No al demansionamento: l’appello di Nursing Up Lazio

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Laura Rita Santoro, responsabile regionale del sindacato.

Nursing Up Lazio comincia per primo, con la manifestazione davanti al palazzo della Regione Lazio, in via Cristoforo Colombo, dove oggi siamo presenti dalle 8 alle 14.

Avete mai pensato come mai gli infermieri contestano per il demansionamento? È solo per principi utopistici o per la sicurezza dei pazienti? Come mai sono solo i giudici ad aver capito che il profilo professionale degli infermieri ha un valore diverso?

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Ho provato a fare un’analisi dell’orario di lavoro degli infermieri. Ho pensato agli infermieri del Pronto soccorso, che gestiscono pazienti accettati con un codice verde. Abbiamo colleghi infermieri, nella regione Lazio, che gestiscono 70/100 pazienti, contrassegnati con un codice verde.

Non ho voluto considerare le situazioni estreme con 100 pazienti, benché non inconsuete. Ho considerato situazioni con 70 pazienti, uno o due infermieri per turno. Ho calcolato che in un turno da ore 7-12 un infermiere da solo potrà dedicare 6-10 minuti per ogni paziente. Se gli infermieri fossero due, i pazienti potrebbero sperare in 12,2 minuti di attenzione da parte di un infermiere. Si tenga conto che molte attività infermieristiche si svolgono a due unità, il cui fine è prevenire le infezioni e non solo.

Nei minuti sopracitati, gli infermieri devono prendere in carico il paziente, vale a dire:

  • posizionare il paziente, o comunque cercare di posizionarlo da qualche parte;
  • se necessario, cercare una posizione con l’ossigeno e, se questa fosse occupata (cosa piuttosto probabile), organizzare una bombola da legare alla lettiga;
  • dopodiché gli infermieri devono gestire prelievi ematici, elettrocardiogrammi, rilevazioni varie di parametri vitali, medicazioni, cateteri vescicali (con il posizionamento di paraventi, ecc.), sondini nasogastrici, emogas analisi, ecc.

E se il paziente avesse necessità fisiologiche, peraltro molto importanti? Non ho volutamente considerato emergenze come il massaggio cardiaco. Gli infermieri del Nursing Up anelano a un approccio scientifico per la gestione dei pazienti. Un paziente non deve poter assolvere alle necessità fisiologiche a orario, come se fosse un soldato! Sono molte le situazioni in cui ai pazienti è consentito di assolvere ai bisogni corporali solo a orario. Non è neanche accettabile che il paziente si debba raccomandare o contendere le cure igieniche per un’attività fisiologica, come può essere il cambio di un pannolone.

Allo stato attuale, benché importante, il cambio del pannolone, in un contesto di penuria di personale infermieristico e operatori socio-sanitari, rappresenta una complicazione non indifferente. Se si vuole attribuire un valore al cambio del pannolone rispetto alle altre funzioni infermieristiche, come un prelievo venoso per enzimi cardiaci, all’esame del sangue potrebbe essere attribuito un codice rosso, mentre al pannolone un codice verde. Quindi il paziente dovrebbe sperare che nessuno degli altri pazienti abbia priorità superiori alle sue necessità di tipo fisiologico. E se ci fossero altre figure professionali, come gli oss? Le competenze non sarebbero sovrapponibili, quindi il paziente potrebbe essere seguito serenamente, anche per le necessità fisiologiche, senza doversi raccomandare.

La obiezioni degli infermieri contro il demansionamento non sono contro il paziente, ma per il paziente! Nella sanità laziale abbiamo necessità di un approccio scientifico e organizzato alla risoluzione dei problemi. Ognuno deve avere il suo compito, il suo ruolo, la sua funzione. Gli operatori sanitari lavorerebbero più sereni, ma soprattutto i pazienti se ne gioverebbero. Non si capisce perché gli infermieri, se manca una qualsiasi altra figura professionale, debbano sostituire e subentrare, senza integrare le figure professionali.

Abbiamo contezza di linee guida internazionali che suggeriscono un rapporto infermiere paziente di 6:1, vale a dire un infermiere ogni sei pazienti. Una proporzione ben lontana da quello che si verifica nelle realtà sanitarie della regione Lazio. Quindi gli infermieri, oltre a essere molti di meno rispetto a quanti potrebbero essere, devono sopperire all’assenza di altre figure professionali. La nostra categoria è propositiva: o si aumenta il numero degli infermieri o si integra il personale ospedaliero con figure come gli oss.

Stiamo denunciando tutto ciò per vie formali e in punto di diritto. Nursing Up non è per la guerra, ma dopo numerose lettere senza risposta, la misura è colma! All’uopo informiamo che è stata proclamata, nel periodo dal 6 al 10 maggio 2019, l’apertura della mobilitazione nazionale per combattere contro il fenomeno del demansionamento. Durante questi cinque giorni sono previste forme di protesta organizzate dalle delegazioni regionali e flashmob che si concentreranno, in particolare, durante le giornate dall’8 al 10 maggio. Tali eventi saranno intervallati da attività a vantaggio della popolazione, come la misurazione della pressione e momenti informativi di ambito sanitario, nonché di competenza professionale infermieristica.

Redazione Nurse Times

 

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