Giunge all’indirizzo mail della nostra redazione (redazione@nursetimes.org) il lavoro di tesi della dott.ssa Laura Tortora, laureatasi presso l’Università degli Studi di Siena nell’a.a. 2016-2017.
Giunge all’indirizzo mail della nostra redazione (redazione@nursetimes.org) il lavoro di tesi della dott.ssa Laura Tortora, laureatasi presso l’Università degli Studi di Siena nell’a.a. 2016-2017.
Titolo “Inquinamento Acustico in Sala Operatoria Ortopedica: quando suono, conoscenza e conforto proteggono dal rumore”.
Presupposti per lo studio/evidenze empiriche: Negli ultimi anni, con l’avanzare delle tecnologie, il livello dell’inquinamento acustico all’interno dell’ambiente ospedaliero è incrementato notevolmente (S. Luzzi, R. Bellomini, C. Passerini “La Protezione dal rumore nelle Sale Operatorie Ospedaliere”, 2004) ed i pazienti che corrono un maggior rischio di sperimentare gli effetti del discomfort Acustico quali aumento di FR, FC, PA, disturbi del modello sonno – riposo e della sfera cognitiva, aumento di ansia e aggressività, annoyance o senso di fastidio, stress (De Sio, “Auditory and Extra- Auditory Effects of noise, 2012) soni i pazienti soggetti ad interventi di Chirurgia Maggiore degli Arti Inferiori (chirurgia Ortopedica – “Evaluation of Noise Pollution in the OR of hospitals: a study in Iran”, 2017) con il suo strumentario che seppure all’avanguardia, con i valori di DbA (Decibel) che raggiunge può creare un ambiente più ostile ai pazienti soggetti ad impianto protesico articolare.
Difatti per un intervento di Impianto Protesico in Ortopedia, molto raramente i pazienti vengono sottoposti ad Anestesia Generale dunque sono perlopiù svegli, coscienti, odono e captano tutto, a meno che non vengano somministrati sedativi ed ansiolitici (n.d.r Midazolam) durante l’intervento, che nel paziente anziano risultano contribuire al rischio di Delirium Post – Operatorio (“Argomenti di Anestesia e Rianimazione”, G. Rosa, F. Bilotta, Ed. Piccin, 2006).
L’indagine si pone i seguenti obiettivi: verificare la presenza di emozioni negative e degli effetti cardiovascolari e respiratori sopra descritti, che Sega, Martello e Trapano ortopedici potrebbero scaturire nel paziente anziano soggetto ad intervento protesico in anestesia sub – aracnoidea; valutare gli effetti scaturiti dalla musica e da una adeguata comunicazione infermiere – paziente sulla loro sfera emotiva e psicologica, al fine di ridurre la somministrazione farmacologica di ansiolitici e sedativi.
Il campione è costituito da 80 pazienti, che hanno preso parte allo studio previa approvazione del Comitato Etico di Arezzo e Consenso Informato scritto. Il campionamento ha previsto i seguenti criteri di inclusione: età > 60 anni, rischio ASA < 3, rischio emorragia basso o nullo, buon grado di comprensione della lingua italiana e buon orientamento spazio – temporale.
Sono invece stati esclusi i pazienti con disordini cognitivi e le urgenze chirurgiche.
Ispirata dalle scale di autovalutazione del dolore, ho realizzato una scala NRS della Preoccupazione, rilevante esclusivamente il livello di preoccupazione nell’udire i forti rumori degli strumenti (così da escludere altre fonti di preoccupazione legate ad un intervento chirurgico), utilizzata nella mezz’ora precedente l’intervento ponendo la domanda “In una scala che va da 0 a 10, quanto è preoccupato di udire il forte rumore degli strumenti?”
In seguito, per valutare se è quanto gli strumenti potessero infastidire il paziente, ho creato una scala NRS del Fastidio utilizzandola in concomitanza dell’uso di Sega, Martello e Trapano.
Contemporaneamente sono stati rilevati i parametri vitali per registrare eventuali variazioni collegati al rumore dei 3 strumenti.
Ho poi diviso gli 80 pazienti in due gruppi equi: al Gruppo A è stato somministrato l’ascolto di brani della musica italiana e internazionale dagli anni ’40 agli anni ’80 del 1900 attraverso cuffiette appositamente acquistate e accuratamente disinfettante tra un utilizzo e l’ altro.
La scelta dei brani non è stata casuale bensì basata sull’età dei pazienti in modo da potersi avvicinare con più probabilità ai loro gusti musicali; al Gruppo B è stata garantita una maggiore vicinanza della figura infermieristica dal punto di vista relazionale, con un maggiore contatto fisico secondo le modalità più consone ed affini, e dal punto di vista comunicativo spiegando in tempo reale quelle fasi dell’intervento in cui erano necessari i tre strumenti in questione.
Per valutare l’efficacia di queste tecniche di distrazione ho voluto valutare se è quanto il paziente si sentisse sollevato dalla sensazione di fastidio provata in precedenza.
Ho dunque realizzato una Scala VRS del Sollievo dalla sensazione del fastidio modificando parzialmente le risposte della VRS originale, che sono diventate: nessun sollievo, poco sollievo, abbastanza sollievo, molto sollievo.
Infine è stata quantificata l’avvenuta somministrazione intra – Operatoria di Midazolam, paragonandola a quella avvenuta in 80 interventi analoghi precedenti la ricerca, esaminando le rispettive cartelle anestesiologiche. Tutti i risultati sono stati riportati su tabelle in Excel, valutati poi in termini percentuali.
Da quanto si è evinto in base ai dati raccolti, il rumore degli strumenti risulta essere una vera e propria fonte di preoccupazione per il 24 % del campione mentre il 44% risulta esserne poco preoccupato ed il 6% non nutre alcuna preoccupazione al riguardo.
La sega Ortopedica ha infastidito molto il 45 % dei pazienti e un paziente su 80 ha riportato il massimo fastidio.
Il martello ed il Trapano non hanno mai scaturito il massimo fastidio ma, mentre quest’ultimo ha infastidito molto il 44% dei soggetti, la maggioranza del campione si è detto ben poco infastidito dal rumore del martello.
Il Midazolam non è stato somministrato nel 52,5 % dei pazienti, soprattutto a coloro che hanno apprezzato moltissimo la vicinanza dell’infermiere, mentre la musica ha avuto effetti positivi solo nel 30 % del campione.
Negli 80 interventi precedenti la ricerca la somministrazione del sedativo è avvenuta nel 62.5 %dei pazienti. I parametri vitali sono variati soprattutto in concomitanza della Sega Ortopedica, che ha decretato un aumento del 9% della FC, una riduzione del 2% della SpO2 e a volte un aumento ed altre una riduzione della FR sempre del 2%.
Il Martello e il trapano riducono del 2% FR e SpO2. Inoltre il Trapano può causare un aumento del 6% della FC.
In conclusione, possiamo affermare che il rumore causato dallo strumentario descritto genera poca preoccupazione nel pre – operatorio, nei pazienti in attesa di impianto protesico articolare, tuttavia durante l’intervento almeno la metà del campione afferma di essere infastidito dal rumore generato.
Lo strumento più fastidioso è la Sega Ortopedica (45%), seguita dal Trapano (42.5 %) e infine dal Martello che crea meno disagio in assoluto (il 28.75 % afferma di esserne “abbastanza” infastidito).
Preoccupazione e Fastidio a parte, l’inquinamento acustico procurato da questi strumenti causa una minima diminuzione della Frequenza Respiratoria e della SaO2% (il paziente tende a trattenere il respiro nel momento in cui sega e trapano vengono accesi) e un lieve aumento della Frequenza Cardiaca, mentre la PA non subisce variazioni, né aumento né riduzione.
Infine si osserva una riduzione della somministrazione di Midazolam del 15 %, grazie soprattutto alle tecniche di distrazione relative al miglioramento del rapporto infermiere paziente, per cui possiamo asserire che nonostante l’avanzamento sempre più cospicuo della tecnologia, il conforto che troviamo in un gesto, una carezza o una parola e la conoscenza di ciò che stiamo attraversando rimangono di fondamentale importanza per il paziente.
Laura Tortora
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