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Tesi: ‘Il tempo è vita’: indagine scientifica sulla diffusione del protocollo BLS-D in ambito extra-ospedaliero

Giunge al nostro indirizzo mail redazione@nursetimes.org il lavoro di tesi del dott. Cardamone Domenico

Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times

Giunge al nostro indirizzo mail redazione@nursetimes.org il lavoro di tesi del dott. Cardamone Domenico dal titolo “‘Il tempo è vita’: indagine scientifica sulla diffusione del protocollo BLS-D in ambito extra-ospedaliero”, laureatosi nell’a.a. 2017-18.


 

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…di Cardamone Domenico

 

Scopo dello studio

La ricerca scientifica sul BLS-D extra-ospedaliero, nasce dall’esigenza di stabilire il livello culturale di un campione di individui nel territorio cosentino. Cosenza è una città situata nel nord della Calabria,  conta circa 69.000 abitanti residenti nel perimetro comunale, e circa 120.000 abitanti nel perimetro provinciale. Se si considera che in Italia l’incidenza delle morti per arresto cardiaco è stimata in circa 0,5-1 casi ogni 1000 abitanti per anno ne deriva che, prendendo l’ipotesi peggiore, nella nostra nazione che conta circa 60.800.000 persone, si verificano approssimativamente 60.800 casi all’anno, cioè una media di 165 decessi per AC ogni giorno. In Calabria, circa 360 pazienti all’anno decedono per arresto cardio circolatorio (La morte cardiaca improvvisa in Italia: dimensioni, percezioni, politiche ed impatto economico-finanziario, studio del 2008 ). Tutto ciò accade perché, oltre a venire meno un corretto stile di vita, manca la cultura del trattamento dell’arresto cardiaco, i presidi utili per intervenire tempestivamente, quali il defibrillatore collocato in diverse zone strategiche, accessibile a tutte le persone adeguatamente formate.

Quesito di ricerca

Qual è il livello culturale del cittadino o laico, quindi di un non sanitario in ambito extra-ospedaliero, sull’arresto cardiaco, sui fattori di rischio che predispongono la sua insorgenza, e sul trattamento mediante protocollo BLS-D?

Disegno di studio

Si tratta di uno studio osservazionale analitico di tipo retrospettivo nel quale vengono raccolti dati, per quantificare la cultura del cittadino/laico sul protocollo BLS-D. Si dichiara che non vi è alcun conflitto di interessi, ne è stato ricevuto alcun finanziamento diretto o indiretto per la realizzazione di questa ricerca.

Campionamento, periodo e setting

Per questo studio è stato analizzato un campione di 100 individui, residenti nel territorio cosentino, con età compresa dai 18 ai 60 anni, sia maschi che femmine. I questionari sono stati somministrati durante attività di tirocinio clinico ed incontri frontali con i soggetti in esame. Il periodo di analisi delle informazioni è compreso tra giugno 2018 e settembre 2018.

Strumenti utilizzati

La strumento utilizzato per la raccolta dati è  il questionario. Il soggetto doveva inserire come dati analitici il sesso, l’età e la città di residenza o di domicilio, quindi prettamente anonimo. All’interno del questionario sono state formulate 11 domande, a risposta multipla, con risposte che andavano dalla A alla D, ognuna con lo specifico scopo di far emergere la cultura dell’individuo sull’arresto cardiaco. Domande elementari inerenti alla fisiopatologia  dell’AC, al protocollo BLS-D. Sono stati somministrati 100 questionari, ad individui di entrambi i sessi, con età compresa tra 18 e 60 anni.

Risultato indagine finale

Dallo studio condotto si evince che l’87% dei soggetti, che hanno preso parte alla ricerca, ha dimostrato di avere un deficit sia nella definizione che nella conoscenza delle manovre di RCP. Il 79% dei soggetti ha dato una definizione di ‘’Fattori di rischio’’ errata, nonostante l’87% abbia almeno un familiare affetto da patologie cardiache e quindi esposto maggiormente all’evento in questione. Solo l’11% ha partecipato ad un corso di BLS-D, quindi l’11% è a conoscenza delle manovre da attuare in un primo soccorso ad un paziente in arresto cardiaco, iniziando tempestivamente e prima che giunga il supporto ALS, le manovre di RCP. Una maggiore percentuale, ovvero l’89%, non conosce le manovre da attuare, sconvolgendo anche il protocollo stesso con manovre totalmente errate, come ad esempio: mettere il paziente in posizione semi-seduta dandogli da bere acqua, o ancor peggio, aspettare che si riprenda da solo, e quindi creando una linea di discontinuità tra la sopravvivenza e la morte del paziente. Inerente al concetto ‘’il tempo è vita’’, dalla ricerca si evince che il 68% non conosce l’importanza della tempistica nel trattamento di un paziente in arresto cardiaco, affermando che il tempo necessario per intervenire è di alcune ore, perfino alcuni giorni. Come espresso nei capitoli precedenti, è di utile importanza sottolineare la presenza dei DAE per uso comunitario. Il 72% dei soggetti afferma che nel proprio comune di residenza non è presente un DAE per uso comunitario. Mentre i 18% ne conferma la presenza. Il 100% dei soggetti ha dichiarato la massima importanza del DAE per uso comunitario. Non indifferente è la percentuale di soggetti che ritiene importante la formazione di personale laico alla defibrillazione in enti pubblici e non. Inoltre è stata valutata, come dato aggiuntivo, la conoscenza dei soggetti inerente alla fisiopatologia elementare dell’arresto cardiaco: il 95% è a conoscenza di tale patologia. In fine, sempre come dato aggiuntivo, è stata valutata la percentuale di soggetti che hanno assistito ad un arresto cardiaco per strada, a scuola o in un centro commerciale: il 45% ha assistito.

Conclusioni

In fine, l’indagine condotta ha delineato una discrepanza tra il trattamento medico  dell’arresto cardiaco e l’attività del cittadino di coadiuvare e supportare il soccorso medico avanzato con le manovre di RCP. La promulgazione dei corsi inerenti alla formazione del cittadino ha un’importanza da non  sottovalutare, in quanto una giusta formazione può essere un passo verso la risoluzione e l’abbreviazione dei tempi per trattare un paziente in arresto cardiaco. La collettività può e deve essere uno strumento sia di sensibilizzazione, ma soprattutto di realizzazione del soccorso, per dimezzare i numeri epidemiologici, e ricollocare i termini di incidenza e prevalenza nella cultura dell’arresto cardiaco. Il 69,5% di 100 soggetti, può trovarsi difronte ad una scena drastica, senza sapere minimamente cosa fare. L’obiettivo per il futuro sarà ripetere un’indagine simile, ed mediante la diffusione e la propaganda di tale protocollo, diminuire questa percentuale.

 

Allegato

Tesi “‘Il tempo è vita’: indagine scientifica sulla diffusione del protocollo BLS-D in ambito extra-ospedaliero”

Roberta Di Leo

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