Puglia, addio all’Areu: “Emiliano si spieghi in Commissione Sanità”

Troppi misteri nel settore dell’emergenza-urgenza. Il consigliere regionale Marco Galante attacca il governatore e Vito Montanaro, direttore del Dipartimento Politiche della salute.

Si smorza l’entusiasmo del capo della Giunta pugliese nel creare un’altra agenzia, e così scompare dall’orizzonte della politica regionale l’agenzia che doveva vedere la luce per far rinascere il 118. Dopo mesi di discussione in Commissione Sanità sull’istituzione dell’Areu, l’Agenzia regionale per l’emergenza-urgenza, bisogna solo prendere atto che si è perso tempo e il governatore Michele Emiliano, “con la schizofrenia che contraddistingue il suo mandato, ha deciso di cestinare il disegno di legge votato in Commissione lo scorso gennaio per affidare la gestione delle postazioni del 118 a Sanitaservice”, sbotta il consigliere 5 Stelle, Marco Galante. Motivo? Avrebbe comportato una spesa eccessiva, come pure segnalato in Commissione, tanto da chiedere un prospetto con i dati economici sull’efficienza e l’economicità del nuovo sistema. Documento che non è mai arrivato, mentre Emiliano continuava a prendere tempo e a rassicurare sulla possibilità di internalizzare tutto il personale del 118, senza fornire alcun atto che potesse confermarlo. Ora il governatore e assessore alla Sanità dovrebbe rendere conto in Commissione, assieme al direttore del Dipartimento Politiche della salute, Vito Montanaro, giusto al fine di spiegare come mai ci si sia resi conto solo ora dei costi della nuova Agenzia. “Dall’inizio della legislatura – continua Galante – denunciamo le criticità del modello attuale per la gestione del 118, e ben prima del disegno di legge per l’istituzione dell’Areu avevamo presentato una proposta di legge per riformare l’emergenza-urgenza basata sul modello dipartimentale, mai calendarizzata. Siamo consapevoli della necessità di interconnessione tra i territori, di superare il ‘finto volontariato’, e di regolarizzare autisti soccorritori, ma l’Agenzia voluta e poi abbandonata da Emiliano non era il modello giusto”. Le maggiori perplessità? Arrivano dall’articolo 12 e dalla norma transitoria, chiamati a disciplinare il passaggio di mezzi e personale. Quanto ai mezzi oggi di proprietà delle associazioni, non si sono mai comprese le modalità di acquisto degli stessi né le risorse economiche che avrebbero dovuto essere usate. Per quanto riguarda il personale, il disegno di legge prevede che tutto quello impiegato nel servizio di emergenza territoriale 118 avrà, a regime, un rapporto di dipendenza con il Ssr, ovvero migliaia di operatori. “Anche in questo caso
-conclude il consigliere 5 Stelle – abbiamo più volte chiesto informazioni su come sarebbe stato possibile, vista l’impossibilità di internalizzare in via diretta sia coloro che operano nel 118, ma non sono dipendenti delle Asl, sia i medici del 118 che non sono in possesso dei requisiti prescritti dalla legge, ovvero la maggior parte. Finalmente qualcuno in assessorato si è accorto dell’impossibilità di procedere con queste assunzioni. Se Emiliano avesse ascoltato per tempo i nostri dubbi e quelli degli operatori sanitari ‘auditi’ in Commissione, avrebbe evitato l’ennesima brutta figura di questa legislatura”. In realtà, già nel corso dell’autunno scorso appariva grande l’incertezza che regnava attorno all’Areu. E con essa il futuro dei posti di lavoro di medici e infermieri del 118. Motivo primario, la presenza di ostacoli “in larga misura di carattere nazionale”, predicavano e ripetevano i capi della sanità pugliese. Abbiamo assistito a tanti comunicati che esaltavano le ‘performance’ del nostro sistema di emergenza, denunciando le varie carenze di personale tra medici ed infermieri, di chi non è dotato di teletrasporto per raggiungere il luogo dell’evento, ma si sposta soltanto grazie all’abnegazione e professionalità di autisti e soccorritori. L’Areu, com’era stato annunciato, si spegne, ma molte domande sul sistema di intervento emergenziale in Puglia restano. Come si può affrontare e risolvere una crisi di personale medico-intermieristico, senza avere una regia che possa governare queste problematiche? Come intende, la politica, risolvere il problema di dipendenti che percepiscono gli emolumenti dopo mesi? Come risolvere il problema dei licenziamenti senza giusta causa, che avvengono nel silenzio totale? E la situazione di tutti quei servizi aggiuntivi, tipo manifestazioni religiose, politiche, di sport, di musica, ecc., dove necessita un piano di sicurezza sanitario come da circolare ministeriale, che viene dato in gestione alle associazioni di volontariato, magari retribuite a nero? A Emiliano il compito di far comprendere perché tutto si è arenato, e se ci sono altre, nuove valutazioni per l’emergenza-urgenza in Puglia. Redazione Nurse Times Fonte: Quotidiano di Bari  
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