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Savona: “Bullismo, Femminicidio, Stalking, esperti a confronto”. Report finale

Si e’ svolto in data 29 novembre u.s. il primo convegno Apsilef regione Liguria (Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi) aperta a tutta la cittadinanza tenutosi presso Club sportivi Quiliaesi, a Quiliano(SV) dal titolo "Bullismo Femminicidio Stalking esperti a confronto"

Si e’ svolto in  data 29 novembre u.s. il primo convegno Apsilef regione Liguria (Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi) aperta a tutta la cittadinanza tenutosi presso Club sportivi Quiliaesi, a Quiliano(SV) dal titolo “Bullismo Femminicidio Stalking esperti a confronto”

Un’associazione giovane, che sta pian piano diffondendosi in tutte le regioni d’Italia. Associazione fortemente voluta dalla Presidente Inf. forense Mara Pavan e da tutti i componenti e associati per promuovere l’educazione, la formazione e il costante aggiornamento dei propri associati e delle professioni sanitarie in generale, attraverso la realizzazione di convegni, congressi, eventi formativi e la diffusione della cultura delle professioni sanitarie legali e forensi.

Riprendiamo parte dell’intervento della responsabile regione Liguria Apsilef Dott. Inf. forense Silvia Berardi: “questo convegno è stato proposto per approfondire le metodologie di prevenzione del bullismo e del fenomeno della violenza in generale.

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L’obbiettivo di tale intervento è quello di stimolare la presa di coscienza del fenomeno così preoccupante in espansione con approccio leggero, ma allo stesso tempo incisivo,così come il fenomeno del femminicidio.

Da diversi anni, con la mia presidente Inf.Mara Pavan e la mia squadra componenti Apsilef, ci dedichiamo anche a temi più sensibili, come la violenza di genere, con la collaborazione dei massimi esperti Gen.Dott.Luciano Garofano e avv.to Lorenzo Puglisi.

Il bullismo è violenza fisica e psicologica, un fenomeno strisciante esteso, ma sotterraneo diffuso tra i banchi di scuola ma più delle volte sottaciuto specie per chi è vittima. Per noi è stato un onore confrontarci con professionisti esperti a livello nazionale.

Che ruolo può ricoprire la figura infermieristica forense all’interno delle modalità di prevenzione e cura degli aspetti del bullismo e del disagio adolescenziale in generale? Molti sono i giovani che giungono al pronto soccorso o in pediatrica.

Emerge da una statistica che il bullismo arriva a raggiungere il 47% delle scuole italiane e che l’infermiere è tra i primi professionisti sanitari a doversene occupare in prima persona: è infatti colui che esegue l’accettazione dei pazienti all’arrivo in pronto soccorso o che trascorre più tempo con i bambini/adolescenti nei reparti di pediatria, e oltre all’aspetto tecnico professionale, deve anche rivestire un ruolo di supporto, comprendendo e tranquillizzando anche il genitore, oltre al giovane paziente.

Esistono corsi di formazione per medici e infermieri sull’argomento, e sono stati introdotti corsi simili anche all’interno delle università, in modo tale da aiutare i futuri professionisti sanitari a riconoscere precocemente il fenomeno, indirizzare le vittime verso centri specializzati per la cura saper adottare un atteggiamento adeguato alla situazione.

Si parla anche di percentuali: il 45% degli infermieri ha individuato vittime del bullismo durante l’esperienza lavorativa. Spesso bimbi o adolescenti lanciano segnali d’allarme ai genitori, che però sono difficili da identificare: ad esempio il voler essere accompagnato in ospedale per una crisi cefalalgica autoindotta o per dolori addominali solo per sfuggire temporaneamente all’ambiente che gli reca danno, come la scuola o i luoghi di ritrovo.

Il medico o l’infermiere specialista devono essere molto attenti ad identificare i segni di disagio e, nel caso, indirizzare la famiglia presso centri specializzati nel gestire tali problematiche.

Altro dato interessante è come l’infermiere specialista diventi una figura adulta di sostegno all’interno dell’ambiente ospedaliero o durante il ricovero. Grazie all’instaurarsi di un legame empatico, che spesso viene a conoscenza di fatti occultati dalla vittima agli stessi genitori, ed è in questi casi che l’infermiere forense deve avere la sensibilità e la preparazione necessaria per aiutare il piccolo paziente nel miglior percorso che possa intraprendere.

Si ringraziano per il patrocinio il Sindaco Dott.Alberto Ferrando, Assessore alle politiche giovanili e pari opportunità Sig. Katiuscia Giuria, e tutti coloro che hanno reso possibile questo convegno di rilevanza nazionale”.

Giuseppe Papagni

 

 

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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