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Tumore al polmone, un semplice esame del sangue può dirci se siamo a rischio

Anticipare di molto la diagnosi di tumore al polmone sottoponendosi a un semplice test del sangue. L’innovativa metodica, pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute, è stata presentata in anteprima dai ricercatori dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano.

I ricercatori della Medicina molecolare guidati da Pier Paolo Di Fiore hanno dimostrato che specifici marker tumorali (miRNA) rilevabili nel sangue con un semplice prelievo sono in grado di identificare, all’interno della popolazione dei forti fumatori e sopra i 50 anni di età, le persone a maggior rischio di sviluppare un tumore al polmone e, quindi, da sottoporre alla tac a basso dosaggio. “Sappiamo che spesso il cancro porta ad alterazioni dei miRNA, piccoli frammenti di materiale genetico, presenti nei liquidi biologici – spiega Di Fiore -. Abbiamo pensato allora di studiarli per la diagnosi precoce, analizzando la loro presenza nel sangue di 1.115 forti fumatori o ex fumatori. Così abbiamo scoperto che se è in corso un processo tumorale iniziale nel polmone i miRNA presentano una certa ‘firma molecolare’. E abbiamo dimostrato che il test dei miRNA è dirimente: cioè se è positivo, vale a dire è presente la ‘firma’, il fumatore deve sottoporsi a tac a basse dosi; se invece è negativo non deve fare ulteriori accertamenti fino al prelievo successivo

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Il test miRNA sembrerebbe quindi avere quindi tutte le caratteristiche per entrare nella pratica clinica come screening per il tumore polmonare: puntare sulla diagnosi precoce, spiega Di Fiore, è fondamentale per abbassare la mortalità a causa di questo tumore e anche per evitare ai pazienti di doversi sottoporre a una serie di trattamenti, chirurgici e farmacologici, con miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita.

Va sottolineato – dice il professor Lorenzo Spaggiari, direttore del programma polmone dell’Ieo – che l’unico esame per la diagnosi precoce del tumore polmonare in grado di ridurre la mortalità rimane la tac a basse dosi, come ha dimostrato il più ampio studio al mondo sull’anticipazione diagnostica del tumore del polmone, effettuato negli Stati Uniti dal National Cancer Institute nel 2011. Tuttavia uno screening su larga scala con questo tipo di TAC sarebbe molto costoso e nessun sistema sanitario potrebbe permetterselo. Oggi eseguiamo 10mila tac per trovare 100 tumori. Con il miRNA per trovare lo stesso numero di cancri ne eseguiremo 3.108, proprio perché i pazienti saranno selezionati. E’ una svolta: finisce l’era della tac e nasce quella dei marker biologici”.

 Massimo Randolfi

Massimo Randolfi

INFERMIERE: Nato a Bari, fondatore di Nurse Times e amministratore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", la sua passione per l'infermieristica, l'informazione e per l'informatica lo porta ad essere l'anima tecnica del progetto www.nursetimes.org

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