Categorie: Massimo Randolfi

Una triste storia vera – Da Laureata con Lode a Camionista dopo un colloquio con “un’Infermiera di Passaggio”

Un'Infermiera neolaureata si è rivolta alla redazione di Nurse Times per raccontare la propria odissea nel mondo del lavoro.

Un’Infermiera neolaureata si è rivolta alla redazione di Nurse Times per raccontare la propria odissea nel mondo del lavoro.

Un colloquio di lavoro piuttosto particolare sarà descritto nell’intervista che potrete leggere di seguito.


 

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Benvenuta Cristina. Come sono stati i tuoi primi mesi da infermiera?

Mi sono laureata nel mese di novembre 2016 con il massimo dei voti, ma non avrei mai immaginato di incontrare tutte queste difficoltà per iniziare a mettere in pratica quanto  avessi appreso in università.

Da oltre quattro mesi invio decine di curricula al giorno rispondendo ai molti annunci che appaiono su siti internet e motori di ricerca ricevendo poche risposte davvero agghiaccianti.

Dopo quanto tempo hai ricevuto la prima risposta?

Dopo circa un mese sono stata contattata via mail da una società. Prima di recarmi al colloquio che mi è stato proposto ho acquisito informazioni su questa società tramite i social network e le mie conoscenze. Per sentito dire sapevo che cercassero Infermieri da affiancare in sala operatoria.

Quando mi sono recata all’appuntamento mi è stato detto che si sarebbe trateato di un affiancamento non retribuito di circa 30-40 giorni in sala operatoria presso il Policlinico Casilino.

Raggiunsi un ufficio nel centro di Roma venendo subito accolta dalla responsabile della società che mi presentò “la caposala“.

Altri due Infermieri erano presenti in ufficio e capii dopo poco che si trovassero nelle mie stesse condizioni.

All’improvviso “la caposala” si alzò in piedi ed iniziò a parlare:

“Sono la Caposala del Blocco Operatorio, voi sarete affiancati ai miei ‘infermieri professionali’ per due mesi. Al termine del periodo io sceglierò chi di voi dovrà rimanere e che quindi, conquisterà il contratto di lavoro”.

Ma ecco intervenire la responsabile della società:

“Pur non avendo il ‘diploma da infermiera’ mi reputo molto competente in materia. Per questo motivo ho fondato questa società che offre servizi sanitari. Pur avendo solo la terza media mi definisco ‘un’Infermiera di Passaggio’, avendo più volte partecipato ad interventi chirurgici come ‘Passaferri’.

Sarà necessario che voi tutti vi iscriviate subito alla nostra società e che vi forniate di un’assicurazione sanitaria come vostra tutela.

Al termine del periodo di valutazione reciproca, il prescelto otterrà un contratto a tempo determinato”.

Quali sarebbero state le condizioni contrattuali?

Nessuno ha mai parlato di contratto. Ci fu detto che dopo i 2 mesi di lavoro gratuito, il candidato selezionato avrebbe lavorato con ritenuta di acconto per ben 9 euro lordi orari. Lo stipendio sarebbe stato pagato il 15 del mese successivo ma ci fu detto che a volte avrebbero potuto tardare.

Terminato il colloquio mi fu detto che sarei stata contatta qualora “la caposala” avesse deciso di formarmi ma ancora non ho avuto risposte.

Hai sostenuto altri colloqui successivamente?

Si, circa un mese fa sono stata contattata da una cooperativa sociale con sede legale a Napoli che mi ha proposto di entrare nel mondo della Medicina del Lavoro.

In risposta ad uno dei tanti curricula inviati ricevetti una telefonata:

“Buongiornò, song Gennàr. Bbuo’ ave’ nu’ colloquiò cu noì?”

Dopo aver compreso quanto detto decisi di accettare ricevendo un appuntamento direttamente a casa di questa persona.

Il giorno successivo mi recai nel centro di Roma, direttamente a casa di Gennaro. L’intero colloquio si svolse sul terrazzo di casa, tra una sigaretta e l’altra della persona che si trovava di fronte a me.

“Tieni o’ diplòm?”

Cercando di mostrare tutta la mia cultura, preparazione e professionalità risposi prontamente.

“Mi sono appena laureata, con il massimo dei voti!”

“Tieni a’ Laureà? Complimènt allorà si bravà! Aie gia lavoratò?”

Purtroppo sono ancora in cerca di una prima occupazione. Ma ho fatto molto tirocinio in ospedale.

“Chisto è ‘o munno: chi naveca e chi va a funno”.

Rimasi interdetta per alcuni secondi, dopodiché decisi di rivolgere una domanda a Gennaro.

“Al telefono mi ha parlato di Medicina del Lavoro, ma di cosa si tratterebbe esattamente?”

Gennaro rispose prontamente alla mia domanda:

“Aia’ i’ cu o’ dottòr int’e’ dittè”

La proposta assumeva contorni sempre più interessanti. Finalmente avrei potuto mettere in pratica quanto studiato. Ma improvvisamente Gennaro si rivolse nuovamente a me:

“Tu si capacè e’ guidàr o’ camiòn?”

Convinta di non aver capito chiesi a colui che avrebbe potuto diventare il mio futuro datore di lavoro di ripetere.

“Saje guidàr nu’ furgoncinò? L’Infermiè guidà o’ camiòn e o’ dottò visità e’ dipendènt. Aie pure ra fa’ benzìn e pulirè o’ camiòn”.

Non avendo tutti i requisiti necessari dovetti salutare il signor Gennaro facendo mestamente ritorno a casa.

Quali sono le tue prospettive future?

Sono indecisa se iscrivermi ad un master subito o se tentare la Laurea Magistrale a settembre, sicuramente acquisendo ulteriori titoli potrei avere più possibilità di trovare lavoro.”

Ringraziamo Cristina augurandole di avere maggiore fortuna nei suoi prossimi colloqui di lavoro.

Simone Gussoni

 

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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