Offida (Ascoli), giallo delle morti sospette alla Rsa: i medici in Procura

Un infermiere della struttura, indagato per duplice omicidio volontario, è stato rinviato a giudizio anche per peculato.

È giunta a un momento chiave, l’inchiesta della Procura di Ascoli sulle morti sospette alla Residenza sanitaria per anziani di Offida, per le quali è indagato di duplice omicidio volontario un operatore sanitario che prestava servizio nella struttura. Ieri mattina il procuratore capo Umberto Monti ha convocato nel suo ufficio un summit molto importante coi medici legali dell’Area Vasta di Ascoli, Pietro Alessandrini, Sabina Canestrari e Francesco Brandimarti, il collega Mariano Cingolani e il tossicologo Rino Froldi. È il team che ha eseguito le autopsie sui due casi di morti sospette al momento contestate all’infermiere e che ha svolto anche gli accertamenti su molti altri casi sospetti venuti all’attenzione della Procura della Repubblica.

All’incontro era presente il maggiore dei carabinieri, Nicola Gismondi, che coordina il lavoro dei militari dell’Arma del nucleo investigativo di Ascoli, di San Benedetto e della stazione di Offida, impegnati sul caso. Di tutto questo si è parlato ieri mattina negli uffici della Procura al secondo piano di Palazzo di Giustizia, ma è difficile capire se anche su altri casi siano stati rilevati elementi, tenuto conto che approfondimenti sono stati svolti davvero per molti decessi avvenuti alla Rsa di Offida. L’infermiere è indagato di omicidio volontario in relazione alla morte di Lucia Bartolomei, 94enne di Ripatransone, avvenuta il 10 febbraio scorso, e per quella di Vincenzo Gabrielli

, offidano di 93 anni morto il 25 febbraio.
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La Procura ha nel frattempo chiesto nei suoi confronti il rinvio a giudizio per l’ipotesi di reato di peculato poiché, nell’ambito dell’inchiesta per le morti sospette, a casa sua sono state trovate medicine e materiale sanitario proveniente dalla Rsa di Offida, dove l’infermiere lavorava prima di essere rimosso dall’incarico e destinato ad altro servizio, sempre però nel Servizio sanitario pubblico. L’inchiesta è partita subito dopo il decesso di Lucia Bartolomei, alla luce del fatto che già la Procura aveva attenzionato altre morti nella Rsa offidana.

Nel sangue prelevato dai sanitari di Medicina legale sul cadavere dell’anziana sono state rilevate tracce di un quantitativo importante di Talofen, un farmaco che si utilizza nel trattamento dell’agitazione psicomotoria o del comportamento aggressivo e di altri disturbi psicotici. La dose orale raccomandata negli anziani è di 10-30 gocce al giorno (20-60 mg/die), fino a un massimo di 25 gocce 4 volte al giorno (200 mg/die). In caso di sovradosaggio, si deve praticare il prima possibile la lavanda gastrica e deve essere istituito un trattamento sintomatico. Nel sangue di Gabrielli sono state trovate tracce massicce di insulina, un farmaco che non era neanche stato prescritto al 93enne ospite della Rsa.

Redazione Nurse Times

Fonte: il Resto del Carlino  

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