La sepsi è un quadro clinico di potenziale insufficienza multiorganica che si instaura a seguito di una infezione sistemica. Il quadro sindromico ivi correlato diviene letale quando si associa a grave ipotensione arteriosa, con quadro clinico di shock settico.
Le raccomandazioni di diverse società scientifiche a confronto sono unanimi nel trattamento della sepsi con cardioattivi, fluidoterapia e ventilazione meccanica. Nello studio, la molecola impiegata è l’idrocortisone in infusinoe continua o boli per 15 giorni, con sospensione del trattamento in caso di miglioria del paziente.
A ben vedere i corticosteroidi possono ridurre il rischio di morte, ma aumentare la debolezza neuromuscolare. Nello studio APROCCHSS
sono stati arruolati 1.241 pazienti con shock settico la mortalità è stata ridotta a 90 giorni.
La metodologia per l’adozione della strategia clinica ha avuto impiego in linea allo strumento GRADE – Grading of Recommendations, Assessment, Development and Evaluation (https://www.gradeworkinggroup.org/). Esso è uno strumento sensibile e trasparente, e oggi è il riferimento per la valutazione della affidabilità delle prove scientifiche. È possibile che i corticosteroidi aiutino a migliorare la risposta immunitaria caotica causata dalla sepsi, e ad aumentare la pressione sanguigna, se è bassa, sostenendo i farmaci vasoattivi.
Michele Calabrese
Fonte: www.ncbi.nlm.nih.gov
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