“Ti prego visita il bambino”, sei ore di attesa con 40 di febbre: necessario l’intervento della Polizia

La testimonianza riportata di seguito mette in evidenza come l'utilizzo inappropriato di un pronto soccorso, associato ai continui tagli in sanità possano creare pericolo per gli operatori, malcontento per gli utenti ed un reale pericolo per la salute pubblica.

La testimonianza riportata di seguito mette in evidenza come l’utilizzo inappropriato di un pronto soccorso, associato ai continui tagli in sanità possano creare pericolo per gli operatori, malcontento per gli utenti ed un reale pericolo per la salute pubblica.


I genitori di un bimbo di 18 mesi si sono recati, alle ore 21 di qualche giorno fa, presso il pronto soccorso dell‘Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari in seguito ad un improvviso rialzo febbrile.

Quando siamo arrivati – raccontato la zia – c’era una sola dottoressa di turno e la sala era gremita di piccoli che stavano male con febbre, tosse e sintomi vari”.

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Abbiamo atteso fino alle tre del mattino che arrivasse il nostro turno – prosegue il racconto – stremati e preoccupati, solo che invece di essere chiamati, ci siamo visti scavalcare da un ragazzo, giunto molto dopo di noi. A quel punto non ci abbiamo visto più e ci siamo fatti sentire, visibilmente alterati e soprattutto in apprensione per il bambino”.

Gli animi dei famigliari si sono scaldati a causa della lunga attesa. Un medico operante nel nosocomio è stato aggredito verbalmente dal gruppo di parenti rendendo necessario l’intervento delle forze dell’ordine.

La zia del piccolo paziente continua a raccontare la propria versione dei fatti:

“La cosa particolare è che quello stesso ragazzo, giudicato evidentemente più grave di mio nipote, alla fine è stato visitato ben 4 ore dopo il momento in cui ci stava passando avanti. Forse così grave non era, ma questo è un altro discorso”.

Quando, sei ore dopo l’arrivo, finalmente il bimbo è stato visitato, aveva 39.8, la febbre era salita ancora. Siamo stati rimandati a casa e ci hanno richiamati alle 4 del mattino, facendoci di nuovo aspettare per misurare la temperatura, dopo di che hanno deciso il ricovero. Per la mancanza di posti letto, siamo stati stati trasferiti a Bisceglie, dove siamo arrivati in ambulanza alle 8.30 di stamattina”.

Nel pronto soccorso avrebbero operato solo un medico e un infermiere, secondo la denuncia della zia del bimbo. Nonostante i professionisti abbiano cercato di fare del proprio meglio, barcamenandosi tra urgenze reali o presunte tali, i tempi di attesa sarebbero risultati insostenibili per molti. Stress, tensioni e mancanza di personale possono portare anche a valutazioni sbagliate, come nel caso del ragazzo giudicato in un primo momento più grave e poi visitato oltre 4 ore dopo.

Il Direttore Generale Vitangelo Dattoli smentisce le accuse: “Ieri abbiamo raddoppiato le guardie – ha detto telefonicamente – però c’è stato il picco dell’influenza, ieri è scuccesso il delirio, ma non è colpa nostra. Il ruolo dei medici e degli infermieri va elogiato. Smentisco, abbiamo raddoppiato la disponibilità in guardia, però siccome c’erano da fare degli accompagnamenti si è creato un problema di un certo tipo. Voglio aggiungere anche un’altra cosa, si è completata la procedura concorsuale per l’assunzione di personale al Pronto Soccorso, già dal mese prossimo l’organico tornerà a essere pieno, 10 medici distribuiti sui vari turni”.

Simone Gussoni

Fonte: bari.ilquotidianoitaliano.com

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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