Noi Sanitari, Medici e Infermieri di Bergamo e della Lombardia

“Siamo Operatori Sanitari della provincia di Bergamo e della Lombardia, Medici e Infermieri che hanno partecipato in prima persona alla gestione dell’epidemia da Sars-Cov-2 verificatasi a partire da febbraio”. Sono queste le parole diffuse tramite facebook dai professionisti della sanità lombarda.

“Siamo ora preoccupati per la recrudescenza epidemica autunnale prospettata dall’OMS, già osservabile in diversi Paesi europei, che avverrà contestualmente all’insorgenza delle abituali virosi stagionali.

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“Lo scenario prevedibile sarà caratterizzato da un notevole aumento di richieste di prestazioni e di azioni sanitarie. Il rischio è che l’intero Sistema venga messo ancora una volta sotto stress estremo, ritardando la cura di altre patologie.

“Per arrivare ad una gestione efficace e ordinata degli eventi non può bastare la sola disciplina della popolazione, che ci ha consentito di uscire dalla fase di crisi e di immaginare una nuova normalità, ma serve una coordinata e lungimirante risposta delle istituzioni preposte, quella messa in campo sinora non è sufficiente. Una coordinazione efficiente degli ambiti intra ed extraospedalieri deve innanzitutto passare attraverso una continua e tempestiva comunicazione di tutti gli attori sanitari, a loro volta in prima linea ad educare e indirizzare correttamente le persone assistite.

“L’Italia avrà a disposizione cospicui fondi europei dedicati al Sistema sanitario; è il momento dunque per affrontare ed intervenire sulle fragilità del sistema sanitario lombardo che l’emergenza COVID ha amplificato, rinforzando gli interventi in favore della Primary Health Care secondo le indicazioni della dichiarazione di Alma Ata del 1978, riprese ad Astana nel 2018.

“Le azioni intraospedaliere che riteniamo necessario intraprendere sono:

  • Riduzione delle liste di attesa di pazienti cronici oncologici, rendendo più efficienti percorsi e risorse umane, integrandole laddove carenti in modo ponderato
  • Riduzione delle liste di attesa di pazienti elettivi efficientando percorsi e risorse umane, integrandole laddove carenti in modo ponderato
  • Definire percorsi puliti e sporchi chiari e sicuri, in ogni ambito sanitario (dai pronto soccorso ai reparti, agli ambulatori, ai servizi diagnostici) con sistemi di pre-triage condiviso e spazi dedicati, al fine di garantire un regolare flusso di pazienti che offra sicurezza sia ad operatori che assistiti.
  • Creazione di percorsi rapidi per condurre precocemente in gestione extraospedaliera i pazienti COVID (tenere i casi lievi/moderati fuori dall’ospedale finchè possibile, ma in sicurezza con interventi logistici e tecnologici, dimettere precocemente in strutture dedicate i convalescenti)
  • percorsi rapidi per condurre precocemente in gestione extraospedaliera i pazienti cronici di qualsiasi tipo, che sono i più fragili nei confronti dell’epidemia.

“È importante che il livello territoriale, con tutti i suoi soggetti (ASST, ATS, Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta, Istituti di Cura Accreditati, Cooperative Socio-Assistenziali) ciascuno nell’ambito delle specifiche competenze, organizzi il proprio lavoro nell’ottica della gestione epidemica. Tali Enti dovrebbero poter contare su un servizio di diagnosi il più possibile centralizzato ma rapido e commisurato ai bisogni attesi, perché nessun nuovo caso resti troppo tempo senza diagnosi, e così i numeri possano puntualmente guidare i livelli successivi, permettendo agli ospedali di approntare risposte che non siano soltanto emergenziali.

“Le azioni extraospedaliere che riteniamo necessarie sono

  • Definire un’integrazione e una comunicazione puntuali e reali tra ATS, ASST e enti accreditati come previsto dalla Riforma Sanitaria Regionale
  • Creare una vera rete integrata e coordinata di Medici di Medicina Generale e PLS, con una chiara e riconoscibile regia centralizzata.
  • Sostenere una capacità diagnostica che consenta un tempo massimo per l’accertamento virologico e la comunicazione del risultato di ogni sospetto covid entro 24 ore, su tutto il territorio nazionale.
  • Istituire cliniche mobili che possano spostarsi in presenza di cluster epidemici (e in futuro altre necessità sanitarie – campagne vaccinali, campagne di prevenzione primaria oncologica/metabolica, educazione sanitaria)
  • Riformare il servizio sanitario territoriale,
  • favorendo la nascita di aggregazioni funzionali pediatriche, con più PLS, che riescano così a disporre di personale amministrativo, infermieristico e ostetrico, al fine di garantire un servizio e una copertura oraria migliori e ridurre così l’accesso ai Pronto Soccorso Ospedalieri Pediatrici
  • rimodulando il servizio di continuità assistenziale – ex guardia medica per creare con Medico di Medicina Generale e PLS sulle 24 ore un servizio di continuità assistenziale reale, anche telefonico o telematico, efficace nel ridurre gli accessi ai Pronto Soccorso Ospedalieri in generale, e permettendo alle visite dei medici di continuità assistenziale di comparire nel fascicolo sanitario elettronico.
  • Creare una relazione efficiente di teleassistenza consulenziale tra Medico di Medicina Generale/PLS e specialisti ospedalieri, per ridurre le visite specialistiche improprie e concordare accertamenti prima dell’invio, ottimizzando risorse scarse
  • Rendere effettiva da subito con una regia di ATS la presenza dell’infermiere di comunità per pazienti fragili del territorio, nelle cui liste inserire pazienti covid convalescenti ed a rischio aumentato di sviluppare un’infezione covid correlata
  • Spostare le attività ambulatoriali sul territorio con una domiciliazione più proattiva
  • Definire e diffondere algoritmi di comportamento chiari per imprese e scuole (e luoghi di aggregazione organizzati in genere), e istituire un programma che ne sorvegli l’applicazione, per casi sospetti o accertati di COVID. Con l’apertura delle scuole, la promozione e l’educazione alla salute di base (come la corretta procedura di lavaggio mani) costituiscono le azioni di mitigazione principali presso gli istituti scolastici, che potrebbero diventare nuovi cluster epidemici.
  • Nel mondo del lavoro, le imprese ora equipaggiate per la ripresa con DPI sono di nuovo a rischio, sia per il calo dell’attenzione generale circa l’epidemia, sia in seguito ad alcune inopportune superficiali campagne mediatiche, di divenire anch’esse cluster epidemici.
  • Promuovere una sorveglianza attiva (non solo passiva attraverso call center) e assistenza della Salute Mentale di adulti e bambini che mostrano altissime percentuali (50%) di Disturbo da Stress Post-Traumatico, almeno moderato, secondo lo studio del Dipartimento di Salute Mentale dell’Istituto Mario Negri. Questo problema non può essere scaricato sulle famiglie ma deve essere contrastato a livello di comunità. In autunno, dopo alcuni mesi di contrazione dell’economia, anche senza prendere in considerazioni ulteriori interventi restrittivi delle attività produttive che potrebbero rendersi necessari in caso di ripresa epidemica, potrebbe raggiungere livelli ancora più critici.
  • Definire dei protocolli di sorveglianza attiva delle RSA.

Bergamo, Settembre 202

Cristiana Toscano

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Cristiana Toscano

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