Tumori, calano incidenza e mortalità in Italia. Le differenze tra le regioni

Secondo gli esperti, al Nord ci si ammala di più, ma al Centro-Sud si migliora meno (dal Corriere della Sera).

L’incidenza dei tumori in Italia è in calo sia negli uomini che nelle donne, e così pure la mortalità. Tuttavia ci sono differenze tra le varie Regioni, con un numero notevolmente maggiore di casi e di decessi nelle aree settentrionali. Gli stili di vita “migliori” (primo fra tutti la dieta mediterranea) proteggono chi vive al Sud, dove però sono meno diffusi gli screening per la diagnosi precoce. Ecco la prima fotografia scattata dal volume I tumori in Italia: trend 2003-2014, dell’Associazione italiana dei Registri tumori.

«In Italia, tra i maschi, l’incidenza di tutti i tumori ha mostrato nel periodo 2003-2014 un calo significativo (-0,9% l’anno), con una riduzione maggiore nel Nord-Ovest (-1,3% l’anno) e nel Nord-Est (dal 2006: -2,0% l’anno) rispetto alle aree centrali (-0,7% l’anno) e del Sud (-0,4% l’anno) – dice Lucia Mangone, presidente di AIRTUM, che presenta la nuova monografia durante il congresso dell’Associazione tenutosi nei giorni scorsi a Trapani –. Tra le donne, nel complesso, è stata rilevata una riduzione debole ma significativa (-0,1% l’anno), con una diminuzione più marcata nel Nord-Ovest (-0,5% l’anno). L’incidenza aumenta tra le donne del Sud (0,3% l’anno) in Italia. La mortalità è diminuita in entrambi i sessi (-0,9% l’anno tra i maschi e -0,5% l’anno tra le femmine), ma con una tendenza stabile nel Sud».

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Perché si dice spesso che i casi di cancro sono in crescita?
«Nel rispondere a questa domanda bisogna tener presente molti fattori, fra i quali l’invecchiamento della popolazione (e il cancro è tipico dell’età che avanza) e la sempre maggior diffusione degli esami di screening, che portano a diagnosticare più casi in fase iniziale – chiarisce Mangone –. Complessivamente in Italia nel 2017 sono stati diagnosticati 369.000 nuovi casi di tumore mentre nel 2018 i casi sono stati 373.300. In particolare sono aumentati i tumori della prostata (da 34.800 a 35.300) e della mammella (da 50.500 a 52.300). Tuttavia l’aumento è legato solo all’invecchiamento della popolazione perché quando si osservano i tassi di incidenza (numero di casi, divisi per la popolazione correggendo per età) l’incidenza appare in calo».

Quali tumori sono in aumento nel nostro Paese?
In Italia sono in lieve aumento i tumori del pancreas in tutti e due i generi mentre il tumore del polmone continua a mostrare un netto aumento solo nel sesso femminile (+2.2%), legato prevalentemente al fumo di tabacco. Anche la mammella mostra un lieve aumento dell’incidenza in Italia (+0,3%) soprattutto nelle aree del Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione target (da 50-69 anni a 45-74 anni), ma presenta un trend in crescita anche in alcune regioni del Sud. In aumento anche melanomi, sia per l’eccessiva esposizione alla luce solare che per la disponibilità di tecniche diagnostiche sempre più accurate, negli uomini (+3,4%) e nelle donne (+2,8), soprattutto nelle regioni del Sud (+9,1%): aumentano pure i casi di cancro alla tiroide per l’affinamento delle tecniche diagnostiche e una sorta di screening opportunistico sia negli uomini (+4%) che nelle donne (+2,5%), in particolare nelle regioni del Centro-Sud.

Quali tumori sono in calo?
In entrambi i generi sono in diminuzione i tumori dello stomaco e del fegato. Dopo l’introduzione dello screening del colon-retto su scala nazionale, l’incidenza di questi tumori appare in forte calo in Italia sia negli uomini (-1,3%) che nelle donne (-1,1%): nei maschi è più evidente in Emilia-Romagna (-8,8%), Umbria (-5,9%) e Toscana (-4,1%); nelle femmine in Emilia-Romagna (-4%), Lombardia (-3%) e Alto Adige (-2,5%). Solo il Sud mostra una inversione di tendenza con valori stabili o in lieve aumento in Sardegna, Sicilia, Puglia e Campania (ma solo nelle donne). Il tumore del polmone mostra un trend in calo negli uomini (-1,6%), più evidente nelle regioni del Nord-Ovest (-1,8%), del Nord-Est (negli ultimi anni -3,4%) e del Centro (-1,3%); anche al Sud i valori sono in diminuzione, fatta eccezione per la Calabria. Il tumore della prostata mostra un netto calo dell’incidenza in Italia (-1,4% annuo) legato soprattutto al minor utilizzo del PSA come test di screening.

In quali regioni ci si ammala di più?
«Negli uomini i tassi di incidenza più elevati in Italia si registrano nelle regioni del Nord, in particolare Friuli Venezia Giulia (698 casi per 100mila abitanti) ed Emilia Romagna (657) – spiega Mangone –. E anche per le donne sono Emilia Romagna e Friuli a presentare i tassi di incidenza più elevati. Il tumore della mammella presenta il tasso più elevato in Friuli (171 casi per 100mila abitanti), mentre quello del polmone è più frequente in Campania (120) e Puglia (98) ma solo nel sesso maschile, certamente legato alla forte abitudine tabagica. Nella donne infatti è l’Emilia Romagna a far registrare l’incidenza più alta d’Italia (46 casi per 100mila abitanti). Il tumore della prostata mostra l’incidenza più alta in Umbria (140 casi per 100mila abitanti), mentre per il colon retto l’incidenza più elevata si registra in Friuli Venezia Giulia sia negli uomini che nelle donne»

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In quali regioni ci si ammala meno?
«Negli uomini l’incidenza più bassa si registra nelle regioni del sud Italia e in particolare in Sicilia (577 casi per 100mila abitanti), mentre nelle donne i valori più bassi si registrano in Calabria (398) – risponde l’esperta –. Il tumore della mammella registra il tasso più basso in Basilicata (113), mentre il polmone registra i valori più bassi in Trentino negli uomini (63) e Basilicata nelle donne (16). Per la prostata la Sardegna mostra l’incidenza più bassa d’Italia (91 casi per 100mila abitanti), mentre il colon retto presenta i valori più bassi in Campania negli uomini e in Valle d’Aosta nelle donne».

Quali regioni sono peggiorate di più nel tempo?
«Sono le regioni centro-meridionali che mostrano meno tendenza alla diminuzione dei casi oncologici – dice Mangone –. Al Sud i tumori sono in calo in Campania e Sicilia negli uomini, ma aumentano in Puglia e Sardegna nelle donne. Il tumore del polmone femminile cresce in alcune regioni del Nord (Piemonte, Lombardia e Alto Adige), ma è sempre al Centro-Sud ci sono gli aumenti più spiccati: Umbria (+3,2% per anno), Sicilia (+3,1), Sardegna (+2%). L’incidenza del cancro del colon-retto appare stabile in molte regioni centro-meridionali, ma in Sardegna è addirittura in aumento negli uomini (+2% annuo). I casi di cancro al seno salgono in Sardegna, Sicilia, Umbria e  Campania, mentre quelli alla prostata sono in calo in tutta Italia, eccetto la Campania».

Quali regioni sono migliorate nel tempo?
«Nel corso degli anni sono migliorate tutte le regioni del Nord che hanno fatto intense campagne di disassuefazione dal fumo di sigaretta – sottolinea l’esperta –: negli uomini questo ha avuto un effetto importante sull’incidenza e sulla mortalità per tumore del polmone. Le campagne di screening del cancro del colon-retto hanno contribuito al calo dell’incidenza di questo tumore in Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, dove più alta è stata l’adesione agli screening. Per la mammella e per lo stesso motivo l’incidenza è stabile o in lieve calo al Nord, dove è calata fortemente anche l’incidenza e la mortalità per tumore della prostata. L’adesione agli screening oncologici, la presenza di percorsi che prendono in carico il paziente sin dalla diagnosi di malattia rendono ragione delle migliori sopravvivenze nelle aree settentrionali. La sopravvivenza più alta in Italia si registra per gli uomini in Valle D’Aosta (61%), Emilia Romagna (56%) e per le donne in Emilia Romagna e Toscana (65%). L’Emilia Romagna mostra la miglior sopravvivenza in Italia per il tumore del colon retto (69%), mammella (89%) e polmone (18% insieme alla Lombardia). Il Friuli mostra la miglior sopravvivenza per il tumore della prostata (95%) e del testicolo (98%), mentre l’Umbria mostra i valori più elevati di sopravvivenza per stomaco (37%) e cervice (76%). La Lombardia mostra i dati più alti per cancro dell’utero (80%, insieme alla Calabria) e del fegato (23%). La sopravvivenza più elevata per il melanoma si registra in Trentino Alto Adige (92%), Piemonte e Veneto (90%). La Sardegna mostra la miglior sopravvivenza per la tiroide (97%), mentre la Puglia per le leucemie (53%)».

Prevenire il cancro si può e si deve
Gli esperti lo ripetono da anni, ormai: ognuno di noi può e deve fare la sua parte per prevenire il cancro: 4 casi di tumore su 10 possono essere evitato seguendo uno stile di vita sano. E molto può essere fatto aumentando la consapevolezza sulla malattia in modo che le persone riconoscano meglio i sintomi, facciano prevenzione, stiano alla larga dai comportamenti a rischio. «Nel nuovo Millennio – afferma Antonio Russo, tra i curatori del Rapporto – si vede ancora l’effetto sulle malattie neoplastiche delle forti differenze tra regioni italiane in termini di stili di vita, con incidenze e mortalità molto più alte al Nord. Si iniziano ad apprezzare anche gli effetti dei programmi di prevenzione primaria, in particolare nei maschi si osserva una netta diminuzione dei tumori legati al fumo di tabacco, ma restano gruppi di popolazione in cui non si sono ottenuti gli esiti sperati (giovani e donne, innanzitutto). In questo senso, le informazioni contenute del Rapporto dovrebbero sollecitare rinnovati sforzi tesi a promuovere stili di vita che riducano il rischio di ammalarsi di tumore».

A cosa servono questi numeri?
«Le informazioni sulle variazioni nel tempo e nello spazio delle malattie neoplastiche sono importanti per valutare le strategie di prevenzione e cura dei tumori in Italia», dice Stefano Guzzinati, estensore della monografia. «Seguire gli andamenti dei tumori in Italia, attraverso i dati dei Registri tumori accreditati presso la Banca dati nazionale dell’Associazione, consente consultazioni e approfondimenti che nessun altro archivio può garantire – conclude Carlotta Buzzoni, curatrice del lavoro –. La banca dati costituisce una fonte cui attingere per specifici approfondimenti scientifici e per supportare l’organizzazione sanitaria nelle regioni».

Redazione Nurse Times

Fonte: www.corriere.it

 

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