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Sull’Apple Watch arriva l’elettrocardiogramma, anche in Italia: ecco come funziona

Con iOS 12.2 e un aggiornamento di WatchOS (la versione 5.2), lo smartwatch di Apple permetterà anche in Italia di tracciare un elettrocardiogramma, come succede già negli Stati Uniti. La funzione è attiva solo sul modello più recente, il Series 4, ed è semplicissima da usare: dopo averla abilitata sull’app Salute da iPhone, basta un tocco sull’Apple Watch e poi si può cominciare a tracciare il battito. L’orologio deve essere al polso, e bisogna premere un dito della mano opposta sulla Digital Crown; in trenta secondi l’Ecg è pronto. L’anteprima sullo schermo del Watch è già indicativa, ma dall’app Salute si vede meglio, ed è possibile esportarla come file pdf da inviare al medico curante via mail, messaggio o chat. Al referto si possono anche aggiungere eventuali sintomi.

Che valore ha questo elettrocardiogramma rispetto a quello ottenuto con il metodo tradizionale, che prevede l’uso di diversi elettrodi? “È una monoderivazione molto precisa e con una traccia chiara. Certo, il paziente deve star fermo, appoggiare le mani nel modo corretto, rimanere tranquillo”, dice Stefano Carugo, Direttore Cardiologia Unità Coronarica ASST Santi Paolo e Carlo, Milano. D’altra parte, se qualcosa non va nel corso della registrazione, è lo stesso Watch a segnalarlo.

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Il tacogramma

Per tenere sotto controllo la salute del cuore, c’è anche un’altra funzione, presente su Apple Watch fin dal primo modello: è il Rilevamento ritmo irregolare, che non viene attivato automaticamente, ma va configurato nell’app Watch su iPhone, sotto la voce Battito. Quando viene attivato, il Watch comincia a raccogliere e analizzare dati per verificare la presenza di irregolarità, come spiegano bene alcune schermate introduttive.

Grazie al sensore ottico sul retro dell’orologio, Apple riesce a valutare la variazione di volume del sangue che passa nelle vene del polso e a determinare il battito e la sua frequenza (tacogramma). Il rilevamento, in condizioni normali avviene a intervalli variabili tra le 2 e le 4 ore. I dati vengono poi analizzati da un algoritmo: se incontra un’irregolarità, il sensore si attiva più spesso, fino a quattro o cinque volte l’ora. E se cinque rilevazioni su sei nel corso di 48 ore sono considerate positive, a chi indossa il Watch arriva una notifica, con un messaggio e una vibrazione. Tutti i dati e le rilevazioni sono consultabili nell’app Salute, alla voce Cuore.

Lo studio con la Stanford University
Apple, in accordo con la Stanford University, ha usato i dati registrati dal Watch per uno dei più grandi studi sulle aritmie cardiache mai condotti: al test hanno partecipato 400 mila volontari; i risultati sono stati pubblicati qualche mese fa.

L’obiettivo dello studio è triplice: stabilire a quante delle persone che ricevono una notifica di irregolarità del battito cardiaco viene poi diagnosticata una fibrillazione atriale; capire quante si fanno visitare da un medico; e determinare l’accuratezza del rilevamento di irregolarità del battito, confrontando i dati con quelli raccolti simultaneamente dal cerotto per elettrocardiogrammi.

Il risultato è incoraggiante, intanto per il numero dei soggetti che del test che hanno ricevuto notifiche per irregolarità del battito: solo lo 0,5%. E l’84% delle volte i partecipanti che hanno ricevuto una notifica sono risultati effettivamente in fibrillazione atriale al momento della notifica.

“Un cardiologo esperto riconosce questa patologia nel 99% dei casi, un medico di famiglia non sempre, diciamo il 50 – 60% delle volte”, osserva Carugo. Dunque l’Apple Watch ha una buona attendibilità: ma una visita dallo specialista è indispensabile per valutare eventuali patologie, e infatti l’app lo ricorda spesso, nelle varie schermate di spiegazione da leggere prima di poterla usare.

Il 34% dei partecipanti allo studio che hanno ricevuto notifiche di polso irregolare e che hanno utilizzato un cerotto ECG nella settimana successiva sono risultati affetti da fibrillazione atriale. Poiché è una condizione intermittente, è frequente che non venga rilevata nel successivo monitoraggio del cerotto ECG.

“Molto spesso questo tipo di fibrillazione, che chiamiamo parossistica, non emerge da un elettrocardiogramma, anche da quelli di 24 o 72 ore”, conferma Carugo. “L’Apple Watch permette di capire in modo preciso cosa succede al cuore di un paziente quando avverte un disturbo e non c’è un elettrocardiografo portatile a disposizione. Avere sempre al polso un dispositivo che possa identificare se una palpitazione è davvero una fibrillazione atriale è un grande passo avanti”.

Gravi conseguenze
Ma perché è così importante scoprire la fibrillazione atriale? “In molti casi ha come complicanza l’ictus, una patologia trombotica che colpisce soprattutto il cervello, e determina danni che il paziente può portarsi dietro per tutta la vita”. Secondo l’Associazione per la Lotta alla Trombosi, nel nostro paese oltre un milione di persone convive con gravi disabilità provocate da ictus cerebrale che nella maggior parte dei casi colpisce all’improvviso e in modo irreversibile.

La buona notizia, però, è che la fibrillazione atriale si può curare, con trattamenti farmacologici oppure con gli studi elettrofisiologici endocavitari e le ablazioni: una diagnosi molto precoce può spesso essere trattata con una cura farmacologica, evitando un intervento chirurgico invasivo. Per la fibrillazione atriale il tempo è una variabile di primaria importanza, sia per i pazienti che per i medici: “Se si interviene entro 72 ore è possibile cercare di ristabilire il ritmo cardiaco senza esagerare con i farmaci; successivamente bisogna aspettare un mese prima di rifare gli esami, e in questo periodo il paziente può essere a rischio”.

“I risultati dell’Apple Heart Study evidenziano il ruolo potenziale che la tecnologia digitale innovativa può giocare nel creare un’assistenza sanitaria più predittiva e preventiva”, ha detto Lloyd Minor, MD, decano della Stanford School of Medicine. “La fibrillazione atriale è solo l’inizio, poiché questo studio apre le porte a ulteriori ricerche sulle tecnologie indossabili e su come potrebbero essere utilizzate per prevenire le malattie prima che colpiscano: un obiettivo chiave della salute di precisione”.

In Italia oltre il 40% dei decessi è dovuto a malattie cardiovascolari. E, secondo un recente studio del Ministero della Salute, ci sono 1.100.000 persone oltre i 65 anni che soffrono di fibrillazione atriale. “Le malattie cardiache e l’ipertensione arteriosa, nella fascia di età tra 35 e 75 anni, colpiscono nel nostro paese il 51% degli uomini e il 37% delle donne”, ha detto Michele Massimo Gulizia, presidente della Fondazione per il Tuo Cuore.

Il segreto, dunque, è non far niente. Ed essere attenti: a condurre una vita per quanto possibile sana, a limitare stress e tensioni, a eliminare il fumo e curare l’alimentazione, e ovviamente a muoversi il più possibile. Pur non essendo uno strumento medico, poi, l’Apple Watch può aiutare a tenere sotto controllo il cuore. Anche qui, non bisogna far niente, ma essere attenti alle notifiche: passare il tempo a registrare elettrocardiogrammi non farebbe che aumentare l’ansia, e si sa che al cuore non fa bene.

Redazione Nurse Times

Fonte: La Stampa

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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