Relazione CNEL 2019: aumenta il divario Nord-Sud in sanità

L’Italia è il Paese europeo con le maggiori differenze tra regioni. Altro tallone d’Achille: l’innovazione tecnologica.

Gli italiani spendono mediamente 655 euro all’anno per la propria salute. Il nostro è tra i più virtuosi Paesi europei in materia di sanità, ma anche quello con le maggiori differenze tra regioni. E non eccelle neanche in termini di innovazione tecnologica. Sono alcuni dei dati contenuti nella Relazione 2019 al Parlamento e al Governo sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali a imprese e cittadini, realizzata dal CNEL. Relazione che presentata mercoledì prossimo alle 10. Apriranno i lavori Tiziano Treu, presidente CNEL, e Fabiana Dadone, ministro della Pubblica amministrazione, insieme ai vicepresidenti Gianna Fracassi ed Elio Catania. Introduzione e sintesi a cura di Efisio Gonario Espa, consigliere CNEL. In programma gli interventi di: Mauro Orefice, capo Ufficio di Gabinetto della Corte dei conti; Roberto Monducci,direttore dipartimento statistico dell’Istat; Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale ANCI; Monica Gabrielli, responsabile Digital Transformation di Sogei; Enrico Deidda Gagliardo, dell’Università di Ferrara; Emanuele Padovani, dell’Università di Bologna. Alla stesura della Relazione hanno collaborato MEF, ministero della Salute, ministero Giustizia, Dipartimento della Funzione pubblica, Banca d’Italia, Istat, SNA, CDP, INVALSI, ANVUR, Sace, Simest, SOGEI, ICE, SPISA, ISPRA, ANAC, CNR, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, SoSE, ANCI, Università di Bologna, Università di Ferrara. Il livello di digitalizzazione
è medio-basso e pone l’Italia tra gli stati non-consolidated eGov, cioè tra coloro che non sfruttano a pieno le opportunità fornite dalle tecnologie digitali. Situazione opposta per le amministrazioni centrali dello Stato, che hanno raggiunto punte di eccellenza e consentono la gestione online della quasi totalità dei procedimenti amministrativi di propria pertinenza. Come nel caso di Agenzia di Entrate, Inps e Agenzia delle Dogane, che rappresentano esempi concreti di un’efficace interazione con cittadini e imprese attraverso i propri siti web. Il divario Nord-Sud, salvo poche eccezioni,è sempre più evidente.Il costo maggiore che pesa su cittadini e imprese riguarda i servizi amministrativi(205 euro pro capite, con un aumento del +0,6%), mentre i servizi legati all’istruzione impegnano mediamente 681 euro per ciascun residente sui bilanci degli enti comunali, e i servizi del sociale costano 77 euro pro capite (-1%). Il dato più critico è rappresentato è però rappresentato dagli asili nido, che sono spesso sottodimensionati rispetto alle reali esigenze delle famiglie e vedono diminuire gli investimenti. Redazione Nurse Times  
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