Puglia

Regionali Puglia 2020: Intervista Esclusiva a Raffaele Fitto

Nurse Times ha invitato tutti i candidati alla presidenza della regione alle prossime elezioni in Puglia a rispondere alle nostre domande. Come è gestito il sistema sanitario in Puglia? Cosa va cambiato? 

Il candidato Raffaele Fitto (candidato del centrodestra), risponde alle nostre domande in tema di sanitàlavoro e gestione dell’emergenza.

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L’intervista a Raffaele Fitto candidato presidente del centro destra

1. Qual è la sua idea sull’organizzazione attuale del sistema sanitario regionale? Cosa va cambiato, se qualcosa va cambiato?

Sull’argomento ho precisato la mia visione e proposta per rendere il sistema sanitario pugliese rispettoso del diritto alla salute dei cittadini.

Intanto oggi la sanità pugliese è in affanno con 358 posti letto tagliati e 6 Ospedali chiusi e liste di attesa lunghissime. La Puglia è la maglia nera d’Italia per la spesa farmaceutica e sul fronte della gestione COVID -19 la Puglia è la terza regione in Italia per l’alto indice di trasmissibilità.

Cosa Faremo: metteremo in atto politiche sanitarie condivise con tutti i stakeholder professionali del sistema salute adottando un piano sanitario che modernizza l’accesso alle prestazioni sanitarie mettendo in rete tutti i professionisti sanitari che vi lavorano e tutte le istituzioni (Ordini e Università) per una rete di sanità territoriale di emergenza urgenza, ospedaliera e territoriale che sfrutti le migliori sinergie possibili a partire dalle farmacie, per continuare con i Medici di medicina generale, gli Infermieri e tutte le professioni sanitarie dell’area tecnica e della riabilitazione.

Dobbiamo rispondere ai bisogni di salute della popolazione legati all’invecchiamento che comporta la riduzione e spesso la perdita dell’autosufficienza.

Si investirà nella prevenzione e promozione della salute, perché occorre fare diagnosi precoce delle malattie e intervenire tempestivamente . E’ necessario spostare l’attenzione da misure di welfare ex – post ad altre di investimento cosi dette di medicina di iniziativa.

2. Negli ultimi anni, nel corso di questo periodo amministrativo, ha fatto molto discutere la scelta del governatore di mantenere la delega per la sanità affidandosi più che a politici a tecnici (come è successo con Ruscitti, Montanaro e ora con Lopalco). Cosa ne pensa per il futuro? Va bene continuare con una gestione tecnica o bisognerebbe virare per una direzione politica?

Non c’è dubbio che bisogna avere in h 24 un Assessore alle politiche alla salute. A testimoniarlo lo stato di salute dell’attuale nostro sistema sanitario che si muove esclusivamente sul piano tecnico ed esclusivamente dietro indicazioni tardive e incongruenti di Emiliano

.
3. Il sistema sanitario regionale dovrebbe, in futuro, puntare su grandi poli ospedalieri o piuttosto su piccoli ospedali diffusi sul territorio?

Sono le evidenze scientifiche e le linee guida nazionali a definire il modello di rete Ospedaliera oltre che una corretta lettura epidemiologica dei bisogni di salute dei cittadini del contesto regionale.

4. Il progressivo invecchiamento della popolazione, anche in Puglia, pone due problemi di carattere sociale oltre che sanitario: il primo è il problema della prevenzione e il secondo è quello del bisogno di assistenza sanitaria territoriale. Quali sono gli strumenti da mettere in atto perché un sistema sanitario possa sopperire alle due situazioni sociali?  

Semplicemente mettendo in opera il Piano Sanitario delle Cronicità che il Ministero della Salute in accordo con le regioni ha definito. La Puglia ad oggi è sorda.

5. Qual è la sua idea sull’attuale gestione delle Residenze Sanitarie Assistenziali, strutture private che imprescindibilmente si trovano a collaborare con il pubblico, cosa ne pensa, soprattutto alla luce dell’esperienza pandemica?

In Puglia sono decisamente poche rispetto ai bisogni delle famiglie. Bisogna intervenire adottando nuovi parametri di accreditamento che amplino l’offerta sempre nel rispetto della qualità delle prestazioni erogate

6. In materia di formazione, come pensa si possa implementare e recuperare una maggiore integrazione tra mondo universitario e formativo e mondo professionale in materia sanitaria? 

Nel mio programma ho puntualizzato il ruolo chiave delle Università nella formazione non solo delle professioni sanitarie ma anche della formazione continua a disciplinare e definire l’articolazione funzionale e organizzativa della formazione del personale di ogni ordine e grado che deve essere considerata …una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale dei dipendenti, per la realizzazione degli obiettivi e per una migliore tutela della salute dei cittadini.

7. Precariato e disoccupazione sono realtà e problematiche pressanti nel nostro presente. Si dovrebbe prediligere un percorso di stabilizzazione dei lavoratori con conseguente riduzione dei precari oppure bisognerebbe puntare, invece, sull’aumento dei concorsi per una continua e fluida possibilità d’ingresso nel mondo del lavoro? Le cose sono in qualche misura conciliabili?

La sua testata ha ben descritto la situazione pugliese sulla domanda che mi pone. Le scelte occupazionali messe in atto da Emiliano sono incomprensibili e inqualificabili per la sanità in particolare. Ha notevolmente incrementato il fenomeno della precarietà a danno del bisogno di personale sanitario definito e incardinato in un sistema, in un modello.

8. Alla luce dell’emergenza sanitaria si è riscontrata in maniera più evidente la problematica delle responsabilità in campo medico. Quale è la vostra idea sulla possibilità di introdurre uno scudo penale che in qualche modo protegga le aziende sanitarie?
9. Come pensa sia stata gestita l’emergenza coronavirus nella nostra regione?
10. Quali sono i piani d’azione per il futuro in previsione dell’autunno nell’ottica dell’emergenza sanitaria?
11. A lungo termine come sarà pronta la nostra regione alle situazioni epidemiche, alla luce dell’esperienza coronavirus? 

Le ho risposto nel merito della prima domanda.

Redazione NurseTimes

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