà ad agire con un uso di tecniche alternative come il sondino nasogastrico o l’alimentazione parenterale (una volta che il neonato riacquisterà le sue capacità di riuscire ad alimentarsi in autonomia si incentiverà l’allattamento al seno);
  • Facile perdita di calore e rischio di ipotermia poichè il centro di regolazione termica nel neonato non è ancora sviluppato e presenta una pelle molto sottile, per questo si manterrà una temperatura corporea costante tramite incubatrici o riscaldatori radianti;
  • L’elevato rischio di contrarre infezioni sulle quali si attueranno delle norme igieniche molto ristrette ad ogni contatto con gli operatori e con i familiari.

La Kangaroo Mother Care è una tecnica relativa alla cura del neonato pretermine e permette l’avvicinamento del bambino a contatto diretto con la pelle di uno dei due genitori.
Gli effetti di questa tecnica non sono solo positivi per il neonato ma anche per il genitore che viene coinvolto nella cura del suo bambino e che si sente più sicuro di sè.

Prima di procedere il neonato deve essere fisiologicamente stabile, lo svolgimento della tecnica deve avvenire in un ambiente tranquillo e l’infermiere della terapia intensiva deve essere in grado di educare il genitore su come vestirsi, su quale posizione comoda scegliere e sulla durata.

La Family Centered Care è una tipologia di pratica assistenziale che mette al centro delle sue attività la famiglia del bambino con i problemi di salute.


Può essere attuata anche con il neonato pretermine e offre ai genitori la possibilità di prendersi cura del bambino ospedalizzato attraverso la partecipazione e la collaborazione alle cure, rafforza i legami all’interno del nucleo familiare e può essere modificata sia in base alle caratteristiche familiari che durante il percorso terapeutico.

La dimissione del neonato pretermine è un momento tanto atteso da parte dei genitori e il rientro a domicilio diventa motivo di gioia sebbene i genitori si sentano ansiosi durante questa fase poichè pensano di non essere in grado di prendersi cura del loro neonato.
Alla luce di quanto detto e in contemporanea alla nascita di nuove tecniche di cura per il neonato prematuro lo sviluppo di adeguate tecniche informative ed educative rivolte ai genitori sta prendendo piede nella ricerca in modo da eseguire un più semplice piano di dimissione ospedaliera e rendere i genitori più sereni.

L’arrivo del neonato prematuro nel reparto di terapia intensiva neonatale deve coincidere con l’inizio di un percorso da parte dei genitori al fine di instaurare un legame con il loro bambino, apprendere le competenze adeguate alla sua cura e preparare un adeguato follow-up precedente alla dimissione coinvolgendo i genitori per ridurre le eventuali complicanze.

L’infermiere ha un ruolo fondamentale nell’assistenza fornita all’interno della terapia intensiva neonatale e nella pianificazione della dimissione del neonato in quanto è il professionista sanitario che è a più continuo e diretto contatto sia con la famiglia che con il neonato.

Gli studi in merito sottolineano l’importanza dell’instaurazione di un forte legame genitore-bambino già dall’inizio del ricovero del neonato, in modo che il genitore sia maggiormente coinvolto nella cura facilitando così l’acquisizione delle abilità e una maggiore fiducia nelle competenze genitoriali, e prima della dimissione dal reparto per una diminuzione dei costi ospedalieri.
In particolare, i genitori sono tenuti a partecipare alle visite mediche quotidiane e a mantenere un diario su cui scrivere i momenti in cui sono venuti a contatto con il bambino: tutto ciò comporta un benessere per il neonato e la riduzione dell’ansia e dello stress per i genitori.

Inoltre, anche attraverso l’utilizzo di un team multidisciplinare specializzato nelle cure neonatali è possibile aiutare le famiglie dei neonati prematuri durante il ricovero e dopo la dimissione ospedaliera; tutti gli operatori che hanno preso parte alle cure ospedaliere del neonato prematuro all’interno del reparto di terapia intensiva neonatale hanno come obiettivo finale la dimissione a domicilio del neonato in sicurezza: ciò è possibile solo se i genitori risultano convinti e preparati al momento della dimissione.

Assistere il neonato significa coinvolgere anche i genitori sin dal primo momento in cui arriva in ospedale, educarli ed istruirli nelle cure di base del loro bambino.

L’acquisizione di sicurezza, consapevolezza, autostima e fiducia da parte dei genitori nelle loro capacità può essere un indicatore di risultato per gli operatori di una buona assistenza al neonato prematuro e al suo nucleo familiare confermando il raggiungimento dell’obiettivo di una dimissione sicura.

 

Anna Arnone

 

Sitografia

www.neonatologia.it

www.ipasvi.it

www.sisip.it

Redazione Nurse Times

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