Salerno, decessi anomali in clinica: due medici accusati di omicidio colposo plurimo

La Procura indaga sulle morti nella Casa di cura Tortorella. Nel mirinio degli inquirenti un modus operandi definito “spregiudicato” e una gestione “imprudente” dei pazienti.

Interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza o totalmente inutili, che avrebbero causato un anomalo incremento di decessi. E’ di omicidio colposo plurimo l’accusa rivolta a Carmine Napolitano, primario dell’Unità funzionale di Chirurgia generale e chirurgia oncologica della Casa di cura Tortorella di Salerno, e a Marco Clemente, medico chirurgo impegnato nello stesso reparto. Entrambi sono stati raggiunti oggi da un’ordinanza del gip di Salerno, nell’ambito di indagini coordinate dalla locale Procura, ed eseguita dai carabinieri.

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La Procura parla di un modus operandi “spregiudicato” e di una gestione “imprudente” dei pazienti. Nei confronti del primario è stata eseguita la misura degli arresti domiciliari, mentre nei confronti di un altro chirurgo è stata eseguita la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’ufficio di medico e della sospensione dall’esercizio della professione presso qualsiasi struttura sanitaria pubblica o convenzionata.

Dallo studio di 83 cartelle cliniche è emerso come, a fronte dell’aumento delle prestazioni e “degli utili”, la scelta di politica aziendale non fosse coincisa con il miglioramento delle prestazioni sanitarie. Anzi, lo scenario portava a porre in dubbio le effettive capacità del chirurgo e della sua equipe, in particolare del suo assistente, al quale la Procura riconosce “un ruolo attivo e co-decisionale nella scelta e attuazione dei trattamenti terapeutici”.

Secondo l’analisi effettuata dal collegio di periti nominati dalla Procura, gli indagati optavano “in maniera superficiale per scelte terapeutiche rischiose e sproporzionate, violando reiteratamente i protocolli di sala operatoria e mantenendo lo stesso contegno di assoluta imprudenza anche nelle fasi successiva all’esecuzione di interventi chirurgici ad alta percentuale di rischio di complicanza post operatoria”. La Procura di Salerno ha raccolto a carico dei sanitari indagati “plurime contestazioni di omicidio colposo”, contestando “di aver eseguito una serie di interventi chirurgici ad alto rischio di complicanza, totalmente demolitivi e inutili a fronte di malattie oncologiche in avanzata stadiazione”.

E’ inoltre contestato un secondo gruppo di interventi, “caratterizzato dalla imperizia nella fase esecutiva e dalla totale negligenza nella gestione della fase post operatoria, con omissione dei prescritti controlli e indagini diagnostiche a fronte dell’evidente insorgenza di complicanze”. Le ipotesi di lesioni colpose, pur emerse dalla disamina delle cartelle, “non sono allo stato procedibili per difetto di querela”.

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