Giunge al nostro indirizzo mail redazione@nursetimes.org il lavoro di tesi del dott. Marino Musci, laureatosi presso Università degli Studi di Bari nell’A.A. 2012/2013.
L’educazione sanitaria riveste una tematica di fondamentale importanza.
Questa consente ai cittadini di conoscere le informazioni sui comportamenti da attuare al fine di prevenire l’insorgenza di patologie e, qualora queste ultime fossero già manifeste, ridurne le eventuali recidive e complicanze.
Negli ultimi anni, in tutti i Paesi industrializzati, si è assistito ad un progressivo invecchiamento della popolazione.
Questo dovuto sia al prolungamento della vita media sia alla riduzione delle nascite; determinando l’emergere delle malattie cronico-degenerative, delle neoplasie ed infine delle patologie cardiovascolari (tra le quali la trombosi arteriosa che potrebbe divenire l’anticamera dell’infarto miocardico acuto e dell’ictus cerebrale); le quali rappresentano la prima causa di mortalità in Italia.
Innumerevoli studi scientifici hanno permesso di evidenziare la limitata possibilità di allungare la vita agendo sui fattori genetici pertanto l’”elisir” di lunga vita si configura nell’intervento riguardo i fattori ambientali e lo stile di vita seguito.
Occorre essere consapevoli che risulta indispensabile adottare una condotta di vita virtuosa, abolendo o riducendo il tabagismo e il consumo di alcool; seguendo una dieta corretta e salutare, praticando una regolare attività fisica ed evitando l’eccesso di peso e l’esposizione a sostanze tossiche e radiazioni, in maniera tale da prevenire l’insorgenza delle malattie.
A tal proposito sarebbe auspicabile che ciascun infermiere, o meglio qualsiasi professionista sanitario, prestasse estremo impegno nell’attuare interventi di programmazione educativa ai pazienti e ai cittadini.
Una soddisfacente risposta a tale quesito deriva dal riferimento ad una personale sperimentazione effettuata durante la mia esperienza di tirocinio presso l’Ente Ecclesiastico Ospedaliero Miulli, nelle unità operative complesse di:
La distribuzione al paziente, nel periodo di degenza, di un opuscolo informativo con le principali raccomandazioni per la prevenzione e gestione delle malattie cardiovascolari dalla quale si è rilevato come i degenti abbiano raggiunto una maturità individuale volta ad assumere consapevolmente delle scelte comportamentali e operative di salute propria e collettiva, comprendendo la cruciale importanza della prevenzione.
La seguente proposta permetterebbe all’infermiere di svolgere, anche a livello territoriale, un’attività essenziale del proprio ruolo professionale; ovvero quella di intervenire con programmi educativi finalizzati ad implementare indicazioni sulle condotte da attuare per ridurre le eventuali recidive e complicanze delle patologie.
Tutti questi aspetti vanno considerati rispetto alla loro finalità prioritaria di creare valore per il cittadino utente; ove il valore primario è il guadagno di salute e il miglioramento di qualità di vita dell’assistito.
Marino Musci
Allegato
Tesi “Il ruolo dell’infermiere nell’educazione sanitaria al paziente con trombosi arteriosa”
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